Amarone Opera Prima, il grande rosso della Valpolicella racconta il millesimo 2017

L'annata 2017, presentata a Verona, ha regalato un Amarone alleggerito dalle note pesanti dell'appassimento e dotato di buona bevibilità

23 giugno 2022 | 15:53
di Piera Genta

Edizione estiva ed un nuovo format per l’annuale presentazione dell’Amarone, in scena il millesimo 2017 che porta in cartellone due simboli di Verona: l’Amarone e l’Arena. Infatti proprio nel primo giorno di Amarone Opera Prima è andata in scena nell’anfiteatro romano la prima recita della stagione estiva con l’Aida secondo Franco Zeffirelli.

Amarone Opera Prima: gusto e vino 

Il cartellone enoico si è aperto con due masterclass che hanno avuto come palcoscenico il Salone delle Feste del Palazzo Verità Poeta, dimora patrizia del Settecento. “Amarone4wd, off the beaten track” guidata dal critico gastronomico Davide Scapin per scoprire gli aspetti poliedrici del vino e la sua versatilità a tavola. Quattro diversi stili di Amarone sono stati abbinati in blind testing ad altrettanti raffinati piatti di quattro macroregioni internazionali, Mitteleuropa, Sud Est Asiatico, Nord Europa, Usa e Canada interpretate da Nicola Portinari, chef bistellato del ristorante La Peca di Lonigo (VI).

E precisamente Nord Europa: capesante atlantiche arrosto, succo di crostacei, asparagi fermentati e carpaccio di cervo marinato accompagnato da un Amarone definito fresco, servito a bassa temperatura, dal frutto integro, una buona acidità e note evolutive poco marcate. Sud Est Asiatico: anguilla in forno di braci, anguria (non fresca ma disidratata) e angostura con un Amarone definito reciotato, dalle caratteristiche che lo avvicinano al Recioto in cui l’appassimento è protagonista sia al naso che in bocca con un residuo zuccherino abbastanza percettibile e una speziatura dolce. Uno stile prevalente fino alla fine degli anni Novanta. Mitteleuropa: ravioli di bretzel, cavolo capuccio, cren, senape, succo di stinco concentrato con un Amarone definito austero con un raffinato profilo olfattivo dove l’appassimento non è il protagonista ed infine dedicato al Nord America, cheek cherry pie con un Amarone di grande potenza, ottima persistenza olfattiva con i terziari in evidenza. Tutti i vini serviti ad una temperatura ottimale.

 

L'Amarone e il suo successo mondiale 

Il secondo incontro “The boom generation: gli ultimi decenni dell’Amarone dalla sua escalation al successo mondiale”, condotta da JC Viens, italian wine ambassador e Wset educator. In degustazione gli Amarone di sei cantine: Villa Spinosa Guglielmi di Jago 20 anni annata 1998, dedicato agli avi della cantina che hanno iniziato a coltivare la vite a Jago (raffinato, elegante note evolute di frutta matura e leggera mota di cioccolato). Romano Dal Forno annata 2003 Vigneto Monte Lodoletta (ricco di frutta nera stramatura, cioccolato fondente). Cà La Bionda annata 2007 Ravazzòl (ricco ed intenso). Le Guaite di Noemi annata 2010 (note di ciliegia, balsamico con profumi terziari).  Vigneti di Ettore Riserva 2012 (profuma di cacao, rotondo ed elegante) e Villa San Carlo Riserva annata 2016 (piccoli frutti rossi, trama speziata).  

La degustazione tecnica dell'annata 2017 

Nel Palazzo della Gran Guardia affacciato su Piazza Bra, la degustazione tecnica, 39 vini in totale di cui una decina i campioni da botte e quella ai banchi con i 40 produttori. L’annata 2017 è frutto di una annata caratterizzata da un inverno dal clima caldo con scarse precipitazioni, seguito dalle gelate tardive di aprile che però in Valpolicella hanno provocato danni contenuti, grazie soprattutto al sistema di allevamento a pergola. Nei mesi estivi le temperature sono state elevate – talvolta anche con fenomeni siccitosi – con una fenologia della vite in netto anticipo sulla media storica e con una conseguente vendemmia iniziata precocemente (primi di settembre).

La maturazione accelerata ha portato a riscontrare valori elevati per quanto riguarda il tenore zuccherino e l’acidità totale, mentre la dotazione di malico è stata più scarsa rispetto alla media. Sul fronte dello stile, il millesimo 2017 presenta ottima alcolicità bilanciata da buoni profili acidici, oltre ad eccellenti dotazioni in termini di antociani e polifenoli per un vino di piacevole morbidezza e dalle intense colorazioni.

Dalle degustazioni un Amarone alleggerito dalle note pesanti dell’appassimento, dotato di buona bevibilità.

I numeri dell'Amarone 

I dati dello stato dell’arte della denominazione sono stati presentati durante la presentazione di Christian Marchesini, presidente del Consorzio Valpolicella, al convegno: 19 Comuni, 8.600 ettari vitati di cui 1.300 nei confini comunali di Verona, per una produzione di circa 73,6 milioni di bottiglie con un export che tocca circa 90 Paesi al mondo.

 

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Alberto Lupini


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