In alto i calici. I Vignaioli indipendenti del Trentino tornano a Riva del Garda (Tn) sul "red carpet" di Hospitality, il salone internazionale dell'accoglienza in calendario dal 3 al 6 febbraio. Saranno presenti dopo una prima edizione “zero” - quella del 2024 - che ha riscosso un grande interesse tra gli operatori del mondo Horeca che hanno visitato la fiera rivana, leader in Italia per quanto riguarda il settore dell'hotellerie e della ristorazione. Sarà il Consorzio Fivi del Trentino a curare lo spazio riservato ai Vignaioli indipendenti.
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Ci saranno anche i Vignaioli indipendenti alla fiera di Riva del Garda (Tn)
I numeri e gli eventi della 49esima edizione di Hospitality
Il percorso espositivo della 49esima edizione di Hospitality è arricchito da oltre 100 eventi con più di 110 speaker tra formazione e iniziative pensate per offrire agli operatori dell'industria dell'ospitalità e della ristorazione idee, soluzioni e strumenti innovativi per far crescere il business.
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Il team di Riva Fierecongressi: Alessandra Albarelli, Roberto Pellegrini e Giovanna Voltolini
In fiera saranno presenti operatori europei provenienti da Albania, Finlandia, Germania, Regno Unito, Lituania, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria, ed extra europei: America Latina, Egitto, Kenya, Arabia Saudita. Annunciata poi la presenza di molti vip: tra i più attesi il critico enogastronomico Edoardo Raspelli di "Melaverde" e il conduttore di "Linea Verde" Peppone Calabrese.
I gemellaggi con i vignaioli di Veneto, Alto Adige, Friuli e Marche
I Vignaioli trentini saranno presenti con oltre 40 aziende associate, mentre l'intero padiglione ospiterà altrettante aziende gemelle del Veneto (in particolare dalla Valpolicella), dell'Alto Adige, del Friuli, delle Marche e della Toscana. Un'area sarà dedicata agli artigiani del cibo - curata dalla Camera di commercio di Trento e da Slow Food Trentino - con un protagonista insolito: il miele, accompagnato da tavoli dedicati ai cereali e ai formaggi. «I vignaioli sono tornati con piacere ad Hospitality per incontrare quello che da sempre è il nostro principale canale di vendita, il mondo Horeca, che vede in questa fiera uno dei suoi principale luoghi di incontro» ha dichiarato la presidente del Consorzio Vignaioli del Trentino, Clementina Balter.
«Dopo una prima edizione chiusa con numeri molto positivi abbiamo deciso di tornare con uno sguardo nuovo, volto al ruolo del vignaiolo non solo come produttore, ma anche come attore della filiera dell'ospitalità e dell'accoglienza attraverso la valorizzazione del proprio prodotto e il racconto del proprio territorio in chiave turistica. Sempre di più le nostre aziende aprono le porte a turisti e appassionati, facendo vivere esperienze uniche che creano valore aggiunto per tutto il sistema dell'ospitalità territoriale».
Enoturismo e capacità di fare rete: queste le chiavi del successo
Da anni il Consorzio Vignaioli del Trentino ha in essere collaborazioni con le diverse associazioni di categoria del mondo dell'ospitalità e della ricettività, convinti che non siano importanti i chilometri che dividono la cantina dal luogo in cui verrà consumato il calice, ma il legame tra chi ha prodotto il vino e chi si occuperà della sua mescita. Lo spazio che separa cantina e calice viene percorso grazie ad albergatori, ristoratori, baristi, sommelier e proprietari di enoteche che, con passione e competenza, fanno conoscere i nostri vini e le nostre storie. «Una filiera che è forte - dice ancora Balter - lunga o corta che sia, ma sempre solida espressione del territorio e del voler fare bene le cose. Per questo più che di chilometro zero ci piace parlare di chilometro vero».
