Ecco quali sono i dieci cocktail più bevuti nel mondo

Ogni anno Drinks International coinvolge in un sondaggio alcuni tra i bar più rinomati del pianeta per stilare la lista dei drink più bevuti. Dal Negroni al Moscow Mule, scopri le prime dieci posizioni del 2024

16 agosto 2024 | 11:29
di Nicole Cavazzuti

Scopri i cocktail più amati nel mondo: Drinks International ha intervistato i migliori bar del pianeta per creare la classifica dei drink più popolari del 2024. Dai classici intramontabili come il Negroni al fresco Moscow Mule, ecco i dieci che dominano le scene nei bar di tutto il mondo.

I dieci cocktail più bevuti nel mondo

1. Negroni

Al primo posto della classifica troviamo il Negroni, drink nato a Firenze intorno al 1919. Il conte Camillo Negroni, un uomo dalla vita avventurosa e cosmopolita, chiese al barman Fosco Scarselli di rafforzare il suo Americano con un po' di gin, ispirato dai suoi viaggi a Londra e New York.

All'epoca, rispetto al Negroni che ancora oggi continua a conquistare gli amanti del buon bere in tutto il mondo, si faceva senza ghiaccio ed era servito in bicchieri da cordiale. Grazie alla semplicità di ricetta, nome e bevuta, nel tempo si è affermatocome simbolo dell'aperitivo italiano e tra i re del bere miscelato.

2. Old Fashioned

Al bar, la parola Old Fashioned prima di indicare un drink in origine significava uno stile di bevuta, quello alla vecchia maniera (quindi con bourbon o rye whiskey, zucchero, e alcune gocce di bitter). Succedeva alla fine del 1800 quando si diffondevano nei locali nuovi prodotti e nascevano inediti drink.

Diventato sinonimo di eleganza e raffinatezza, oggi è il secondo cocktail più bevuto al mondo. Una curiosità: la sua popolarità è stata rilanciata negli ultimi anni grazie alla serie tv di successo Mad Men.

3. Margarita

Nonostante il Paloma sia il drink più diffuso in Messico, il cocktail messicano più conosciuto e amato a livello internazionale è il Margarita.

Che si pone terzo nella classifica dei più bevuti. Composto da tequila, triple sec e succo di lime, il Margarita è stato rivisitato in decine di varianti e si può bere in qualunque momento della giornata.

4. Espresso Martini

Nato a Londra negli anni '80 per mano del bartender Dick Bradsell, l'Espresso Martini si compone di caffè espresso, vodka e liquore Kahlúa. Pare che Bradsell lo abbia ideato per una modella che desiderava un drink che la "svegliasse e stordisse allo stesso tempo".

Oggi, l'Espresso Martini è particolarmente popolare negli Stati Uniti e in Australia e infatti è sempre in lista nei menù degli hotel di lusso con clientela internazionale. In Italia patria del caffè espresso- invece non è tra i drink più richiesti.

5. Daiquiri

Si dice Daiquiri e si pensa al rum. Come per il Mojito, alla popolarità del Daiquiri ha contribuito il grande scrittore Ernest Hemingway, che a Cuba si appassionò a questi due cocktail e che ogni pomeriggio, terminato il lavoro di scrittura del romanzo Il Vecchio e il Mare, li beveva nei suoi bar del cuore.

Famosissima è la sua frase "My Mojito in La Bodeguita. My Daiquiri in El Floridita", scritta in una lettera autografa tuttora esposta ne La Bodeguita del Medio. Si prepara con rum bianco, zucchero fine e lime.

6. Whiskey Sour

A scanso di equivoci, si scrive Whiskey Sour con la “e”. Già, perché la ricetta originale prevede Rye o Bourbon whiskey. I Sour sono drink a base di spirito, zucchero e succo di limone: e la ricetta veniva descritta già nel 1862 dal professore Jerry Thomas nel suo Manuale del vero gaudente.

Come molti classici, questo drink non solo non ha un padre e una data di nascita precisi. Presumibilmente, viene creato tra il 1850 e il 1860 e si faceva senza schiuma. L'albume, infatti, viene suggerito per tutti i Sour solo nel 1922 da Robert Vermeire, per conferire maggiore texture al drink e riequilibrare il rapporto tra dolcezza e acidità.

7. Cocktail Martini

Divenuto un drink di nicchia negli anni '80 (ai tempi del boom di Cuba Libre, Sex On The Beach e Angelo Azzurro), il Cocktail Martini è stato rilanciato nel nuovo millennio dai cocktail bar londinesi che lo hanno riproposto con ingredienti insoliti come erbe, spezie, frutta tropicale e liquori. Inoltre, a contribuire alla sua rinnovata popolarità è stata anche la gin mania esplosa in Europa e la conseguente diffusione di tantissime nuove marche di pregio.

Considerato dagli estimatori il re dei cocktail si prepara con gin e vermouth dry, ma può essere personalizzato in molti modi, ad esempio sostituendo il gin con la vodka. È un cocktail elegante, che si guarnisce con un twist di limone o un'oliva a seconda del gusto personale.

8. Aperol Spritz

A inventarlo ai tempi dell'occupazione del Triveneto, nel 1800, furono i soldati austriaci che iniziarono a chiedere una spruzzata di acqua per alleggerire il vino bianco locale, per loro troppo forte. Certo, non si trattava ancora dello Spritz che conosciamo oggi, anche se questa “protoricetta” è tuttora diffusa in Trentino-Alto Adige, in Friuli-Venezia Giulia e in Austria.

Si costruisce con prosecco, bitter e soda. Quale bitter? Se oggi l'Aperol Spritz è ovunque il più richiesto (tanto da essere all'ottava posizione), seguito dal Campari Spritz, negli Anni '20 nei bar di Venezia andava per la maggiore con il Select, prodotto nella città della Laguna a partire dal 1920 dalla distilleria dei fratelli Pilla.

9. Paloma

Uno dei drink di maggior esito degli ultimi tempi è il Paloma, un cocktail fizzy a base tequila e soda al pompelmo rosa messicano, dove è più popolare in Messico rispetto al Margarita. Fresco e leggero, questo drink è entrato per la prima volta nella codifica Iba nel 2020.

E se l'origine è incerta non c'è dubbio su chi lo abbia reso popolare: Don Javier Delgado Corona, titolare della Capilla a Tequila in Messico, morto nel 2020.

10. Moscow Mule

Chiude la classifica dei 10 cocktail più bevuti al mondo il Moscow Mule, un drink che ha vissuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. Il nome è ingannevole, il drink infatti non ha nulla a che vedere con Mosca o con la Russia! Nasce a Los Angeles nel 1941 da un'idea di John Martin (ai tempi importatore di vodka Smirnoff) e di Jack Morgan (proprietario di un famoso bar di Hollywood, il Cock'n Bull).

Nell'America della paura rossa, quando imperava un sentimento di sospetto nei confronti dei comunisti e dell'Unione sovietica, Martin non riusciva a vendere la vodka. E Morgan dal suo canto aveva un esubero di ginger beer. Non si sa a chi dei due venne l'idea, ma miscelando i due ingredienti risolsero il problema! Il Moscow Mule, infatti, riscosse fin da subito un successo clamoroso.

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