Le espressioni della Liguria attraverso un calice di buon vino

Viaggio tra la Liguria enologica con sei assaggi di alcune delle dieci Doc della regione con qualche consiglio su dove poter assaggiare i piatti tipici del territorio

14 giugno 2023 | 08:30
di Guido Ricciarelli

Che oggi in Liguria si avverta una decisa voglia di fare, migliorare, in qualche caso persino stupire con prodotti originali, che sappiano distinguersi restituendo in modo puntuale le caratteristiche di ciascuna area di produzione è cosa nota. Un soggiorno nella bellissima città di Genova (accuratissima l’accoglienza del Bristol Palace), ci ha consentito di spaziare fra le 10 Doc regionali e questi sono i nostri migliori 6 assaggi.

Liguria, una terra di vini di alta qualità

Iniziamo con il Vermentino Colli di Luni Il Casale 2022 di Ottaviano Lambruschi. Paglierino scarico molto luminoso, al naso mostra ampiezza variegata tra frutta bianca e gialla, mela pera, banana, poi floreale intenso da macchia mediterranea. In bocca ha verve salina, saldezza, mentre nel finale, appagante e goloso, si ritrova la frutta ad accompagnare il timbro sapido. Ancora un Vermentino Colli di Luni, l’Etichetta Nera 2021 di Cantine Lunae. Giallo Paglierino brillante, complesso, articolato, con note di cedro, erbe aromatiche, pietra focaia, accenni floreali e leggermente eterei. Sapore salino, caldo, di ottimo corpo, elegante e solido, di persistenza notevole. Si conclude con un terzo Vermentino, il Terre Bianche 2022. Arriva dalla Riviera Ligure di Ponente. Paglierino, apre su toni di mandorla con un’idea leggera di frutta tropicale, poi erbe aromatiche. Intensa al palato la vena acido-sapida, per un sorso saporito, fresco e appena mentolato.

Restiamo in Riviera Ligure di Ponente con il Pigato 2022 di Laura Aschero. Colore giallo oro intenso, decise e nitide al naso le erbe aromatiche (timo e nepitella), accanto a susina acerba, agrumi, toni salmastri e un po’ fumé. Bocca di buona intensità e struttura, salina, un po’ calda, con finale erbaceo appena ammandorlato. Il Portofino Bianchetta Genovese U Pastine 2021 di Bisson è veramente da manuale. Dalla “Cantina degli Abissi”, agricoltura di accuratezza , a basso impatto ambientale. Naso di bergamotto, con note di lemongrass, ginger e tocchi di mentuccia selvatica sul finale. Al gusto è agrumato-fruttato, con ritorno officinale.

Si chiude in dolcezza con il Cinque Terre Sciacchetrà 2020 di Possa. Rossese bianco affinato in anfora per 15 mesi. Ambra lucente con gradevoli toni ossidativi che introducono riconoscimenti di fico secco, tabacco da pipa, e carruba, accanto a più lievi agrumi canditi, miele e iodio. La bocca è calda, intensa, dolce e vellutata, ma perfettamente bilanciata e nettata da una sapidità sottile e da un bel finale amaricante di caramello scuro.

Una doverosa carrellata infine dei locali ed enoteche che hanno consentito la raccolta dei vini e lo svolgimento degli assaggi. Enoteca Pesce (grande varietà di vini e liquori dall’Italia e dal Mondo), Enoteca della Foce (circa 700 referenze italiane e oltre 300 fra liquori e distillati), Retrocucina (da provare Melanzana, maionese, leggera, taccole, cipolla rossa in carpione e mandorla), Santa Teresa (da manuale il Capponmagro genovese), Cucina Valoria (Succulenti i Fusillloni artigianali piemontesi con sugo di polpo, melanzana fritta e ricotta salata), Ostaia a Ribotta (Mandillo al pesto di rigore e molto altro).

La cena al ristorante Il Marin

A chiudere una memorabile esperienza a Il Marin, Ristoro del Porto Antico Edificio Millo Eataly. Un Marco Visciola, socio Euro-toques Italia, ispiratissimo con il suo meticoloso staff ci permette di giostrare fra i menu “Classici” e “Liguria Contemporanea”, un 7 portate per proposta per 14 espressioni di tecnica sopraffina. Estrapolarne una per menu è scelta dolorosa ma necessaria per questioni di spazio.  Fra i “Classici”come non provare lo Spaghetto Martini Cocktail e Caviale, composto direttamente al tavolo. Dal metallo scintillante di uno Shaker esce un piccolo intreccio di Spaghetti di Gragnano al burro alle alghe, emulsione di olive verdi e vermouth, caviale e una nuvola di gin taggiasco spruzzata lì per lì. Wow!. Fra i “Liguria Contemporanea” scegliamo Pescato Asado, fave e agretti. Il legame fra Argentina e Liguria è strettissimo.

Molti emigranti da Buenos Aires, i lavoratori della Pampa, tornando in Italia tramandano la ricetta e la tecnica di cottura dell’asado al punto da renderla una tradizione anche ligure. Qui il pescato (oggi Leccia) è cotto al barbeque e guarnito da zucchine trombetta, yogurt alla curcuma e fondo di lische tostate del pesce. Sontuoso.  Benedetta Canovi tira le fila di un servizio in sala ineccepibile che sprizza giovinezza da tutti i pori. Tre tappe obbligatorie infine per poter dire di essere stati a Genova. Antica Sciamadda per la Farinata. Friggitoria San Giorgio per cuculli e verdure fritte. E per souvenir una barattolo di pesto al mortaio fatto espresso da Pestobene.

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Alberto Lupini


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