È stato il Barbera d’Asti Wine Festival a trasformare Piazza Alfieri nella grande porta d’ingresso al Monferrato: per tre giorni migliaia di visitatori hanno affollato Asti tra degustazioni, incontri e scoperte, facendo della città la capitale del Barbera. L’evento, promosso dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, fa parte del progetto europeo “Autenticità & Sostenibilità - Scopri i sapori dei territori protetti d’Europa”, dedicato alla valorizzazione dei prodotti di denominazione geografica e delle filiere responsabili.

Il Barbera d’Asti Wine Festival ha trasformato Asti nella capitale del Barbera
Comunicare il vino oggi: autenticità e linguaggio semplice
A dare il via il talk d’apertura “Sorsi di Futuro: sostenibilità, giovani e territorio di vino”, che ha affrontato il tema cruciale dell’avvicinamento delle nuove generazioni al mondo del vino attraverso una comunicazione semplice, autentica e accessibile. Moderato dal vicedirettore de La Stampa Federico Monga insieme al giornalista Rocco Moliterni, il convegno ha visto gli interventi di Filippo Mobrici, vicepresidente del Consorzio, di Stevie Kim, fondatrice di Italian Wine Podcast, e dello chef Antonino Cannavacciuolo, tre stelle Michelin.
«Il Barbera è un vino popolare - hanno ricordato i relatori - era il vino dei contadini, per tutti e di tutti, e dovrebbe essere percepito tale anche oggi». Stevie Kim ha sottolineato l’importanza della semplicità nella comunicazione: «I ragazzi cercano autenticità. I video brevi, i contenuti imperfetti funzionano perché sono veri. Il vino deve tornare a parlare così, con un linguaggio diretto e umano». Cannavacciuolo ha invece richiamato il valore educativo del vino: «Abbiamo reso vecchio il vino con un linguaggio troppo tecnico. Dovremmo ripartire dalle scuole: far capire che il vino è storia, è cultura, è l’uomo stesso».
Un festival che porta Asti al centro del Monferrato
Il convegno ha così tracciato la rotta di un festival che, oltre alla degustazione, ha saputo parlare di identità, sostenibilità e futuro. Il programma del Festival ha intrecciato momenti di approfondimento e esperienze dirette, come le quattro masterclass tecniche condotte da Aldo Fiordelli, Veronika Crecelius, Pietro Russo MW e Costantino Gabardi, che hanno raccontato le molte sfumature della Barbera d’Asti docg, del Ruchè di Castagnole Monferrato Docg. Gabardi, in particolare, ha guidato una sessione dedicata al dialogo tra vitigno, terroir e tecniche di vinificazione sostenibile, in un confronto che ha entusiasmato winelovers e professionisti.

La masterclass tenuta da Costantino Gabardi
Grande successo anche per lo show cooking dello chef Gianluca Renzi, resident del ristorante stellato Le Cattedrali di Asti, che ha proposto un fungo cardoncello cotto a bassa temperatura con trombette dei morti, sesamo nero tostato, alga codium e crema di aglio nero di Voghiera: un piatto manifesto della sua cucina circolare, dove nulla si spreca e ogni scarto diventa risorsa.