Poco distante da Levanto e dalle Cinque Terre, il piccolo borgo di Bonassola, nel corso della storia si è sempre contraddistinto per la sua forte vocazione marinara e per il commercio del vino, dell'olio di oliva e delle castagne. Le colline ricoperte da pini marittimi, i terrazzamenti con uliveti e vigneti chiudono la cornice paesaggistica di questo delizioso borgo della Riviera Ligure di Levante, ed è proprio qui che negli anni 2000 nasce Cà du Ferrà, azienda vinicola e agriturismo, il cui nome riprende l'espressione dialettale di “casa del fabbro”. Un nome che vuole ricordare il passato di queste terre, dove un tempo si ferravano i cavalli.
L'ingresso dell'azienda vinicola Cà du Ferrà
Com'è nata Cà du Ferrà, azienda vinicola di Bonassola
Quella di Cà du Ferrà è una storia d'amore a tutto tondo, tra persone e luoghi, che ha inizio con Antonio Zoppi, originario di Bonassola, e Aida Forgione, campana e viticoltrice da generazioni, che decidono di lasciare le loro professioni, imprenditore lui e commerciante lei, per dedicarsi al loro progetto agricolo in Liguria.
Negli ultimi anni all'azienda si aggiunge anche il figlio Davide, che dopo la laurea in Giurisprudenza, abbandonata l'idea di diventare magistrato e si dedica al recupero di un territorio, il suo, convinto che la viticoltura sia la strada giusta per farlo emergere. Con lui nel 2018 si inaugura la nuova cantina e dal suo arrivo ad oggi, le novità e le iniziative intraprese non sono poche. Ad affiancarlo c'è anche suo marito Giuseppe Luciano Aieta, conosciuto a Milano nel 2006, con cui si consolida sempre più l'azienda e l'attività di enoturismo.
Le vigne e la produzione di Cà du Ferrà
Distribuita in un territorio terrazzato di 5 ettari, 11 vigneti tutti distribuiti in varie zone, Cà du Ferrà si estende dal livello del mare fino ai 400 metri di altitudine, un vero e proprio incontro tra mare e collina che riporta nei vini quel concetto di mediterraneità, di narrazione e di memoria. Una produzione di appena trentamila bottiglie, che con l'ingresso dell'enologa Graziana Grassini avvenuta con la scorsa vendemmia 2023, ha visto cambiare le scelte di cantine e di approccio. Nella loro filosofia aziendale è racchiusa da sempre la volontà di preservare un paesaggio unico, a cominciare dai terreni incolti, mantenendolo intatto per custodirne la bellezza. Come afferma Davide: «Per noi fare vino è un'idea culturale». Il rispetto dell'ecosistema con coltivazione a regime biologico, con apiari e attenzione nei confronti dell'ambiente e delle persone.
Le vigne di Cà du Ferrà, coltivate a filari e a pergola, guardano il mare e sono tutte polivarietali, con piante di Vermentino, Albarola e Bosco, fra i bianchi, e piante di Sangiovese, Merlot, Ciliegiolo, Syrah, Granaccia e il raro Vermentino nero, fra i rossi. A questi si aggiunge il recente progetto di recupero di una antica varietà, il Ruzzese, che ha sollecitato negli anni la curiosità e l'interesse di molti. Di particolare importanza e valore è lo studio condotto dal Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) - Istituto per la protezione sostenibile delle piante di Torino che, nelle persone del professor Franco Mannini e della professoressa Anna Schneider, che hanno esaminato a fondo storia, identità e attuali potenzialità del vitigno in oggetto, e di altre cultivar liguri minori.
Le vigne sul mare di Cà du Ferrà
Il Ruzzese non ha nessun parente dal punto di vista clonale, è un vitigno unico, non assomiglia a nessuno. Possiede un grappolo spargolo, acini piccoli e dalla buccia corposa, a scapito della polpa, e ciò lo rende interessante dal punto di vista fermentativo, ad esempio per ottenere ottimi passiti. Innamorati di questa storia di recupero e qualità, Davide e Giuseppe nel 2015 hanno deciso di piantare le prime 77 barbatelle di Ruzzese che in 5 anni sono diventate 1500 fino a ricoprire cinque terrazze a sbalzo sul mare nella zona dei piani di Cà du Ferrà a Bonassola, dove nascono i vini più pregiati dell'azienda.
