Cosa berranno gli italiani a Natale? Le sorprese sono gin e birra alcol free

In vista delle festività gli italiani scelgono ancora la tradizione, con 39 milioni di bottiglie di bollicine solo a Capodanno, ma seguono anche gusti nuovi e una sempre maggiore attenzione alla territorialità e agli ingredienti. Tra i protagonisti, i grandi vini rossi e il Vermouth, che cresce velocemente tra gli aperitivi

14 dicembre 2022 | 11:39
di Gianluca Pirovano

Natale non è soltanto tradizione, ma nuove scoperte e nuove tendenze, almeno se si parla di "brindisi". Nei numeri di Partesa, società specializzata nella vendita e distribuzione per il canale Horeca, c'è, infatti, uno spaccato interessante di quello che berranno gli italiani a Natale. E, accanto alla spinta tradizionale, fatta di grandi rossi e bollicine, non mancano le sorprese. Cresce sempre più, per esempio, la ricerca di proposte alcol free e non accenna a rallentare la crescita dei Gin premium. Nel bicchiere il consumatore vuole poi una sempre maggiore territorialità e presta sempre più attenzione alla qualità degli ingredienti. 

Birra a Natale, perché no? Il ritorno della spillatura 

Dopo mesi di asporto e delivery che hanno fatto esplodere il trend delle bottiglie, le Feste 2022 sanciscono il gran ritorno della spillatura: in questo periodo, infatti, il fusto cresce molto più velocemente dei formati confezionati. E se anche quest’anno la proposta di Birre di Natale resterà più contenuta, a riempire pinte e boccali degli italiani nei brindisi fuoricasa saranno indubbiamente le birre premium, a partire dalle Ipa (India Pale Ale) e Apa (American Pale Ale) e dalle Lager Plus, che registrano le performance più brillanti del mercato. 

Con l’arrivo del freddo, quindi, gli italiani cercano birre più strutturate, sempre di livello, da gustare da sole oppure in abbinamento con i piatti più tipici della stagione invernale. E, in ogni caso, in modo responsabile. Accanto alle birre speciali che guidano il trend del momento, infatti, si confermano le proposte alcol free, come la Heineken 0.0 o la Birra Moretti Zero, per un brindisi a tutto gusto e senza pensieri.

Durante le festività natalizie, secondo Assobirra, si evidenzia poi un tendenziale, ma sempre moderato, aumento medio settimanale del consumo di birra, che passa da circa 2 volte a settimana a 2,3, preferendola in accompagnamento con il cibo, durante la cena (67%), l’aperitivo serale (43%) e il pranzo (31%). Con un’evidenza su tutte: persino durante il tradizionale pranzo di Natale la birra non abbandona la tavola. Un italiano su due ha, infatti, abbinato la “bionda più amata” ad un pranzo delle feste, ma non solo, il 78% del campione dichiara di voler festeggiare abbinando la birra ai propri piatti preferiti. Anche durante il cenone di Capodanno la birra diventa protagonista: il 30% degli italiani ha infatti brindato con la birra, percentuale che cresce al 43% se si guarda alla Gen. Z. Un modo anche per rinnovare la tradizione, secondo il parere del 64% degli intervistati.

 

 

Bollicine e grandi rossi tra i vini del Natale 

Se, per certi versi, scoprire una birra così amata anche durante le festività natalizie può essere una sorpresa, di certo non sorprende invece sapere che molti italiani brinderanno al Natale con il vino. Si attendono, infatti, 75-78 milioni di bottiglie stappate durante i 30 giorni di festività: per la sola notte di Capodanno si prevedono 36-39 milioni di bottiglie di bollicine stappate per un giro d’affari al consumo di circa 400 milioni di euro. privilegiate le bottiglie fra 6 e 9 euro di prima fascia e fra 15 e 20 euro di prezzo al consumo (intorno a 35-45 euro, il valore al ristorante più gettonato). I consumi delle feste valgono in cantina circa 280-290 milioni di euro che, al consumo e sulla tavola diventano circa 700 milioni di euro. 

Il connubio feste-bollicine resta quinti valido e forte, con performance straordinarie dello champagne, scelto non solo per il momento dei brindisi, ma anche a tutto pasto. Importantissime anche le richieste per gli spumanti italiani, dai grandi nomi come Franciacorta e Trentodoc, alla crescente attenzione per gli sparkling del Sud Italia. E senza mai dimenticare la regione del Prosecco.

E dopo la lunghissima estate di quest’anno, le temperature più fredde aprono finalmente la stagione dei vini rossi, con protagoniste le grandi denominazioni, come Barbaresco, Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti, e le produzioni del Sud Italia, che stanno vivendo una sorta di rinascimento.

Da tenere d’occhio, infine, l’evoluzione dello stile dei passiti, avviata dai Sauternes: non più solo “vini da meditazione”, come amava definirli il grandissimo Luigi Veronelli, ma sempre più abbinabili alla parte gastronomica, dai formaggi al dessert.

Vermouth per l'aperitivo, Gin per il dopo cena 

Quando si parla di spirits, miscelazione e referenze di qualità restano i trend per eccellenza a dominare aperitivi e after dinner. Il Gin premium continua a regnare incontrastato, con una crescita doppia rispetto a quella della categoria Liquori. Sempre la miscelazione sostiene le ottime performance del Vermouth premium che cresce più velocemente nella categoria Aperitivo rispetto a Bitter e Vermouth. Andamento positivo anche per le richieste di spirits a base Agave, nonostante il momento di difficile reperibilità di questo prodotto sul mercato. A orientare nella scelta tra le innumerevoli etichette resta soprattutto il brand, ma si confermano anche l’attenzione alla territorialità e agli ingredienti utilizzati per la distillazione. E mentre l’aperitivo continua a vivere un momento di interessante exploit, con preferenze nette per la miscelazione, nell’after dinner degli italiani iniziano ad affermarsi anche rhum e whisky - in particolare Bourbon americani e Irish Whisky -, rigorosamente di fascia premium e con caratteristiche di eccellenza.

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Alberto Lupini


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