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Sicilia, un viaggio dal Marsala all'insolito universo rosso dell'Isola

I passiti siciliani a bacca nera e il Marsala rappresentano un'eccellenza vinicola della regione: aromi complessi, tannini raffinati e dolcezza bilanciata li rendono ideali per pairing con dolci e piatti gourmet

 
09 gennaio 2025 | 09:30

Sicilia, un viaggio dal Marsala all'insolito universo rosso dell'Isola

I passiti siciliani a bacca nera e il Marsala rappresentano un'eccellenza vinicola della regione: aromi complessi, tannini raffinati e dolcezza bilanciata li rendono ideali per pairing con dolci e piatti gourmet

09 gennaio 2025 | 09:30
 

I numeri della prima tornata di “Sicilia in Dolce”, l'evento enogastronomico imbastito da Ais Sicilia - sezione di Taormina, sono 53 tra cantine produttrici di vini dolci, passiti e vendemmie tardive siciliane e 31 invece le pasticcerie che hanno potuto abbinare i loro prodotti. Durante il periodo natalizio nessuno si è fatto ripetere due volte di poter “sgraffignare” qualcosa di estremamente zuccheroso e appagare quella voglia di calore che solo determinati vini di immensa storia e/o liquorosi possono concedere come il Passito da uve a bacca nera (già delle chicche di alcuni stoici imprenditori e meno frequenti nella creazione, rispetto a quelli a bacca bianca) e come la prima Doc in Italia nel 1969 ovvero il Marsala. Sempre, nell'occasione, tra l'altro si è chiuso il “MarsalaDOCFest” per onorare i 250 anni della sua memoria.        

Sicilia, un viaggio dal Marsala all'insolito universo rosso dell'Isola

Passito e pasticceria: un abbinamento perfetto

Sicilia in Dolce, l'insolito universo rosso dell'Isola

C'è una indole gastronomica nei passiti. Tensione acidica e tannicità per i passiti possono rendere duttili gli abbinamenti. Gli abbinamenti cromatici nascono dalla suggestione cromatica come per esempio i rossi passiti con il cioccolato o il caffè. La seconda Masterclass della Kermesse è stata condotta dal responsabile eventi Ais Sicilia, Gioele Micali e il suo omologo per Ais Eventi Taormina, Gianluca La Limina. La magica leva dei tannini è necessaria per il rapporto tra parte fresca e parte acida. Il tannino può essere verde caratteristica dei vini giovani, a volte può essere più felpato dei vini più maturi. Qui l'alcol va a giocare un ruolo importante nella parte glicerica con una dolcezza composta e dell'astringenza.

Disiato

Per l'Azienda Agricola Fenech, attiva da due secoli, c'è il patron Franco Fenech, arrivato dall'isola di Salina, in particolare da Malfa, dove la coltivazione dei vigneti abbraccia territori che manifestano una miscela di elementi naturali come singolari microclima e biodiversità, oltre ad una fertilità di zona, grazie alla genesi vulcanica. Franco Fenech porta il Passito di Corinto Nero “Disiato” 2016, «il cui appellativo - rivela - è stato conferito dall'amabile scrittore Camilleri che ha sperimentato questo vino grazie ad Attilio Scienza e a Giacomo Tachis. Il ceppo di questo vitigno - che è Corinto Nero (uva sultanina con acino piccolissimo che appassisce presto e dal sapore dolcissimo) - non è stato attaccato dalla Fillossera, in quanto giunge nell'arcipelago eoliano tramite delle anfore contenenti questo succo e trovate in fondo al mare in Grecia, poi trasferite da Siracusa a Lipari, Panarea e Filicudi. Il Corinto Nero viene lavorato con metodo Solera, messo nelle barrique per produrre un vino muto - perpetuo, per integrare ogni anno 100-200 litri e per bypassare la mancanza di sistemi di refrigerazione dell'epoca del nonno». La “Minutedda”, come uva antichissima che non ha più nocciolo, ha un carattere per cui non si può realizzare vino fermo. La scollatura si faceva in un sacco, poi andava nella damigiana e si convertiva un vino Perpetuo.