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I vignaioli sono interlocutori ideali per il mondo della ristorazione e dell'ospitalità
In questo scenario il vignaiolo - che è colui che coltiva la terra e costruisce il paesaggio, vinifica le sue uve, commercializza i suoi vini - diventa interlocutore ideale per il mondo della ristorazione e dell'ospitalità, perché conosce e garantisce il suo prodotto con qualità e artigianalità. Inoltre, sempre più le aziende vinicole si stanno specializzando nel rapporto col mondo del turismo enogastronomico, diventando così, per gli operatori dell'ospitalità, il partner ideale con cui interfacciarsi per fornire un'esperienza unica e completa ai propri ospiti.
Il ruolo dei vignaioli nel promuovere il turismo enogastronomico italiano
Il vignaiolo indipendente è rappresentante di un'azienda vitivinicola che segue in prima persona tutta la filiera di produzione del vino, dal grappolo fino all'imbottigliamento e alla vendita. Vino in Italia è cultura, paesaggio, convivialità. I vignaioli, con le loro esperienze in cantina, possono offrire tutto questo: momenti autentici, in cui le aziende aprono le porte delle loro case, fanno conoscere le loro famiglie e il lavoro di una o più generazioni.
Come scrive Roberta Garibaldi nell'ultimo "Rapporto sul turismo enogastronomico italiano", «l'enogastronomia si conferma essere elemento assai ricercato ed apprezzato in ogni esperienza di viaggio. La situazione attuale - che si caratterizza per quadro economico e geo-politico difficile - sembra non intaccare questo comparto che ha visto negli anni evolversi, con l'affermazione di nuove forme, modalità e luoghi di fruizione che si caratterizzano per la capacità di introdurre, coinvolgere e immergere il viaggiatore nella cultura della meta visitata».
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Clementina Balter, presidente dei Vignaioli del Trentino, con Lorenzo Cesconi, presidente nazionale Fivi
In questo contesto il vignaiolo - con il suo prodotto, la sua cantina, il suo territorio - può giocare un ruolo di primaria importanza. Come ha affermato il presidente della Federazione italiana Vignaioli indipendenti (Fivi), il trentino Lorenzo Cesconi, i vignaioli sono aziende di medio-piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare, radicate sul territorio, impegnate non solo nella produzione di vino di qualità, ma anche nella tutela del territorio e nella conservazione del paesaggio rurale italiano. Attenti alla sostenibilità, creano un valore aggiunto nelle località dove operano.
Nomisma esalta il "modello Fivi" per la salvaguardia delle aree rurali
Come ha evidenziato una recente indagine curata da Nomisma in collaborazione con la Fivi, una leva di sviluppo e integrazione economica utilizzata dai piccoli Vignaioli indipendenti è quella dell'enoturismo: oltre l'80% delle aziende associate offre servizi per gli enoturisti, in particolare visite guidate con degustazioni. Anche in questo caso, il "modello Fivi" offre un contributo particolarmente utile alla tenuta socio-economica delle aree rurali, dato che i ricavi derivanti dai servizi enoturistici incidono per il 23% sul fatturato complessivo dei "vignerons" (contro una media nazionale del 18%), evidenziando in tal modo una differenziazione delle attività in grado di valorizzare ulteriormente la produzione vinicola delle aree interne.
Inoltre, il 46% dei turisti che annualmente visitano tali aziende sono di origine straniera, un altro fattore di sviluppo che, se rafforzato e ulteriormente valorizzato, può contribuire alla riduzione di quell'overtourism che negli ultimi anni sta portando effetti negativi negli equilibri sociali delle città italiane. In conclusione, dice la presidente Clementina Balter citando le conclusioni dello studio di Nomisma, «il modello socio-economico dei Vignaioli indipendenti offre un importante contributo alla tenuta e valorizzazione del vino e dei territori vitivinicoli del Bel Paese, e questo vale anche per il Trentino».
In alto i calici. Prosit!