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Terre d'Oltrepò, ancora polemiche fra Regione e amministratori mentre serve un'intesa

Lo scontro sul futuro della cantina tra soci, Regione Lombardia e partner privati rischia di frenare un piano di rilancio necessario per la filiera pavese, già provata da divisioni interne e crisi di liquidità

 
03 luglio 2025 | 18:57

Terre d'Oltrepò, ancora polemiche fra Regione e amministratori mentre serve un'intesa

Lo scontro sul futuro della cantina tra soci, Regione Lombardia e partner privati rischia di frenare un piano di rilancio necessario per la filiera pavese, già provata da divisioni interne e crisi di liquidità

03 luglio 2025 | 18:57
 

La scelta della Regione Lombardia di scendere in campo, di fatto contro l'attuale gestione della cantina di Terre d'Oltrepò e a fianco di una minoranza di soci contestatori, sta creando non poche polemiche in un territorio dove le divisioni sono forse state da sempre la vera palla al piede per la valorizzazione di tutto il comparto del vino pavese. Lo è a punto che l'assessore regionale Alessandro Beduschi ha voluto rispondere con un suo comunicato a quello diramato ieri dall'amministrazione di Terre d'Oltrepò, che insisteva proprio su questo abbinamento: Regione Lombardia più soci sanzionati o ex soci espulsi per non avere conferito alla cantina le uve della passata vendemmia. Un testo che, comprensibilmente, ha portato ad una contro replica da parte degli amministratori

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La risposta di Beduschi all'amministrazione di Terre d'Oltrepò

«Non corrisponde al vero - afferma Beduschi - che la lista auspicata da Regione Lombardia per il rinnovo della governance della cantina sia espressione di una minoranza. Al contrario, è una proposta nata con l'obiettivo di coinvolgere e rappresentare l'intero territorio, superando le logiche di appartenenza politica o sindacale. Si tratta di una scelta di responsabilità e visione unitaria in un momento di estrema difficoltà». Il termine “auspicata” rispetto alla lista sembra a riferirsi a contatti del passato, anche se di ciò non ci sarebbe mai stata traccia in alcuna comunicazione. E in effetti l'assessore poi aggiunge: «La necessità di una discontinuità nella governance era stata già condivisa con l'attuale amministrazione della stessa. Un'intesa che però evidentemente non sembra voler essere rispettata».

E qui ci sarebbe da chiedersiperché non sarebbe stata rispettata tale richiesta di discontinuità? Forse perché finora la linea degli amministratori della cooperativa è stata approvata con amplissime maggioranze (nell'ordine dell'80% circa)? Il che porta alla considerazione che è legittimo che in ogni azienda ci possano essere opinioni diverse, ma poi qualcuno deve poi decidere sulla base di proposte condivise dai più. Che è poi la posizione degli amministratori della cantina, almeno in base al comunicato di ieri e alla conferma della volontà di continuare nel loro mandato…

Terre d'Oltrepò, ancora polemiche fra Regione e amministratori mentre serve un'intesa

A destra, l'assessore regionale all'Agricoltura Alessandro Beduschi

Ma Beduschi prosegue poi nella spiegazione della sua posizione raffermando che «è altrettanto importante chiarire che il partner finanziario (il socio privato che dovrebbe entrare e nella Spa se i soci daranno l'ok, ndr) non è stato individuato dall'attuale governance, ma da Regione Lombardia. Si tratta di un soggetto che ha creduto e continua a credere nel progetto e che non è vincolato alla permanenza dell'attuale assetto. Il venir meno di questo partner, semmai, potrebbe dipendere unicamente dalla conclusione negativa della due diligence (l'analisi di tutti gli aspetti rilevanti della società, ndr), dovuta all'emergere di elementi oggi non noti, che rendessero impraticabile l'operazione».

E anche questa sembra una novità di non poco conto che apre nuovi scenari: se così è, e non c'è ragione di dubitarne, perché la Regione lo comunica solo ora? E se adesso è stata firmata una Loi, una sorta di lettera d'impegno, chi lo ha fatto e chi è il garante perché all'operazione partecipino anche soggetti terzi a tutela di tutti? Le risposte portano forse a Umberto Calegari, il ceo di Terre d'Oltrepò, contro cui sembrano essersi mossi in troppi, forse per il tasso di novità introdotte, ritenute eccessive per chi pensa di restare ancorato a vecchi schemi aziendali.

