Birrificio Beer In: un viaggio nel cuore della birra artigianale piemontese
Durante Bolle di Malto, evento biellese dedicato alle birre artigianali, abbiamo scoperto il birrificio Beer In di Trivero e il suo legame con il territorio, tra tradizione, innovazione e nuove tendenze di mercato
In occasione di Bolle di Malto, gli organizzatori del grande evento di Biella dedicato alle birre artigianali ci hanno fornito lo spunto per approfondire la conoscenza del territorio locale e constatarne le potenzialità. Uno dei momenti più rappresentativi è stato la visita al birrificio artigianale Beer In di Trivero, località della Valle Strona - Valle Mosso che dista circa trenta chilometri dal capoluogo e che diede i natali a Ermenegildo Zegna.
Birrificio Beer In di Trivero, come nasce e che birre si producono
Beer In è coinvolto in molte attività locali e nazionali, come ad esempio il Primo Maggio di Roma. L’attività brassicola è iniziata nel 2011 dall’idea e dalla passione di Gianni Mazza, ex postino di Portula e dal 2015 socio dell’azienda assieme a Delfo Barberis Negra, Luca Fila Robattino - birraio e responsabile della produzione - e Davide Canazza, al timone della parte gestionale e commerciale dell’azienda. Davide e Luca ci hanno accolto nella sede produttiva e nella taproom spillando birre per un’originale e goliardica degustazione. Le stesse birre che potete trovare al pub Mash nel centro storico di Biella e che Beer In produce in quantità di circa 1.000-1.100 hl/anno, con uno stile “pulito” senza ricercare luppolature marchiane.
Il mercato di riferimento del birrificio è rappresentato in notevole maggioranza dal settore horeca locale e il quesito sugli effetti del covid è stato scontato. Il fatturato ne ha patito per circa il 30% ma per Beer In l’occasione è stata importante per apprezzare una volta di più i buoni rapporti e le sinergie cogli altri microbirrifici della zona, un'unione che rappresenta tuttora un punto di forza per il sistema brassicolo su tutto il territorio nazionale.
Birrificio Beer In, il segreto nel luppolo
Sul muro di fronte allo stabilimento si arrampica un po’ di luppolo selvatico, i cui frutti costituiscono l’essenza aromatica e antimicrobica della birra. Tale pianta, per ragioni climatiche, è coltivata nella fascia compresa tra il 42° parallelo nord (il centro Italia per intenderci) e il 51°, e specularmente nell’emisfero sud. Italian Hops Company sta registrando la quarta varietà autoctona di luppolo coltivata nel proprio luppoleto di Marano sul Panaro (Modena). Nel Regno Unito, invece, vi è abbondanza di piantagioni a sud di Londra e carenza più a nord (chissà se il cambiamento climatico stravolgerà anche questa tradizione). Ecco perché le birre scozzesi sono poco luppolate, meno amare e meno aromatiche delle inglesi, un po’ come le irlandesi.
Tra una chiacchiera e l’altra, nella taproom abbiamo potuto apprezzare diverse tipologie di birre, dalla Gil - classica Pils di stampo bavarese i cui luppoli nobili si sposano magnificamente con le caratteristiche di leggerezza dell’acqua locale - alla Hop Hop (real ale english Ipa 100%), dissertando di tradizione, innovazione e materie prime locali. A tal proposito ricordiamo che l'unico stile di birra italiano riconosciuto ufficialmente è l’Iga (Italian Grape Ale), un incrocio col mondo vinicolo che non può che farci piacere.
La birra secondo Beer In
Beer In ama birre semplici alla portata di tutti, badando alla qualità ma non a mode o voli pindarici. Proprio la qualità dell’acqua delle Alpi Biellesi, che sgorga leggera da rocce granitiche senza tracce di calcio e magnesio, è il presupposto di una birra “bionda” che «Se fatta bene, chiarisce al consumatore abituale la differenza tra una buona birra artigianale e una industriale» dicono Luca e Davide, che immaginano un futuro legato alla territorialità delle produzioni brassicole più che alle novità aromatiche.
Birrificio Beer In, il ruolo dei birrifici agricoli
A questo proposito va dato rilievo ai birrifici agricoli, che fanno birra quasi esclusivamente con materie prime auto prodotte. Slow Food è sensibile al tema e ha valorizzato le filiere di produzione nazionali nella sua nuova Guida alle Birre d’Italia.
Volendo azzardare un parallelo col vino, le birre poco luppolate sono assimilabili alle vinificazioni in acciaio o con leggero affinamento in legno per conferire equilibrio; le barrique nuove che imprimono sul vino un'impronta caratteristica fanno pensare invece a tanti luppoli di diverse tipologie utilizzati insieme per determinare aromi molto fruttati. Per i ragazzi di Beer In, le Ipa più spinte rappresentano un trend poco utile al movimento birrario e destinato a scemare.
Birrificio Beer In, l’evoluzione
Un'altra curiosità da leggere in parallelo col vino, è quella della capacità di maturazione della birra nel tempo: ci siamo sorpresi nell’apprendere che l’evoluzione può durare anche vent’anni con effetti sorprendenti. A proposito di tendenze del settore destinate invece alla conferma e alla crescita, si è toccato il tema delle bevande analcoliche o low alcol. Sensibile alle tematiche no-buzz, Beer In è pronto al lancio della Smart Beer Cre8, con 2,5% alc. e arricchita di guaranà. Altre birre spillate e degustate per l’occasione, la Peru Pistun stile hefe weizen e la Bissa belgian tripel. Molte delle birre di Trivero sono state ovviamente protagoniste nello stand di Piazza Martiri della Libertà nella settimana biellese di Bolle di Malto, contribuendo al successo di una manifestazione che ogni anno fa registrare nuovi record di partecipazione.
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Alberto Lupini