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Terre d'Oltrepò, la vendemmia si farà (solo a Broni). E il Consorzio scende in campo

La vendemmia 2025 in Terre d’Oltrepò si farà, ma solo nello stabilimento di Broni. Restano chiusi Santa Maria della Versa e Casteggio. Il Consorzio tutela vini Oltrepò pavese lancia l’allarme: servono prezzi equi per le uve e interventi urgenti. Chiesta una svolta verso la qualità e contro le speculazioni. Anche perché la crisi finanziaria mette a rischio i pagamenti ai soci

02 agosto 2025 | 12:46
Terre d'Oltrepò, la vendemmia si farà (solo a Broni). E il Consorzio scende in campo
Terre d'Oltrepò, la vendemmia si farà (solo a Broni). E il Consorzio scende in campo

Terre d'Oltrepò, la vendemmia si farà (solo a Broni). E il Consorzio scende in campo

La vendemmia 2025 in Terre d’Oltrepò si farà, ma solo nello stabilimento di Broni. Restano chiusi Santa Maria della Versa e Casteggio. Il Consorzio tutela vini Oltrepò pavese lancia l’allarme: servono prezzi equi per le uve e interventi urgenti. Chiesta una svolta verso la qualità e contro le speculazioni. Anche perché la crisi finanziaria mette a rischio i pagamenti ai soci

02 agosto 2025 | 12:46
 

L’unica notizia rassicurante, tra le tante negative, che circola nei corridoi di Terre d’Oltrepò è che la vendemmia si farà. Non era così certa la cosa visto quanto avevano preannunciato questa settimana i revisori che, attraverso una nota, spiegavano che gli stabilimenti di Terre non erano «in grado di aprire gli impianti, non potendo procedere alla manutenzione». Fortunatamente non è così. Nel frattempo, per la prima volta il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese esce ufficialmente con una presa di posizione nei confronti del caso Terre d’Oltrepò lanciato un preciso allarme al territorio del vino. I vertici sono preoccupati dal valore delle uve, prevale incertezza e al tempo stesso c’è la speranza che avvengano compravendite con valori equi, senza speculazioni.

Terre d’Oltrepò, la vendemmia si farà

Nella giornata di venerdì 1° agosto i presidenti dei collegi sindacali della cooperativa e della nuova Spa hanno annunciato con una lettera ai conferitori che la vendemmia si farà a partire dall’11 agosto prossimo. Solo, però, nello stabilimento di Broni. Rimarranno inattivi quelli di Santa Maria della Versa, sede dello storico brand La Versa e quello della cantina di Casteggio.

Terre d'Oltrepò, la vendemmia si farà (solo a Broni). E il Consorzio scende in campo

Terre d'Oltrepò: la vendemmia 2025 si farà solo a Broni
 

La notizia era già circolata giovedì nel corso dell’assemblea dei lavoratori dell’azienda con le rappresentanze sindacali di Uila Uil e Fai Cisl, dal direttore tecnico di Terre che ha, come spiegano i sindacati, «tranquillizzato i dipendenti sul conferimento delle uve a Broni a partire dall’11 agosto in avanti». I presidenti dei collegi sindacali hanno confermato ai soci, tramite una comunicazione ufficiale, che nello stabilimento bronese «sono in fase di completamento le attività di ordinaria manutenzione e che il servizio agronomico sta procedendo al campionamento dei vigneti al fine di predisporre e comunicare come di consueto le date di inizio raccolta».

Terre d’Oltrepò, una situazione intricata

Ma come sarà la situazione dei conferimenti? Sarà particolarmente intricata in quanto, viste le incertezze, alcuni soci hanno già preso contatti con altre realtà del territorio (una trentina hanno stipulato accordi con Torrevilla) nonostante l’obbligo di conferimento totale presso la cantina: ad oggi Terre conta su 280mila quintali di quote sottoscritte. In questo quadro pesano anche i problemi enormi di carattere finanziario, i soci hanno ottenuto solo il 20% dei pagamenti delle uve relative alla vendemmia 2024, circa 10 euro al quintale. E allo stesso tempo non hanno avuto assolutamente garanzie sui pagamenti circa i conferimenti della vendemmia alle porte.

