C’è tanto territorio nella prosa di Grazia Deledda. Un profondo senso di appartenenza alla sua regione, la Sardegna, che traspare attraverso una dimensione intima e sociale. Scorci domestici, momenti privati e familiari, feste paesane, con tavole colme di focacce, carne allo spiedo, formaggio, giuncata, miele e naturalmente vino locale, che richiama dal villaggio e dai paesi vicini, ricchi, poveri, anziani, infermi, bambini, uno accanto all'altro, dimenticando per qualche ora le differenze di classe, le fatiche, le preoccupazioni quotidiane, in un momento di gioia collettiva e condivisione.
Quattro espressioni del Vermentino in Sardegna
La tavola e il vino non sono forse questo? Grazia Deledda (1871-1936), Premio Nobel alla Letteratura nel 1926, la prima e unica donna italiana a ricevere questo riconoscimento, che farà conoscere la sua terra oltre un secolo fa, in tempi in cui non era certo la meta di viaggio che è oggi, impegnandosi a favore della libertà delle donne. Le radici della scrittrice nuorese, ricorrono nella sua produzione letteraria, le ritroviamo nel romanzo autobiografico “Cosima”,e nella poesia “Sotto il Pino”, dedicata alla località a sud di Nuoro, dove la sua famiglia possedeva un terreno, una vigna e un casale, che in giovane età era stato il suo rifugio per scrivere.
“Solo la vigna rallegrava coi suoi quadrati verdi e gialli, con qualche filare di grandi fichi bassi, la dolce triste solitudine del luogo...l’uva, quasi tutta da vino, quel vino leggero ma saporoso che aveva aiutato Cosima a comprar francobolli e spedir manoscritti.”
Vermentino: il bianco identitario della Sardegna
Un luogo caro ai nuoresi e agli appassionati di letteratura, dove in ricordo della scrittrice, è stato realizzato un parco tematico, incluso negli itinerari Deleddiani. L’autrice di Fior di Sardegna e Canne al Vento, seconda donna a ricevere il Nobel per la Letteratura al mondo, dopo la scrittrice svedese Selma Lagerlöf, è ancora tra le figure della letteratura italiana più studiate e nel 2021 durante i festeggiamenti del 150° della nascita, le è stato reso omaggio dallo scrittore Gaetano Gaziano, con il racconto inedito dal titolo: “Il brindisi di Grazia Deledda”, presentato al Premio Nazionale Eno Letterario Vermentino, con il patrocinio del Consorzio Tutela Vermentino di Gallura.
Vermentino: il bianco identitario della Sardegna
Prima con la Corona d’Aragona e poi con il Regno di Spagna, tra il XV e il XVIII secolo d.C., la Sardegna dovrà sottomettersi alla dominazione spagnola. Tre secoli nei quali, secondo alcuni storici, il Vermentino, oggi il vino bianco maggiormente identitario della regione, arriverà in Sardegna dalla penisola Iberica. Tuttavia, già in epoca nuragica (1400-1200 a.C.), si poteva trovare in Gallura una fiorente produzione vinicola, ne abbiamo testimonianza dal ritrovamento di tracce organiche di vino, vinaccioli, acini carbonizzati e recipienti per la mescita.
Vermentino: un vitigno particolarmente vocato, che ha trovato la sua casa in Sardegna, grazie alla permeabilità e porosità dei suoli
In alcune località della Sardegna, tra cui il Nuraghe Antigori di Sarroch, sono state ritrovate delle piccole anfore per servire il vino in ceramica “grigia nuragica”, ma anche brocche askoidi in bronzo, sempre di produzione sarda, trovate in scavi archeologici a Marsala, Creta, Cartagine, Cadice e Andalusia, confermando quanto la cultura enoica, fosse fortemente radicata nell’isola.
A ulteriore dimostrazione, l’annotazione in un registro delle spese dell’Archivio Vaticano che risale ai primi anni del ‘600 e riferisce dell’acquisto di un quantitativo di vino bianco di Telavé proveniente dal villaggio di Triei, nel nuorese. E oggi c’è il Vermentino, a rappresentare tanta storia.
Un vitigno particolarmente vocato, che in tanti secoli ha trovato la sua casa in Sardegna, grazie alla permeabilità e porosità dei suoli, all’elevato contenuto di potassio, talvolta alla maturazione tardiva delle uve, fornendo vini acidi e minerali, dai profumi intensi, a cui nel 1976 è stata attribuita la Doc e vent’anni dopo la Docg.