Sicilia, un viaggio dal Marsala all'insolito universo rosso dell'Isola

Disiato, il Passito dell'azienda Fenech

«Mio nonno Francesco (e anche il bisnonno) - ricorda “Sir Franco” - era un maestro bottaio, migrato in America nel 1888. Mio padre usava mani e piedi ed era considerato una sorta di santone per il tipo di operazione del Perpetuo. Le famose damigiane accumulavano questo prodotto denso a cui si aggiungeva la Malvasia. In passato, ho ricevuto la consulenza di Giuseppe Gangemi, enologo di Antichi Vinai. La sua grande intuizione è stata quella di farmi adoperare il prodotto dopo otto - nove anni ottenendo un vino splendido, tra Chinato e Maderizzato, di cui realizzo 500 bottiglie con una Viticoltura Eroica». E dobbiamo essere fortunati ad assaggiarlo in Sicilia in Dolce. Il Corinto Nero diverte e può essere abbinato al cioccolato all'80% oppure con il foie gras. Aranciato scarico marron glacé, cioccolato, cherry, al palato calore che ritorna, tannino, profondità che richiama alla pera; pur non essendo fortificato sembra di masticare qualcosa di erbaceo e tisana. La famiglia di Franco Fenech poggia su tre generazioni di origine maltese a partire dal 1760. Due fratelli, mercanti di mare, scappano e approdano a Lipari; altri a Palermo e Sciacca. Uno di questi fratelli si è sposato con una discendente La Greca di Lipari con cui ha avuto due figli e di cui uno ha studiato con il Papa (storia documentata) che lo nomina Padre provinciale dell'Ordine dei Cappuccini Francescani del Meridione d'Italia, Padre Felice Fenech. Il fratello è diventato a sua volta maestro d'ascia e maestro bottaio e si è spostato a Rinella; da lì ha traslocato a Malfa. Il logo nell'etichetta è il simbolo della chiesa che si trova a Salina - località San Pietro.

Kaid

Dal sole e sale di Salina andiamo a Camporeale con la famiglia Alessandro, dove da sempre dal 1989 si trova il Sirah “Kaid”, unico internazionale nella batteria, versatile, vendemmia tardiva Doc Sicilia. Trasparenza aranciata, note rubine, grande giovinezza. Spezie, macinato di pepe nero attrattivo al naso, amarena, note di fieno, menta che si fonde al cioccolato, naso fresco, in bocca tannino quasi vegetale, dimensione salata. 

Lu Disiu

Per il terzo vino “Lu Disiu”, ci spostiamo a Randazzo dalla Tenuta Al-Cantara dove arte, vino e poesia si fondono grazie a Pucci Giuffrida. Nell'etichetta è ritratta una donna con petto prominente: vuol dire che è in gravidanza e ha un desiderio dovuto al suo stato interessante. Il direttore commerciale Gianluca Cali spiega che la casa del ‘700 dell'azienda è stata adibita a museo con opere d'arte tutte diverse e una cantina per le nocciole. 10 ettari a Randazzo. Il must è il Nerello Mascalese da cui per esempio si ricavano anche due grappe e uno spumante; la cantina ha vinto anche una medaglia d'oro a Bruxelles con il Cabernet Sauvignon e produce un Carricante con i suoi 13 ettari. L'avvento di una pressa che attua una pressatura soffice e tante altre procedure sono state portate dalla presenza dell'enologo Salvatore Rizzuto. Questa referenza stupisce. A questo si abbinano quattro generi di dolci: Torrone di “Tentazioni e sapori” di Caltanissetta dove sappiamo che il Torrone è presidio Slow food 45% di niente di sulla, 45% di mandorle e 10% di pistacchio, tutto molto armonioso; frammento di pignolata tipica nella tradizione messinese della Sala Ausilia ad Itala. Ad accompagnare il vino, il panettone del maestro pasticcere peloritano Lillo Freni.  

