Aquila del Torre, territorio e biodinamica Sei vitigni per 65mila bottiglie all'anno

Vai a capire se sono i grandi vini a esaltare un piatto o se è la buona cucina a nobilitare una bottiglia. Dilemma risolto al Pont de Ferr di Milano nel corso di una degustazione enogastronomica di alto valore

21 maggio 2018 | 10:12
di Gabriele Ancona
Il 18 maggio ha celebrato l’incontro tra l’agricola Aquila del Torre, nel verde delle colline della Doc Friuli Colli Orientali, e la creatività del cuoco Ivan Milani, da pochi mesi alla guida della brigata del ristorante milanese. Una fusione di sapori impeccabile, senza sbavature e incertezze che ha visto sfilare piatti tutt’altro che semplici che hanno trovato nel vino e nei vini della cantina friulana - anche due bottiglie per portata - la loro ragione d’essere, la chiusura del cerchio.



In concreto, il Crudo e cotto di pesce, spuma di mozzarella di bufale e cialda di gamberi ha visto in sequenza sfilare Riesling 2015 e 2012, così come il Refosco dal peduncolo rosso 2015 e il Riserva 2012 ha sposato Cervo in tartare, filetto e carrè con tallì d’aglio e crauti fermentati. Alzando l’asticella, il vertice organolettico è stato raggiunto al momento dei Ravioli ripieni di ricotta e capra in abbinamento a Oasi Bianco 2016, vino secco da uve Picolit, per poi aggiungere salsa al blu di capra e passare a Picolit Docg 2013 passito. Due piatti in uno e due Picolit, secco e dolce.


Ivan Milani e Michele Ciani

«Ci deve essere il piacere di abbinare il vino con il cibo - ha commentato Michele Ciani, che conduce con il padre Claudio l’azienda vinicola - abbiamo voluto dare un taglio identitario ai nostri vigneti, in modo da conferire ai vini una spiccata territorialità. Risale al 2013 la prima vendemmia aziendale certificata biologica: lo richiedeva il territorio con la sua incredibile biodiversità. Dal 2015, al sovescio e all’inerbimento spontaneo abbiamo affiancato le pratiche dell’agricoltura biodinamica con la distribuzione dei principali preparati durante il corso dell’anno per amplificare la fertilità del suolo».



Aquila del Torre, con i suoi 18 ettari vitati, i 66 mantenuti a bosco, un apiario biodinamico, 250 erbe spontanee in vigneto, è un’oasi di biodiversità con al centro la cantina. I vini provengono da uve raccolte a mano in vigneti anche con forte pendenze e terrazzamenti piccoli. Si trovano a Savorgnano del Torre (Udine) nella zona più settentrionale di produzione dei Colli Orientali del Friuli. Godono di un’esposizione costante ai raggi del sole e sono lambiti dalla freschezza marina che arriva dalla riviera lungo la pianura friulana. Le Alpi Giulie li riparano dai venti del nord. I vini provengono da sei vitigni: Picolit (3 ettari), Friulano, Sauvignon Blanc, Riesling renano, Refosco dal peduncolo rosso, Merlot. La produzione annua è di circa 65 mila bottiglie.        

Per informazioni: www.aquiladeltorre.it

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Alberto Lupini


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