Bolle e shaker: l'ascesa di Asti Spumante e Moscato d'Asti nel bere miscelato

Nella seconda golden age della mixology, Asti Spumante e Moscato d’Asti rappresentano valide alternative al Prosecco grazie alla loro adattabilità. Oggi queste bollicine sono sempre più presenti nei bar di tendenza

01 agosto 2024 | 17:30
di Nicole Cavazzuti

Scopriamo come Asti Spumante e Moscato d’Asti stiano trovando spazio nei menu dei cocktail bar più innovativi. Inoltre, offriamo idee pratiche per bartender e appassionati di cocktail riportando ricette e suggerimenti per eventi di degustazione e iniziative speciali.

L'obiettivo è chiaro: valorizzare questi spumanti non solo come eccellenze enologiche ma come versatili ingredienti nei drink, ponti tra tradizione e modernità.

Asti Spumante e Moscato d’Asti: lo stato dell'arte

Iniziamo con il delineare lo scenario. Grazie al boom dello Spritz, al traino della seconda golden age della miscelazione, alla tendenza alla valorizzazione dei prodotti del territorio e alle iniziative dei consorzi per favorire lo sviluppo del mercato legato al mondo dei cocktail, in Italia assistiamo alla diffusione delle bollicine locali metodo Martinotti in mixology.

Se il Prosecco regna sovrano ovunque, complici i volumi di produzione, il prezzo e la pubblicità che il prodotto ha goduto grazie agli investimenti di Campari per rilanciare l’Aperol attraverso lo Spritz, sono sempre più numerosi i cocktail street bar, i bar degli hotel e i catering che decidono di sostituirlo con le bollicine locali. E questo vale anche per Spumante e Moscato d’Asti che, grazie alla loro versatilità, non solo valorizzano il prodotto locale, ma arricchiscono anche l'esperienza di consumo, offrendo nuove e intriganti combinazioni da assaporare.

Asti Spumante e Moscato d’Asti: un’alternativa piemontese al Prosecco ancora poco valorizzata

Detto questo, a essere onesti la loro diffusione in miscelazione rimane ancora limitata, specialmente al di fuori del Piemonte. Le ragioni? Intanto, uno dei punti critici da superare è la generale scarsa conoscenza del mondo delle bollicine italiane. Non solo molti consumatori non distinguono le bolle a seconda dei loro diversi metodi di produzione e ignorano le zone di produzione, ma persino alcuni professionisti non padroneggiano la materia.

E così molti finiscono a preferire il Prosecco per abitudine e per poca conoscenza. Un altro elemento da considerare è il rapporto prezzo-qualità. Il Prosecco, per via dei volumi, spesso ha costi di produzione inferiori rispetto all'Asti Spumante, il che si traduce in prezzi di vendita più competitivi.

Per sostenere ulteriormente la diffusione dell'Asti Spumante e del Moscato d'Asti in miscelazione sarebbe utile sviluppare una strategia di marketing focalizzata sull'educazione del consumatore e dei player dell'ospitalità. Eventi di degustazione, campagne informative e collaborazioni con ristoranti e bar potrebbero aiutare a far conoscere le qualità e le particolarità di questi vini. Non basta: sarebbe utile anche organizzare cicli di serate con Asti cocktail e food pairing nei bar piemontesi per aumentare la sua visibilità e le richieste.

Asti Spumante e Moscato d’Asti: i concorsi come strumento di diffusione

Oggi hanno un notevole ritorno concorsi, sfide creative ed eventi esperienziali. Il Consorzio d’Asti potrebbe non solo ampliare il suo pubblico ma anche sviluppare una community appassionata e fedele promuovendo un concorso per coinvolgere i consumatori con bottiglie di Asti Spumante o Moscato in premio.

Oppure, sponsorizzando una gara dedicata sia ai bartender che agli appassionati di cocktail, divisi per categorie e impegnati a sfidarsi a suon di drink con lo spumante o il moscato d’Asti. Queste iniziative, supportate da una solida campagna di marketing, contribuirebbero a rafforzare l’uso di Moscato e Spumante d’Asti come ingredienti in mixology.

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Alberto Lupini


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