Essendo la “Arnaldo Caprai” una delle aziende leader nella produzione del Sagrantino di Montefalco, è sembrato opportuno a Marco Caprai, anima e portavoce della compagine, portare in scena a Milano i gioielli di famiglia, ma un po' alla volta: il Sagrantino è un rosso a cui serve tempo per stemperare i tannini ed acquisire eleganza, il suo ricco corredo di antiossidanti è garanzia di longevità. Detto in soldoni: serve pazienza, all'Antica Osteria Cavallini di Milano il boss del Sagrantino è arrivato con l'annata 2021, ben sapendo che tra 10 anni questo rosso imponente avrà ancora da regalare sensazioni e, perché no, anche visioni (dopo il quinto bicchiere).

Arnaldo Caprai è una delle aziende leader nella produzione del Sagrantino di Montefalco
Arnaldo Caprai, la storia
Siamo nel 1971 quando l'imprenditore tessile Arnaldo Caprai acquista 45 ettari a Montefalco per dare inizio a una nuova avventura, questa volta in campo agricolo; arriviamo al 1988 e la conduzione aziendale passa di mano. È il figlio Marco a proseguire, lanciando con grande passione un progetto per la valorizzazione del Sagrantino, vitigno autoctono dell'Umbria dalle grandi potenzialità produttive: che si affermano in tutto il mondo, nei decenni successivi, dando ragione al coraggio manageriale del padre e del figlio. Un successo testimoniato dai riconoscimenti che si susseguono: Top 100 Wine Spectator, Platinum Merano Wine Award, Miglior Vino d'Italia Bibenda, Cantina Europea dell'Anno Wine Enthusiast, Premio all'Innovazione amica dell'ambiente Legambiente, Cantina dell'Anno Vini d'Italia Gambero Rosso, Super Tre Stelle Guida Oro Vini di Veronelli, per citarne solo alcuni. Non si realizzano a caso, insomma, le cifre robuste esibite con la presentazione dell'Anteprima Sagrantino 2021: stiamo parlando di 850.000 bottiglie per anno, 163 dipendenti, 160 ettari di vigneto, 30 paesi destinatari di esportazione.

Marco Caprai
«Comincerei con il presentare l'annata 2021 - spiega Marco Caprai-, poiché non dimentichiamo che quando si parla di agricoltura il meteo è il punto di partenza. Il dicembre 2020 è stato particolarmente piovoso, si sono superati i 200 mm, con temperature di poco al di sotto della media. Se saltiamo a marzo 2021, dobbiamo ricordare un andamento piuttosto rigido fino ad arrivare a -6°C, evento non comune. I danni veri e propri sono arrivati nella prima decade di aprile, che ha visto le minime arrivare di nuovo a -6°C. A maggio abbiamo affrontato le prime infezioni da peronospora, luglio e agosto sono stati caldi e asciutti come da copione. Se ci focalizziamo sul Sagrantino, bisogna tener conto che l'uva si vendemmia entro la prima metà di ottobre, e il 2021 proprio in quel momento ci ha regalato un crollo delle temperature, durato poi per tutto il mese. Riassumendo, abbiamo attraversato condizioni climatiche intense e mutevoli che hanno messo alla prova i vigneti e determinato produzioni variabili a seconda delle zone, ma con un risultato comune: vini di grande complessità e struttura. Meno quantità e migliore maturazione delle uve allo stesso tempo, ad esaltare la profondità aromatica e la longevità».
Arnaldo Caprai, i vini degustati
Dopo le dovute premesse, perché non si capisce l'esito se non si va all'origine, eccoci a tu per tu col Montefalco Sagrantino Docg “Collepiano” 2021: affinato per 22 mesi in barrique e 6 in bottiglia, sfoggia subito un rosso rubino intenso, destinato a sfumare nel granato con gli anni. Al naso, emergono profumi intensi di frutti rossi maturi, ciliegie sotto spirito, spezie e sentori di cioccolato fondente e tabacco: si aggiunga un leggerissimo aroma di vaniglia. Al palato, non passa inosservato l'ingresso vigoroso su note di prugne e more e si confermano le percezioni olfattive di spezie e cioccolato.

Arnaldo Caprai, i vini degustati
A seguire il Montefalco Sagrantino Docg “25 anni” 2021: prodotto per la prima volta nel 1993 a celebrare le nozze d'argento di Caprai con la viticoltura, da allora continua a declinare la potenza e l'eleganza del vitigno con una personalità tutta sua. Anche qui affinamento medio-lungo, 24 mesi in barrique e 8 in bottiglia, che non incide sulla lucentezza del colore. I sentori fruttati sono riconducibili a visciola e prugna, non manca qualche traccia di ematico nel sottofondo. Al palato è morbido e suadente, la freschezza ben presente si combina con un tannino tenace, e tutt'e due si ritrovano in un lieto fine assai persistente. Una bevanda da occasione speciale, che all' Antica Osteria Cavallini di Milano hanno voluto affiancare ad una classica bistecca alla fiorentina: come dire che quando un Montefalco Sagrantino fa la sua parte con maestria non c'è bisogno di scatenare l'inventiva, in cucina, ché una primadonna basta e avanza. Ma ciò non significa che il “25 anni” abbia esaurito il suo mandato: va aspettato, è un rosso da far invecchiare, tra dieci anni saprà dirci cose nuove.
Arnaldo Caprai, non solo Sagrantino
Proprio come l'azienda agricola “Arnaldo Caprai”, che ora come ora si impernia su Sagrantino, Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon per i rossi, e Grechetto, Chardonnay e Pinot nero per i bianchi: ma il mercato si fa sentire e detta legge, ci ha ripetuto Marco Caprai senza perdere il sorriso, e quindi stiamo attenti agli spumanti e alle altre proposte meno legate al territorio che risultano già in progetto, presso l'azienda di Montefalco. Non si molla di un centimetro, in sostanza, il ruolo di leader faticosamente conquistato sarà difeso con tutte le forze.
Località Torre 1 06036 Montefalco (Pg)