Eccone di seguito quattro che ho trovato davvero interessanti:
Stellato Vermentino Isola dei Nuraghi Igt - Pala
Otto le tenute nel Sud della Sardegna, tra Serdiana, Ussana, Uras, Terralba e San Nicolò d’Arcidano nell’Oristanese, guidate da Mario Pala, con la moglie Rita e i figli Massimiliano, Maria Antonietta ed Elisabetta. Quattro generazioni di una dinastia iniziata nel 1950 con il fondatore Salvatore Pala, che esprimono un territorio antico e fiero, dove prendono vita produzioni di pregio. “Is Crabilis” (i capretti, in dialetto sardo), una collina dove anticamente si allevavano le capre, oggi interamente rivestita di vigneti, che nel Neolitico ospitava un villaggio.
Stellato Vermentino Isola dei Nuraghi Igt di Pala in abbinamento alla Illusione di polpo di Silvia Moro del ristorante Aldo Moro - La Cuisine di Montagnana
Fecondi terreni che sono la culla del Vermentino Isola dei Nuraghi, in località Uras dove si scorgono nitidamente i Sette Fratelli, il massiccio montuoso con le cime più elevate della Sardegna meridionale. Vigne di sessant’anni che prosperano su suoli sabbiosi, argilloso calcarei, ricchi di scheletro, a 180 m.s.l.m. per un Vermentino ottenuto con pressatura soffice delle uve e lieviti selezionati da vigneti di proprietà, che fermenta in tini di acciaio e sosta un ulteriore periodo di cinque mesi, a contatto con le fecce fini, prima di affinare in bottiglia. Un grande bianco da bere subito, ma che lasciato qualche anno in cantina potrebbe riservare piacevoli sorprese. Al naso profumi intensi, persistenti, citrico floreali, con delicati sentori di elicriso, mela granny smith, pera Abate, bergamotto, macchia mediterranea. In bocca non delude le attese, molto fresco, ha un’acidità spiccata, è rotondo, caldo, minerale, setoso, con un finale lungo e coinvolgente, dalle piacevoli note di pompelmo e mandarancio.
Varietà: Vermentino 100%
Forma di allevamento: Spalliera bassa
Prezzo medio: € 19-26
Abbinamento consigliato: Illusione di polpo - Silvia Moro - ristorante Aldo Moro - La Cuisine di Montagnana
Vermentino di Gallura Superiore Kramori - Saraja
Un’azienda giovane, sorta tra le località di Monti, Calangianus e Telti (l’antica stazione militare romana di Tertium), a una quindicina di chilometri da Olbia, immersa nel suggestivo contesto agropastorale della Gallura, nella Sardegna nord-orientale. Massi granitici scolpiti dagli elementi, boschi di sugheri, olivastri, lecci, macchia mediterranea e l’imponente Monte Limbara, caratterizzano un contesto a tratti selvaggio, denso di cultura, natura, archeologia e sopraffina enogastronomia.
Vermentino di Gallura Superiore Kramori di Saraja in abbinamento allo Sgombro, rapa rossa, caprino e mela del ristorante Santamonica di Genova
I cinque soci fondatori del brand Saraja, che in idioma sardo, significa “sorso”, ed è il toponimo del luogo, si avvalgono dell’enologo e wine-maker valdostano Federico Curtaz, con produzioni di notevole livello, tutte da scoprire, che puntano al territorio, tenendo la barra a dritta sulla tradizione vitivinicola della Gallura e sul rispetto dell’ambiente. E nascono produzioni di pregio come il Vermentino Kramori, espressivo del terroir gallurese, grazie a vigneti di circa 18 anni, a 500 metri di altitudine, su suoli di tipo argilloso-sabbiosi, con pietre quarzifere.
La raccolta avviene in modo manuale, in cassette, l’ultima settimana di settembre, a cui seguirà la diraspatura e la pressatura soffice. La fermentazione si protrae 15 giorni per l’80% in tini di acciaio senza malolattica, il restante 20% in tonneaux leggermente tostate, 8 mesi di elevage sui propri lieviti e 2 mesi di affinamento in bottiglia. Un Vermentino duttile e dalla forte personalità che è un piacere mettere in tavola. Al naso grande armonia, fiori di campo, mela gialla, pera, origano, ginestra, agrumi, frutta a polpa gialla. Al palato è ricco, strutturato, molto fresco, salino, teso, ben bilanciato, colpisce per l’aromaticità, l’intensità, un interessante complessità e una lunghezza sorprendente.
