Bruno Paillard: lo champagne incontra la cucina mediterranea di Paolo Barrale

Bruno Paillard ha creato uno champagne raffinato e puro, noto per l'attenzione alla sostenibilità e in grado di esaltare perfettamente la cucina mediterranea come dimostra l'abbinamento alla cucina dello chef Paolo Barrale

08 ottobre 2024 | 19:38
di Vincenzo D’Antonio

Sovente lo spettatore tifoso che va a vedere la sua squadra, per tifare ed anche per godersi comunque uno spettacolo, se arriva ben prima allo stadio, può anche lanciare occhio che sul campo stanno giocando due formazioni primavera. Non che il gioco non sia piacevole, sapranno pur sgambettare e tirare calci al pallone. E così, distrattamente, tra una chiacchiera e l’altra, suvvia, qualche azione di gioco la si guarda con piacere e si pensa... sono ragazzi, si faranno!

Poi escono, qualche applauso di affezione, pausa. Ed entrano in campo le squadre vere che giocano al calcio vero. Tutto questo per dire cosa? Per dire che ci sono le bollicine, e quanto ci piacciono, quanto gradevoli esse sono, innescano momenti di piacevolezza e stimolano cordialità. Evviva le bollicine! E poi ci sono gli champagne. E tra gli champagne ce n’è uno, che ha in nome del gagliardo ed attivo fondatore, vive e lavora in quel di Reims. Costui è Bruno Paillard, giovanotto poco più che settantenne che fondò la sua cantina nell’anno 1981.

Maison Bruno Paillard: eleganza e sostenibilità nel cuore della Champagne

La Maison Bruno Paillard è nata dal desiderio del suo fondatore di creare uno champagne molto differente dagli altri, molto puro. La produzione annuale è di circa 400mila bottiglie. Un grande champagne secondo Bruno Paillard è prima di tutto un vino di assemblaggio, e sennò, troppo facile a farsi, clonabile addirittura e in definitiva poco riconoscibile. Champagne elegante e fine, detta proprio in due parole.

Le meticolose ed amorevoli cure al vigneto volgono nella direzione di una viticoltura sostenibile ed espressiva. Siamo tra i vigneti più a settentrione della Francia. Indipendentemente dal fatto che sia dettame liturgico, ricordiamo la successione di visivo - olfattivo - gustativo, vero è che gli champagne di Bruno Paillard il primo seducente indizio di riconoscimento è il colore.

Colore naturale che è oro verde per i blanc de blancs, dorato per la première cuvée, petalo di rosa per il rosé. Al naso, sfumature di agrumi e nuances di mandorle per gli chardonnay, frutti esotici per i meunier, piccoli frutti rossi per i pinot noir. La freschezza è autentica e terribilmente fascinosa.

Bruno Paillard: il fascino della champagne sostenibile 

Bruno Pailard fu il primo, più di quaranta anni fa, a dichiarare in etichetta mese e anno di sboccatura di ciascuna bottiglia. Dall’anno 2007 a coadiuvare papà Bruno nella gestione dell’azienda di famiglia c’è la figlia Alice. Oggi la Maison, sempre indipendente e fermamente fedele al suo stile, esporta più del 75% della sua produzione verso una trentina di paesi - principalmente dell’Europa, dell’Asia e dell’America del Nord.

La Maison lavora un vigneto di 26 ettari, che rappresenta il 50% del suo autoapprovvigionamento, composto da 89 parcelle distribuite su 19 crus sui più bei terroir, prevalentemente gessosi, della regione della Champagne. La posizione geografica del vigneto, l’orientamento delle parcelle e la natura dei terreni determinano i vitigni: 50% Pinot Noir, 37% Chardonnay e 13% Pinot Meunier. L’età media delle viti è di 32 anni.

Il team del vigneto pratica quindi una viticoltura sostenibile applicando con passione metodi rigorosi: nessun diserbante o pesticida utilizzato, aratura, inerbimento parziale del terreno, analisi regolari e modifiche organiche personalizzate e certificate delle parcelle. Una volta che i mosti sono arrivati nelle cantine di Reims li si sistema nei serbatoi o in botte a seconda della loro provenienza, dopodiché la conversione malolattica avviene naturalmente. La malolattica consente di ottenere dei vini puri ed eleganti in maniera naturale. I vini ottenuti sono vini bianchi fermi chiamati vins clairs.

Lo champagne Bruno Paillard accompagna i piatti dello chef Paolo Barrale

Da Reims a Napoli, dalla capitale della Gallia alla capitale del Regno delle Due Sicilie, per assistere a radioso abbraccio: lo champagne di Bruno Paillard abbraccia la cucina mediterranea dello chef Paolo Barrale. Esperienza memorabile! Brindisi con Extra-Brut Première Cuvée, dégorgement dicembre 2023. Piacevoli al naso i sentori di albicocca e di mandorla. Gradevole la freschezza, perfetto l’equilibrio. Al primo meditato sorso, inevitabilmente fa seguito il secondo!

Lo chef Paolo Barrale propone in successione, calibrati i tempi fra una pietanza e l’altra, Aria-ncina: ragù di manzo, spuma allo zafferano, riso soffiato, piselli; Una pasta e patate al mare: bottoni farciti di patate, provola, bisque d’astice; Acquapazza: spigola, alghe, pomodoro, zenzero. L’abbraccio, dapprima carezzevole e poi intenso è con Extra-Brut Millésime Assemblage 2015, dégorgement novembre 2022. Il colore è oro che luccica ! Al naso è follemente intrigante con prevalenti note agrumate che poi, dopo aver stregato l’olfatto, dissolvono verso sentori di liquirizia.

Salinità al palato, ancora maliarde note agrumate, per poi virare verso deliziose note di cacao in polvere. Accattivante, seducente, il persistente finale. E quella partitella prima che scendessero in campo i top player !?! Ah, sì, è vero. Appunto, le partitelle e poi i big match. E c’è spazio per le une e c’è spazio per gli altri. L’importante è non scambiare erroneamente le casacche negli spogliatoi.

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Alberto Lupini


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