Tutto questo succede alla vigilia di un’attesa raccolta, molto produttiva e secondo gli esperti agronomi anche di qualità. Detto questo è atteso il nome del commissario che dovrà sedersi alla scrivania di Terre per analizzare l’intero quadro finanziario ed aziendale, sarà un compito non facile ma il suo ruolo sarà cruciale per definire il futuro della cooperativa. Il commercialista vigevanese Gino Mario Socci, con alle spalle già esperienze di liquidatore del patrimonio dell’ex cantina sociale di Canneto Pavese, è stato, invece, incaricato, sempre nella giornata di venerdì 1° agosto, come esperto negoziatore dalla commissione della camera di Commercio di Milano Brianza Lodi in materia di soluzione della crisi di impresa voluta dalla gestione Callegari circa la cooperativa.

Terre d’Oltrepò, il Consorzio scende in campo

«Oggi l’Oltrepò pavese del vino deve affrontare una sfida molto complessa, in una situazione congiunturale già non favorevole, ma come Consorzio siamo vicini a tutti i viticoltori e ai dipendenti di Terre di Oltrepò, la cui condizione di crisi ci impone di reagire uniti guardando al futuro - e anche al presente - di un un territorio che di vitivinicoltura vive e per il quale è necessario fare ogni sforzo possibile». Questa, con le parole della presidente Francesca Seralvo, la visione sintetica del Consorzio di tutela rispetto alle vicende che negli ultimi mesi stanno mettendo in luce la grave situazione che riguarda la maggiore cantina cooperativa dell’Oltrepò pavese e dell’intera regione.

Terre d'Oltrepò, la vendemmia si farà (solo a Broni). E il Consorzio scende in campo

Francesca Seralvo, presidente del Consorzio tutela vini Oltrepò pavese

Già da settimane il Consorzio sta seguendo con attenzione e apprensione lo sviluppo della situazione, dialogando con le numerose istituzioni e realtà territoriali con lo scopo di favorire la ricomposizione della crisi in atto, per quanto sia un ente che non ha la possibilità di intervenire direttamente sulle molteplici e complesse dinamiche che tale situazione genera.  «Ci appelliamo dunque alle istituzioni - spiegano dal Consorzio - affinché riescano a trovare un modo per dare sostegno a centinaia di famiglie che fanno parte del tessuto sociale del nostro territorio. Speriamo che almeno i ristori per la peronospora del 2024 potranno essere approvati a breve per dare un segnale concreto di vicinanza». La preoccupazione va al sistema territorio, che rischia di essere fortemente danneggiato a livello economico dal possibile calo dei prezzi legato ai grossi quantitativi di uva che ad oggi non hanno una collocazione.

Così la nota del Consorzio:

«È evidente come tentativi di lucrare su questo fronte rappresentino anzitutto un bieco sciacallaggio sulla pelle di agricoltori già provati e dall’altro un effetto negativo che si può ripercuotere su tutta la filiera. L’auspicio dunque è quello che la compravendita di uva avvenga ad un prezzo equo che sia remunerativo del lavoro svolto dagli agricoltori. Alla luce di questa situazione, ma anche del contesto internazionale, una misura di riduzione delle rese sarebbe stata particolarmente auspicabile; una proposta che, come Consorzio, avevamo avanzato già lo scorso aprile, ma che purtroppo ha incontrato il parere negativo di alcune delle associazioni di categoria. Crediamo che ogni misura che possa portare a una riduzione dell’offerta, come ad esempio la vendemmia verde, vada perseguita se possibile.

Siamo sempre a disposizione di tutti i produttori sia per denunciare tentativi di speculazione, che per agevolare gli incontri tra domanda e offerta. Oltre alle condizioni e alle scelte che hanno portato a questo scenario cupo e a quello che potrà succedere in questa vendemmia, bisogna prendere atto di una situazione che come Consorzio abbiamo stigmatizzato sin da subito, ovvero che l’Oltrepò Pavese se vuole sopravvivere e possibilmente tornare a prosperare non può pensare di farlo giocando solo la carta dei volumi. La transizione verso una politica produttiva incentrata sulla qualità si è dimostrata anche alla luce degli ultimi eventi inevitabile e l’unico auspicio positivo che possiamo trarre da questa crisi è che riesca a far comprendere a tutti i soggetti coinvolti quale sia la strada per il futuro del nostro territorio.

Come Consorzio rinnoviamo l’appello a tutte le istituzioni coinvolte affinché adottino con il minore tempo possibile strumenti che consentano di rispondere ai tanti viticoltori soci di Terre d’Oltrepò, ma anche a tutti i produttori di un territorio che sta lavorando seriamente e concretamente per il rilancio».

Via Sansaluto, 81 27043 Broni (Pv)
Tel +39 0385 51505

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