Cambio della guardia, né inatteso, né non preparato, nella più importante cantina altoatesina all’insegna della sostenibilità e della biodinamica: Alois Lageder, pionere della qualità dei vini altoatesini, al traguardo dei 70 anni, lascia il bastone del comando al figlio Clemens, 34enne, che guiderà la tenuta, affiancato dalla sorella Helena e Anna, che si occuperanno della comunicazione (brand ambassador) e degli eventi, per continuare la tradizione di un’azienda che da due secoli è attiva a Magrè (Bz) ed ha sede in un antico palazzo fra i vigneti.
La famiglia Lageder
Alois passa al figlio Clemens un’azienda che con tenacia e passione si è imposta a
livello internazionale come uno degli esempi di successo per fare vino di lata qualità (anche altissimi) in maniera tradizionale, biologica e
biodinamica. Da una produzione per vino sfuso locale, siamo passati ad una cantina premiato ovunque con 155 ettari di vigneti (in parte gestiti da conferitori) e
1,2 milioni di bottiglie prodotte, fra le quali primeggia da sempre il
Löwengang Chardonnay. Il tutto attuando nella pratica i principi di quell'economia circolare che un obiettivo importante della biodinamica che si basa sul ciclo naturale completo. L'azienda agricola funziona come un microcosmo organico, dove oltre all'uomo convivono una grande varietà di piante e animali. Ed ecco che nei vegneti vengono portate a pascolare le
mucche, per smuovere il terreno e in qualche modo fertilizzarlo.
Basta logica del maso chiuso
Una scelta che era nella logica delle cose da tempo, Clemens è attivo da anni in azienda, e che il papà Alois così ha spiegato, mandando in soffitta la secolare logica del “maso chiuso” che in Alto Adige assegnava la proprietà ai figli maschi: «Avevo 5 sorelle maggiori, i miei genitori pensarono che il capo poteva solo essere il maschio. Ereditai tutto. Ora ho 70 anni, ho deciso di ritirarmi, non sono ammalato né stanco. Ma è giusto che i giovani vadano avanti. Ho diviso la proprietà in modo uguale per i figli. Clemens si è reso disponibile alla totale gestione operativa. Alla prossima generazione entreranno in gioco i nipoti, lui sceglierà il più idoneo per la successione. Ha studiato Sociologia, Enologia e Viticoltura, ha lavorato in mezza Europa e negli Stati Uniti. Tocca a lui».
E la risposta di Clemens è chiaramente all’insegna della continuità: «Non ci sarà una rivoluzione ma un’evoluzione. Continueremo a migliorare in modo cauto e flessibile. E’ un momento duro per subentrare a mio padre. Ma ce la faremo. Ogni anno tutta la famiglia si riunisce per due giorni, prima in un monastero, ora in un maso. Discutiamo, anche litighiamo, ma alla fine facciamo chiarezza sul nostro futuro».
Summa
Con lo stesso spirito innovativo che ha segnato gli ultimi 30 anni della produzione vitivinicola, Alois Lageder è sttao anche l'animatore di uno degli eventi più importante per la valorizzazione dei vini biodinamici, Summa l'annuale manifestazzione ch esi svoklge proprio in cantina. «L’obiettivo con cui organizziamo SUMMA - dice Alois Lageder - è di ritrovarci una volta all’anno insieme ai migliori vignaioli di tutto il mondo nella cornice inimitabile di Casòn Hirschprunn». Summa è una fiera di vino che si distingue per la presenza personale di tutti i vignaioli coinvolti, e un’occasione per tutti gli ospiti di conoscere meglio la bellezza dell’Alto Adige. Da vent’anni, è un momento speciale in cui si percepisce, a tutti i livelli, la ricchezza e l’effetto benefico dei contrasti fra il Nord e il Sud.
Una cantina attiva dal 1823
La storia dell'azienda ebbe inizio nel
1823, allorché Johann Lageder, apprendista artigiano, cominciò a commerciare in vini a Bolzano. I suoi figli e nipoti decisero di acquistare dei vigneti e produrre essi stessi del vino. Alois III, pronipote del capostipite, capì che la varietà climatica dell’Alto Adige poteva diventare un fattore vincente, e nel 1934 acquistò la tenuta Löwengang di Magrè, nella parte meridionale dell´Alto Adige.
Fu lì e in altri villaggi che fece installare dei torchi per produrre vino, e ben presto anche diversi viticoltori cominciarono a conferirgli le proprie uve. Nel 1963, Alois III morì improvvisamente, quando il figlio Alois IV aveva solo 12 anni. Toccò quindi a sua moglie Christiane e alla figlia maggiore Wendelgard rilevare provvisoriamente l’azienda paterna, finché il fratello Alois IV, a metà degli anni Settanta, prese in mano la tenuta insieme a sua sorella e suo marito ed enologo cognato Luis von Dellemann.
Da quel momento, introdusse severi criteri di qualità, adottando al tempo stesso dei metodi innovativi nei vigneti e in cantina che gli valsero un posizionamento più elevato sul mercato. Oggi, i 50 ettari di vigneti di proprietà della famiglia sono interamente coltivati col metodo biodinamico.