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Luigi Tecce, vignaiolo artigiano: dal vino agli occhiali sempre con un cuore irpino

Nella masseria di Contrada Trinità a Paternopoli (Av) Luigi Tecce festeggia i 20 anni di attività vitivinicola e presenta la capsule Essedue - Eyewear per Cantina Luigi Tecce, occhiali dalla linea anni ’80

 
08 luglio 2024 | 09:30

Luigi Tecce, vignaiolo artigiano: dal vino agli occhiali sempre con un cuore irpino

Nella masseria di Contrada Trinità a Paternopoli (Av) Luigi Tecce festeggia i 20 anni di attività vitivinicola e presenta la capsule Essedue - Eyewear per Cantina Luigi Tecce, occhiali dalla linea anni ’80

08 luglio 2024 | 09:30
 

Una raffinata festa campestre nella sua masseria per celebrare 20 anni di attività vitivinicola e presentare la linea di occhiali ispirata ai suoi vini. «L’istruzione ci permette di prendere la zappa e guardare più lontano». Questa frase ben condensa la filosofia di vita - e la vita stessa - di Luigi Tecce, artigiano del vino che dalla piccola masseria di Contrada Trinità a Paternopoli in provincia di Avellino ha portato i suoi vini in tutti i Continenti. Appassionato di storia antica ha ereditato la masseria giovanissimo: aveva solo 25 anni quando suo padre venne a mancare.

Luigi Tecce, vignaiolo artigiano: dal vino agli occhiali sempre con un cuore irpino

Luigi Tecce, artigiano del vino che dalla piccola masseria di Contrada Trinità a Paternopoli in provincia di Avellino ha portato i suoi vini in tutti i Continenti
 

Luigi Tecce, una storia che parte da lontano

«Era il 1997 e papà mi aveva lasciato masseria tradizionale con le mucche da latte, l’orzo, l’avena e la vigna, quella su cui ho deciso di puntare, specializzandomi in viticoltura; inizialmente vendevo l’uva, poi passo passo iniziai a produrre le prime bottiglie. Il mio obiettivo era far diventare la mia masseria l’essenza di un luogo desiderato da ogni angolo del mondo. Ci è riuscito, coniugando tradizione e cultura. Quelli erano gli anni immediatamente successivi allo scandalo dell’etanolo, anni in cui il vino inizio a rinascere, diventando sicuramente più genuino ma molto standardizzato nei gusti, per venire incontro a quelli di una clientela sempre più internazionale».Tecce decise invece di puntare sui vini del territorio, fatti secondo tradizione con pochissima tecnologia perché è tutt’oggi convinto che anche per fare degli ottimi vini «ne serva poca». Perché l’agricoltura non è solo industria: le persone hanno fame di artigianato, di racconto, di visione e di condivisione, di armonia, di un progetto che sia frutto del tempo che scorre maniera lenta. Non a caso coltiva “solo” 5 ettari di vigna, senza velleità di espansione.

Luigi Tecce, vignaiolo artigiano: dal vino agli occhiali sempre con un cuore irpino

Alcuni dei vini di Luigi Tecce, tutti in edizione numerata

«Oggi - dice - produco circa 25mila bottiglie e anche il loro affinamento è lento. I miei vini si assaporano dopo anni e il novello per me non esiste». Ogni bottiglia è numerata e l’etichetta indica anche quante bottiglie di quel vino sono state prodotte. La sua passione per la poesia e la letteratura si riscopre anche nelle etichette: “Satyricon”, “Poliphemo” “Calipso”, “La Ciclope” ma anche “Puro Sangue”, nome che vuole alludere alla coppa con cui Cristo celebrò l'Eucarestia; unica eccezione un Aglianico del 2001 che  dedicò al pluripremiato trottatore Varenne.  

Luigi Tecce, la festa per i 20 anni

Per celebrare 20 anni di attività vitivinicola Luigi Tecce ha organizzato nella sua masseria una raffinata festa campestre insieme ad amici, compaesani e acquirenti provenienti da molte parti del mondo. Anche in questa occasione tradizione e cultura si sono racchiuse in una serata unica che ha lasciato moltissimi senza parole. Dalla banda che è scesa suonando lungo i filari - una tradizione antica nata per scacciare la malasorte - alle mozzarelle preparate davanti agli occhi stupiti dei molti stranieri che non avevano mai visto una simile preparazione. E poi le verdure con il pane servite in un immenso mastello di pietra scavata, due immensi quarti di bue che cuocevano sul fuoco a legna tra due immense griglie appese a un trattore. Le fettine di lardo avvolte attorno a castagne bollite cotte su enormi bracieri, pane, grissini e pasta portati da fornitori amici che hanno preparato i sughi della tradizione locale. Bicchieri di cristallo e come sedute balle di fieno rettangolari, piatti di carta e tovaglie di allegro cotone bordeaux. Lanterne appese agli olivi centenari e un concerto jazz sotto le stelle.

 

Un melting pot di accenti, di lingue e di persone che si ritrovavano dopo anni o si incontravano per la prima volta in un clima costantemente festoso e conviviale. La serata è stata anche occasione per presentare la capsule Essedue - Eyewear per Cantina Luigi Tecce occhiali dalla linea anni ’80 appositamente creati da questa piccola ma agguerrita azienda irpina che, come ha spiegato il titolare Stefano Scauzillo: «Ha scelto di rimanere in Irpinia e - come Luigi Tecce cui è legato da profonda amicizia di famiglia - da qui diffondere la propria produzione in tutto il mondo». Poliphemo, Mamam e Calipso un rosso, un bianco e un rosé sono i tre vini che hanno ispirato le differenti cromie degli occhiali.

Luigi Tecce, i suoi vini oggi

Si posizionano nella fascia di prezzo medio alta, in taluni casi altissima, assolutamente motivati dalla ridotta, pregiata e accuratissima produzione.

  • La Cyclope è un rosato vigoroso e intenso che porta benissimo i suoi 14 gradi.
  • Calipso è un rosato intenso, 14 gradi la sua gradazione, ma fresco e delicato al tempo stesso.
  • Satyricon è un rosso vigoroso, morbido che raggiunge una gradazione di 15 gradi.
  • Poliphemo è un rosso austero e robusto; i suoi 15 gradi lo fanno definire un vino intenso e maturo.
  • Mamam è un bianco fruttato delicato (12 gradi) e dedicato alla nascita della mamma Filomena e, per la vendemmia 2015, anche alla nascita di Vinicio Capossela.
  • Diavolo Pazzo è stato pensato per il decennale dello Sponz Festival ideato e diretto sempre da Vinicio Capossela: 666 bottiglie di rosso da tenere in cantina e aprire tra qualche lustro
  • Puro Sangue è un rosso che si fa desiderare: raggiunge i 15 gradi con affinamento di 12 mesi in tonneaux vecchie, 12 mesi in botti da 50hl e ulteriori 24 mesi in bottiglia. 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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