Tornando a Beduschi, l'assessore dice che «Regione Lombardia conferma di agire esclusivamente nell'interesse del territorio e per il bene della cantina, impegnandosi nella ricerca di una soluzione concreta e sostenibile a una crisi non provocata dalla Regione stessa, bensì dalle gestioni precedenti. Se la cantina dovesse essere posta in liquidazione, ciò avverrebbe a causa delle condizioni create dalla governance uscente e non certo per effetto delle azioni introdotte da chi, come Regione, sta cercando di evitare questo epilogo».

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Questo ultimo passaggio (l'accusa di responsabilità per una liquidazione) è ciò che può spiegare perché dalla cooperativa sia partita una dura risposta che ovviamente ribalta il ragionamento: «Con grande dispiacere - si legge nel testo - ci troviamo ancora una volta costretti a rispondere pubblicamente alle dichiarazioni dell'assessore Beduschi - con il quale, fino a pochi giorni fa, abbiamo sempre avuto un totale allineamento - che risultano sorprendenti, soprattutto perché formulate in reazione a una ricostruzione fondata su dati oggettivi e riscontri documentali. Da mesi, l'attuale governance ha condiviso con Regione Lombardia le criticità legate alla continuità aziendale della cooperativa, richiedendo l'apertura di un tavolo tecnico con le parti coinvolte. Tavolo che è stato concesso e che ha visto un confronto diretto tra l'attuale management, Regione, Confcooperative e il potenziale investitore, la cui interlocuzione è stata effettivamente agevolata dalla regia istituzionale regionale».

«È tuttavia fondamentale chiarire che tale investitore - pur rappresentando un attore importante - è solo uno dei soggetti coinvolti in un'operazione più ampia e articolata, che prevede, come condizione necessaria, la partecipazione di altri partner individuati grazie all'attività svolta dall'attuale governance. In quel contesto, lo stesso fondo aveva manifestato la necessità di garantire la continuità operativa dell'attuale dirigenza almeno fino al completamento del processo di due diligence, ritenuto elemento essenziale per valutare la sostenibilità dell'intervento. Per questo motivo, l'improvvisa comunicazione istituzionale di una nuova governance - oltre alle modalità, che riteniamo poco rispettose della serietà e dell'impegno profuso - ha suscitato comprensibile stupore, delusione e, soprattutto, rischia di compromettere quanto fatto» hanno scritto i vertici di Terre d'Oltrepò.

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«Desideriamo inoltre chiarire che la Lettera di intenti (Loi), oggi alla base dell'eventuale aumento di capitale, è stata redatta congiuntamente dall'attuale management e dallo stesso investitore, a testimonianza di un concreto spirito di collaborazione e responsabilità nei confronti di tutte le istituzioni coinvolte - hanno spiegato. Per quanto riguarda il rischio liquidazione, vogliamo ricordare che è stata proprio per scongiurare tale scenario - generato da iniziative irresponsabili promosse da una minoranza di soci - che il gruppo ha deliberato, in modo unitario, l'accesso agli strumenti di tutela previsti dalla legge, con l'unico obiettivo di mettere in sicurezza l'azienda e tutelare i conferitori, i lavoratori e l'intera filiera. Le polemiche alimentate in queste ore sono inutili, evitabili e profondamente ingiuste nei confronti di chi, anche dal lato di Regione, con serietà e spirito di servizio, lavora da mesi senza sosta nell'interesse esclusivo del territorio».

Forse, a conti fatti, abbassare i toni ed evitare uno scontro fra liste che aumenterebbe le polemiche già oltre i limiti, e magari una governance che veda anche la presenza di Regione e di alcuni soci oggi di minoranza, potrebbe evitare di gettare la vento le operazioni finora fatte per rilanciare e riorganizzare una cantina da cui, nel bene o nel male, dipende gran parte del futuro di tutto l'Oltrepò, soprattutto in un momento in cui la filiera e la qualità devono esser egli obiettivi prioritari per tutti.

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