Avanguardia, passione e qualità I valori di Distillerie Berta dal 1866

08 gennaio 2017 | 10:00
di Giuseppe De Biasi
Una bella storia di grappa e di persone. Una frase che prova a racchiudere in poche parole la famiglia Berta di Mombaruzzo (At), borgo a pochi chilometri da Nizza Monferrato, nelle colline ora tutelate come patrimonio Unesco. Una tradizione più che centenaria quella dei Berta (dal 1866 per la precisione prima come azienda vitivinicola e poi come distilleria) nella nobile arte della distillazione ma soprattutto una visione imprenditoriale che tiene conto dei valori sociali e del profondo rispetto del proprio territorio che furono i dettami ideali dell’idea, troppo avanguardistica per essere compresa nell’Italia degli anni Cinquanta, di fare impresa di Adriano Olivetti.

Chicco Berta e il fratello Gianfranco (scomparso prematuramente lo scorso anno) e l'intera famiglia con l'ultima generazione, tutta al femminile, rappresentata dalle figlie Annacarla e Giulia, hanno in comune con il visionario ingegnere di Ivrea soprattutto l’attenzione al concetto di benessere aziendale inteso come funzione sociale.


Gianfranco (detto “Gian”) ed Enrico (detto “Chicco”) Berta

Un welfare da condividere con le persone del proprio staff e del proprio territorio in una sorta di famiglia allargata con una particolare attenzione, per essere in sintonia con un Paese sempre più multietnico, per i “nuovi italiani”, che si traduce in una trentina di dipendenti orgogliosi e motivati di contribuire, con il proprio ruolo, alla fama delle grappe firmate “Berta”. Ma veniamo a parlare del “cuore” dell'attività di imprenditori “sociali” dei Berta, per l’appunto la produzione di grappa di qualità.

Fra le firme storiche della grappa italiana (termine finalmente tutelato dalla Ue come distillato di vinacce esclusivamente italiche) Berta nella persona di Paolo, papà di Enrico detto “Chicco” e Gianfranco detto “Gian”, detiene la primogenitura della grappa invecchiata in legno, ideata come esperimento personale e, al tempo stesso, come espediente per superare un momento critico, quello dell’immediato dopoguerra in cui prezzi erano troppo bassi per recuperare i costi di produzione.

Fu così che Paolo Berta, fresco diplomato in enologia nella prestigiosa scuola di Alba, fece come faceva col vino buono, lo mise in botte aspettando tempi migliori donando ai suoi distillati i profumi e i sapori dei legni in cui aspettano pazienti lo scorrere del tempo.

Il color ambra è diventato così il marchio di fabbrica delle distillerie Berta (anche se non mancano grappe giovani e bianche di pregio come quella di moscato) e la stessa cantina di invecchiamento rappresenta una chicca della nuova distilleria, trasferitasi nel 2009 da Nizza Monferrato a Mombaruzzo, in un bel edificio stile cascina piemontese costruito con un encomiabile rispetto dell’impatto ambientale e del contesto architettonico del territorio.

Vista della facciata della distilleria Berta a Casalotto di Mombaruzzo

Una struttura a più livelli e più aree, che al fronte strada presenta la sala degustazione e vendita, che raccoglie le referenze dell'ampio catalogo (oltre 2 milioni le bottiglie prodotte annualmente, esportate in tutto il mondo) con a fianco un raccolto museo che racconta la lunga storia aziendale attraverso attrezzature, distillatori d’epoca, documenti e bottiglie d’antan.


Vista d’insieme del Museo

Al piano parzialmente interrato la parte produttiva con i distillatori e le condutture dove si sposano tecnologia e tradizione e che grazie all'originale alambicco a corrente di vapore e ad un sistema brevettato di contenitori sottovuoto in grado di conservare per diversi mesi le singole (e limitate) partite di vinaccia senza innescare fenomeni di ossidazione, permettono di mantenere inalterato il livello qualitativo e distillare anche fuori dalla ridotta stagionalità della vendemmia.

Proseguendo verso la vallata costellata di vigneti ci si imbatte prima negli otto ettari di parco di riforestazione autoctona, progetto iniziato nel 2013, con l'aromatico “hortus conclusus", dove crescono verdure e erbe a cui attinge il ristorante del Relais Villa Prato e, a seguire scendendo verso valle, ci si imbatte nelle spaziose cantine d'invecchiamento.

Lo straordinario colpo d’occhio delle cantine di affinamento

Quella principale è una vera cattedrale di 2.100 mq con le navate che contengono oltre 5mila barriques e tonneaux di rovere francese (Troncais d'Allier) e di Slovenia, scenograficamente illuminate dal light designer di Space Cannon (visionaria impresa fondata dal compianto “signore della luce”, Bruno Baiardi in quel di Fubine), gli stessi che hanno ridato vita con incredibili fasci luminosi allo skyline delle newyorchesi Twin Towers. Ritornando nell'edificio principale una sosta obbligata la merita la sede della fondazione dedicata al compianto Gian, luogo dove “il generoso alchimista della grappa” conduceva i suoi esperimenti di assemblaggio e affinamento.

L’interno della Fondazione dove riposano i caratelli della SoloPerGian

Fra foto ricordo alle pareti, vecchi alambicchi in rame, la mitica motocicletta rossa di Gian, opere d'arte e luci d'autore riposano circa 180 caratelli da 100 litri ciascuno (che tra l'altro è possibile acquistare come singol barrel) che contengono uno dei prodotti di punta di casa Berta, la cuvèe “SoloPerGian”, grappa di gran classe, frutto della cuvée di Roccanivo, grappa di Barbera, Tre Soli Tre, grappa di Nebbiolo, e Bric del Gaian, grappa di Moscato, invecchiata 10 anni prima in botti da 1.200 litri e poi in caratelli da 100 litri che le conferiscono una morbidezza e una complessità gustativa in grado di sfidare i grandi distillati del mondo, proprio come l'energia e la passione che caratterizzava colui a cui è dedicata.



L'omonima Fondazione (no-profit) SoloPerGian è nata nell'estate del 2015 con l'intento di sostenere gli artigiani in difficoltà e per dare chance di inserimento lavorativo ai giovani del territorio. È la punta di diamante delle molte attività sociali dei Berta, come il sostegno ai giovani con disabilità pscichico-relazionali sviluppato a fianco dell'onlus milanese “Fraternità e Amicizia”, che ha dato occasione a 15 ragazzi e ragazze di veder girare per il mondo i propri dipinti sotto forma di etichette originali che accompagnano tutti i formati della grappa "Elisi", di cui parte del ricavato serve a finanziare la stessa onlus.

Il marchio della Premiata Fabbrica di Amaretti di Mombaruzzo “Moriondo Carlo” in bella mostra sui cancelli d’ingresso

Un cenno a parte merita la splendida Villa Prato, relais di gusto ricavata da una villa proprio nel centro del borgo antico di Mombaruzzo, e i prelibati amaretti morbidi di Mombaruzzo prodotti dalle Pasticcerie Berta e dalla storica Pasticceria Moriondo Carlo, marchio rilevato e salvato dall'oblio dal 2011 dai Berta, che nella versione classica o nelle squisite varianti, fra cui quella aromatizzata alla grappa, rappresentano un altro spicchio di eccellenze gastronomiche del Monferrato in giro per il mondo grazie alla passione e alla vitalità imprenditoriale dei Berta di Mombaruzzo.

Per informazioni: www.distillerieberta.it

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Alberto Lupini


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