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Angelo Gaja: «Un abuso equiparare il vino a superalcolici e aperitivi»

Angelo Gaja, noto produttore di Barbaresco (Cn), sottolinea la differenza tra il vino e altri alcolici, evidenziando la natura unica dell'alcol di fermentazione e l'importanza di tutelare la specificità del vino

 
13 febbraio 2025 | 14:33

Angelo Gaja: «Un abuso equiparare il vino a superalcolici e aperitivi»

Angelo Gaja, noto produttore di Barbaresco (Cn), sottolinea la differenza tra il vino e altri alcolici, evidenziando la natura unica dell'alcol di fermentazione e l'importanza di tutelare la specificità del vino

13 febbraio 2025 | 14:33
 

Non si può confondere il vino con altre bevande alcoliche solo in virtù di una gradazione alcolica comune, anche considerato che le tipologie di alcol sono diverse. È chiaro il messaggio lanciato da Angelo Gaja, titolare dell'omonima azienda di Barbaresco (Cn) che sottolinea con forza come non sia possibile accostare ed equiparare tra i loro i diversi prodotti alcolici facendoli rientrare in modo indiscriminato in un'unica categoria “alcol”.

Angelo Gaja: «Un abuso equiparare il vino a superalcolici e aperitivi»

Angelo Gaja

Il vino non è una bevanda alcolica come tutte le altre

«È ormai consuetudine equiparare il vino a superalcolici ed aperitivi unicamente a causa della componente alcolica che hanno in comune. Si tratta di un abuso che dura da troppo tempo», sottolinea con forza Gaja secondo cui è bene sottolineare che «esistono infatti tre tipologie di alcol».

Quindi spiega: «Alcol di fermentazione, immutato da 10.000 anni, da quando il vino è nato, prodotto dai lieviti che si depositano sugli acini d'uva, agenti della fermentazione alcolica, ed è frutto di un processo che è il più naturale, il più bio in assoluto. L'alcol così prodotto è il costituente principale nonché primordiale del vino e si accompagna ad un 3% di altri componenti, il resto è acqua. Alcol di distillazione, prodotto dall'arricchimento di alcol a mezzo dell'impianto di distillazione. È frutto della volontà del produttore di realizzare una gradazione alcolica più elevata e far così rientrare la bevanda nella categoria dei superalcolici: durante la distillazione viene persa buona parte degli altri componenti del vino. Alcol di addizione, è quello intenzionalmente aggiunto per la produzione di aperitivi e similari attingendo dall'alcol puro di distillazione, privato totalmente dei componenti del vino, in percentuale idonea e in mescolanza ad acqua, materia colorante, aromatizzanti. Ancorché la molecola sia la stessa, sono la natura e la funzione dell'alcol presenti nel vino, superalcolici ed aperitivi a renderli profondamente diversi».

Vino, tutelare la sua specificità

Per il produttore «non si tratta di stabilire gerarchie o fomentare la competizione tra diversi prodotti ma solo di offrire il massimo di chiarezza ai fruitori: far credere che il consumo di vini, spiriti o aperitivi sia analogo o anche solo simile è fuorviante e scorretto proprio per le finalità e diverse modalità di assunzione». «Con la demonizzazione in atto dell'alcol la confusione diviene per il vino fortemente penalizzante. Va chiesto a produttori, comunicatori, fruitori di battersi affinché l'immagine del vino venga separata e percepita in modo diverso da quella di superalcolici, aperitivi e similari: e che a portare avanti il progetto siano le associazioni di produttori che nel loro nome includono la parola “vino” ».

Angelo Gaja: «Un abuso equiparare il vino a superalcolici e aperitivi»

Per Gaja, non si può equiparare il vino ad altre bevande alcoliche

Quindi conclude: «Nessun'altra bevanda prodotta in Occidente ha lo spessore culturale del vino: che affonda le radici nell'umanità, storia, cultura, paesaggio, tradizione, religione. Già Noè, nella Genesi, cessato il diluvio e sceso dall'arca, piantò per prima la vite perché si potesse godere del vino come alimento e per festeggiare in compagnia».

Via Torino 5 12050 Barbaresco (Cn)
Tel +39 0173 635158

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