Sicilia, un viaggio dal Marsala all'insolito universo rosso dell'Isola

Una degustazione di Passiti a bacca nera

Passadinero

Quarto vino “Passadinero” con Tenute Lombardo esistenti da oltre 20 anni. Uno dei titolari presenti Gianfranco, che è anche agronomo, illustra il suolo calcareo nella provincia di Caltanissetta (Reale di Canicattì a 600 metri sul livello del mare, terreni molto freschi e drenati), dove il vitigno autoctono è il Nero d'Avola. Nel 2006 rinnovo dell'azienda. L'enologo Tonino Guzzo ci ha permesso di realizzare anche il passito da Nero d'Avola 100% Vendemmia tardiva Sicilia Doc. Noi raccogliamo il Nero d'Avola nella prima decade di ottobre. Con il taglio del tralcio abbiamo risolto il problema dell'umidità. Affinamento in acciaio per sei mesi e legno per un anno e altri sei mesi in bottiglia. Qui abbiamo colori fitti ma iridescenti, naso etereo, nota elegante della tintura di iodio, smalto, china, florealità, note antiche di rosolio, ciliegia sotto alcol, sembra di masticare un Mon Chéri, acidità dritta, sorso intrigante. L'integrità del frutto è stata mantenuta.

Kio

Altra etichetta è quella di Cambria a Furnari (Me) con il Passito Terre Siciliane Igt “Kio”, prodotto da uve di Nocera in purezza, in una Tenuta di sole 2 ettari nella collina di Mastronicola (a destra Milazzo e a sinistra Tindari). Due mesi in acciaio, un anno in barrique a media tostatura, 2400 bottiglie tutte numerate. Questa è la 2018. Ad esporre le qualità straordinarie della cantina che ha una connessione con Giulio Cesare è Nino Pelleriti - braccio destro del proprietario Nino Cambria. “Kio” era l'ultimo dei Mamertini che «lo utilizzava forse come Redbull». È una uva cerniera tra le due Doc dello Stretto e si localizza anche in Calabria. Confezionato manualmente e anche il cofanetto natalizio è andato a ruba. Va incontro ad una fase di co-pigmentazione che viene classificata come uva blu con carica antocianica con una vocazione per l'appassimento. Qui possiamo parlare di “una sorta Pocket Coffee”, con una evoluzione del balsamico, come una crema di menta, note vegetali che curano nelle note del sottobosco, tannino saporito di grande piacevolezza al gusto. Chiudiamo con la parte dell'arte dolciaria con il maestro gelatiere Giuseppe Arena che ha realizzato il gelato fondente al 78%, mono origine ugandese, a base d'acqua con sentore di frutta a guscio, cremosità con fibre del proprio cioccolato. Questo va ad accompagnare sia il Passito Kio ma anche il Passito Rosso Terre Siciliane Igt di Feudo Montone della provincia di Agrigento.

Gocce d'autunno

Ci spostiamo a San Lorenzo con Gocce d'autunno 2018 da Nero d'Avola, qui mare stupendo, a Noto - Siracusa, con la Cantina Marilina e il suo patron Angelo Paternò. La cantina nasce per un innamoramento della zona perché quel triangolino che va da Noto a Porto Palo, la zona più assolata della Sicilia, la seconda più ventosa dopo Trapani. Paternò racconta che lì già c'erano Grecanico, Nero d'Avola e Moscato, su cui abbiamo puntato e declinato nelle varie etichette senza accavallamenti. Partiamo dalla riserva che è il Rosso di Federica che sta in legno per due anni. «Noi dal Nero d'Avola facciamo anche l'aceto - afferma Paternò - e le mie due figlie sono state così gentili perché mi hanno dedicato proprio il nome dell'aceto». L'azienda da 23 anni è in biologico certificato sostenibile dal Ministero. «Noi prendiamo i vitigni all'interno dell'azienda e li reimpiantiamo». Il Moscato Bianco di Siracusa ha delle specificità che non si trovano altrove. Il Nero d'Avola addirittura in quest'area ha conferito i natali ad altri. Grande riconoscibilità all'olfatto come un richiamo al frutto appassito, crema paté d'oliva, nota elegantemente sapida, presenza fantasma del tannino perché c'è idea di spina dorsale, struttura con naturale connotazione tannica ma equilibrata. È stato servito in abbinamento al panettone di Lillo Freni.