Come spiega Davide: «Si racconta che il vino Ruzzese fosse molto apprezzato da Papa Paolo III Farnese, in carica dal 1534 al 1549, e che il suo bottigliere Sante Lancerio, lo avesse proposto al Santo Padre come uno dei migliori vini che l'Italia enoica potesse offrire a quel tempo. Per più di quattro secoli, dalla metà del Cinquecento fino ai primi del Novecento, questo passito di carattere si fa largo sulle tavole più importanti, usato anche come “condimento” per la zuppa, anche dallo stesso Papa, fino all'arrivo della Fillossera, che ne decreta la lenta scomparsa. La storia vuole che la marchesa di Villa Durazzo di Genova Pegli e Valpolcevera, per lenire le sofferenze dei coltivatori e ristabilire la viticoltura, offrì loro dei tralci di vite trovati in mezzo alla macchia mediterranea, tralci da cui ha origine il vitigno Bosco, che per molto tempo offuscherà la memoria del Ruzzese, sostituendolo per oltre un secolo». È stato reinserito poi nel 2009 nel Registro nazionale delle varietà di vite. Fino ad oggi prodotto da Cà du Ferrà nella sua versione passita, ma con in cantiere una versione secca, con fermentazione in legno che verrà prodotta ad anni alterni in pochissime bottiglie.
La degustazione delle bottiglie di Cà du Ferrà
Si parte con il Colline di Levanto Dop Bonazzole 2023, un assemblaggio delle parcelle più basse sul mare, dai 50 metri ai 200 di Vermentino, Albarola e Bosco (65%;30%; 5%), un vino marino che richiama i profumi della Liguria, con le sue note floreali di ginestra e mughetto, un vino sferzante, salino e scorrevole. Si passa poi al Colline di Levanto Vermentino Dop Luccicante 2023, un vermentino in purezza, proveniente dal loro vigneto più alto, situato a 400 metri sul livello del mare e ricco di fossili marini, composto da un corpo unico di 2,2 ettari tutti in piano, con una vista ad ampio raggio sul mediterraneo. Un vino articolato, frutto di almeno quattro cloni di vermentino con selezione parcellare, tutte fermentate separatamente e poi assemblate. Un vino solare, masticabile e di buona pienezza.
Il Colline di Levanto Vermentino Dop Luccicante 2023 di Cà du Ferrà (credits: Facebook)
Si prosegue con il Liguria di Levante IGP rosato Magia di Rosa 2023 - prodotto con 45% Sangiovese; 35% Vermentino nero e un 20% di Syrah - un vino dal colore molto tenue, con profumi di peonia, rosa canina e more di rovo, a cui sui unisconno le note di pesca noce e percocca; un vino che gioca molto in freschezza e bevibilità e di buona dinamica. Si continua con il loro unico rosso, il Colline di Levanto Rosso Dop Ngilù 2022, dedicato al nonno Angelo, che viene prodotto da un uvaggio di sei varietà (40%Sangiovese, 20% Ciliegiolo, 10% Grenache, 10% Vermentino Nero 10% Merlot e 10% Syrah), nato dall'idea del veleggiare sul mare, figlio dei vitigni tradizionali dell'alto Mediterraneo. Un rosso di mare, teso e polposo che con leggiadria e al contempo profondità si rende ideale per le sere estive. Un vino goloso e decisamente marino, con note sapide e speziate, perfetto se servito fresco e in abbinamento al pescato.
Si chiude con i due passiti prodotti, il Liguria di Levante Passito IGP l'Intraprendente 2022, da uve Bosco 70%, Vermentino 25% e Albarola 5%; un vino “autobiografico”, come racconta Davide. Frutto del tempo e della dedizione meticolosa, un vino che ricorda l'idea di uno Sciacchetrà e che profuma di frutta appassita, albicocca disidratata ed erbe di campo, a cui si uniscono ricordi di iodio; un vino avvolgente e garbatamente dolce. Si chiude con l'ultimo nato, il Liguria di Levante Passito IGP Diciassettemaggio 2020, prima annata prodotta e dedicato al marito Giuseppe. Dopo una vendemmia tardiva e un appassimento minimo di tre mesi, le uve vengono diraspate manualmente, successivamente pigiate, quindi fatte fermentare in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Di colore ambrato con riflessi oro, rimanda alle note floreali di ginestra e acacia, che si fondono con quelle di arancia e albicocca candita, note di miele di erica e mallo di noce. Un vino intrigante, denso e al contempo caratterizzato da un gioco sapido acido, che gli dona carattere e lunghezza.
Cà du Ferrà
Via Nuova per San Giorgio 27/Bis - 19011 Bonassola (Sp)
Tel 348 1033648