Sicilia in Dolce, omaggio al Marsala

Il terzo momento di questo evento "Sicilia in Dolce" 'curato dalla vicepresidente di Ais Sicilia Mariagrazia Barbagallo e Cinzia Mastrangelo. Qui, c'è stata anche l'incursione del sindaco di Taormina Cateno De Luca. Il Marsala ama viaggiare: fu il primo vino italiano a raggiungere e conquistare i palati della gente d'oltre Manica. Ad iniziare è stato nel 1778 John Woodhouse, poi il commerciante di stoffa John Ingham fino ai Whitaker e ai Fiorio che dalla Calabria arrivano in Sicilia. Nel 1900, erano circa 120 cantine di Marsala mentre nel Dopoguerra, ma questo prodotto ha vissuto un periodo buio ed era necessario che subisse un rinnovamento. Con la nascita del Consorzio di tutela Marsala Doc comunque 17 aziende si riuniscono e crescono insieme. Secondo il disciplinare del 1984 ci sono due categorie Oro e Ambra con uve a bacca bianca e Rubino con Nero d'Avola, Nerello Mascalese, 30% uve bianche. La classificazione è fatta in base all'invecchiamento (1, 2, 4, 5 e 10 anni) e in base al residuo zuccherino. 

Cantina Rallo

La Cantina Rallo è stata fondata da Diego Rallo nel 1860 che si estende tra Trapani, Marsala e Pantelleria con l'ubicazione dei vigneti che è nella riserva dello Stagnone. L'azienda va a trattare il semisecco e l'etichetta Mille ha trovato il suo habitat qui. Ha una pressatura soffice e un affinamento in legno per dieci anni. Una brillantezza e il sole nel calice con sensazione di benessere, sentito mielati, passito, note vegetali, eccitante sensorialità sedi e i sensi ma non li invade con un paniere di frutta secca, datteri, fichi secchi, sorso caldo. 18% alcol.

Marco De Bortoli

Poi, Marco De Bartoli ha voluto fortemente elevare il livello del Marsala. Amava le macchine però ha acquistato le terre da sua madre Josephine. Tutto sorge al Baglio “Vecchio Samperi”, di proprietà della famiglia da oltre due secoli. Il terreno da cui deriva questo Marsala, in particolare, ha la forma di una miccia. Il “Vigna La Miccia” 2018 Marco De Bartoli è Oro Superiore Riserva Doc semisecco, dalla spiccata raffinatezza, con note fruttate di mandorle e nocciole tostate, valorizzate dalla vinificazione a freddo. Questa realtà imprenditoriale si avvale di appezzamenti, oltre che a Marsala, a Pantelleria e sull'Etna versante nord (quest'ultima con la Linea DBE, seguita dal primogenito Renato mentre l'azienda è nelle mani di tutti e tre gli eredi di Marco che tramandano la sua filosofia: oltre a Renato, Gipi e Sebio). Questa etichetta in degustazione ha origine da vigneti di almeno 20 anni, localizzati nel comune di Samperi, il cui antenato è Vecchio Samperi (vino di Marsala e non la definizione odierna di Marsala, il primo nato dal patron Marco nel 1980. Il “Vigna La Miccia” è una “creatura fortificata” dallo stile profondo e intenso caratterizzante la storica tenuta.

Sicilia, un viaggio dal Marsala all'insolito universo rosso dell'Isola

Mariagrazia Barbagallo e Cinzia Mastrangelo

Martinez

Ancora, Marsala Martinez 2010 “La Madre”: affinamento in rovere, avvolgente quasi come una carezza, una sapidità che non li rende stucchevoli ma energia e dinamicità. Il vino si deve bere ma anche abbinate per far sì che la piacevolezza duri per sempre. Il Marsala nasce vergine con una nota autorevole e adesso ha maggiore internazionalità. Sentori di Albicocca, profilo fortemente caratterizzante, più avvolgente, sinuoso, vino generoso, dedicata alla nonna Tanina con una dolcezza preponderante non stucchevole, vecchio stampo, fortemente didattico. Vedi Barolo Boys che vogliono uno stile che rispecchia l'anima del produttore, un quadro che ha i suoi colori e il suo tratto. Martinez è rimasto nel suo Mood da conservatore. 

Cantine Intorcia

Le Cantine Storiche di Marsala sono cantine ereditate. Per esempio Cantine Intorcia che inquadrano il Quinto vino della batteria (Linea Heritage ha vent'anni con 15 di invecchiamento) che hanno effettuato sempre degustazioni molto interessanti. L'erede Francesco ha una storia intramontabile di tre generazioni in un terreno sabbioso. Heritage è frutto di una selezione esclusiva.  Il Marsala non è mai scontato. Questo di oggi del 2004 è Superiore Vintage Ambra Dolce da uve Grillo. Note mielate, più un vino di meditazione.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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