Varietà: Vermentino 100%
Forma di allevamento: Guyot semplice
Prezzo medio: € 14-20
Abbinamento consigliato: Sgombro, rapa rossa, caprino e mela - ristorante Santamonica di Genova
Vermentino di Gallura Superiore Sciala - Surrau
Abitata sin dal periodo prenuragico e nuragico, Arzachena oggi è la seconda città più popolosa della Gallura e nel suo territorio comprende anche la Costa Smeralda. Il Parco Archeologico di Arzachena, con i suoi otto siti, tra cui i Nuraghi e le Tombe dei Giganti, ripercorre in alcuni millenni, la storia della Gallura, facendone una meta assoluta. Ma non solo, anche la tradizione vitivinicola, ad Arzachena, nella Gallura nord-occidentale, dove hanno sede le Cantine Surrau, è altrettanto antica.
Vermentino di Gallura Superiore Sciala di Surrau in abbinamento alla Ventresca di tonno su crema di pane al fondo bruno e cavolo viola marinato di Davide Suanno del ristorante Cucina Valoria
Al progetto architettonico avveniristico della cantina, che non ha mutato il contesto paesaggistico, grazie al lavoro accurato dell’architetto Cecilia Olivieri, si aggiungono oltre 50 ettari di terreni suddivisi in sette aree, dislocate nel Comune, quasi completamente ricoperte da vigneti e facilmente raggiungibili, per favorire tempi tecnici brevi nel conferimento delle uve e un inizio tempestivo delle pratiche di cantina. La vicinanza al mare induce un clima mediterraneo, fatto di sole, vento ed escursioni termiche, mentre i suoli ubicati ad altitudini tra i 50 e i 150 m.s.l.m., sono punteggiati da una fitta macchia mediterranea e si caratterizzano per essere costituiti da rocce granitiche, sabbia e scheletro, creando le condizioni ideali alla coltivazione del Vermentino di Gallura Docg, unica Denominazione Controllata e Garantita dell’intera Sardegna.
Il Vermentino Superiore Sciala si ottiene grazie a lavorazioni in vigna manuali, a cui seguono diraspatura, pigiatura, breve contatto delle bucce con il mosto e fermentazione alcolica in vasche di acciaio, per alcuni mesi a contatto con le proprie fecce fini. È tra i vini di punta dell’azienda e grazie a un approccio moderno ha saputo imporsi come una delle più interessanti interpretazioni del Vermentino, valorizzando il più classico dei vitigni dell’isola. Una bottiglia decisamente interessante e piacevole, che al naso rivela una trama sensoriale floreale e fruttata, tra cui spiccano sentori di macchia mediterranea, mandorla dolce, papaia, mango e accenni iodati e minerali. Al palato denota struttura, un’intensa carica aromatica, una bella mineralità, ed è morbido, ricco, sapido, agrumato, molto croccante, con leggere note di fieno e miele, insieme a un entusiasmante lunghezza e persistenza.
Varietà: Vermentino 100%
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 20-29
Abbinamento consigliato: Ventresca di tonno su crema di pane al fondo bruno e cavolo viola marinato - Davide Suanno - ristorante Cucina Valoria di Genova
Is Argiolas Vermentino di Sardegna - Argiolas
Antonio Argiolas, pianterà la prima vigna, nel podere di tre ettari di Serdiana, a 20 chilometri da Cagliari, ricevuto in eredità dal padre. Sarà il primo passo. L’imprenditore saprà affermarsi grazie a una dedizione rara al territorio, confrontandosi, viaggiando, promuovendo la sua azienda e osservando i grandi brand del mondo, cogliendo spunti importanti da portare nella sua terra, dimostrando visione e capacità imprenditoriali, decidendo l’importante acquisizione di Selegas-Sa Tanca e Sisini, le tenute più estese della proprietà.
“L’eredità di quell’ambizione è custodita dai figli Franco e Giuseppe, oggi valorizzata dai nipoti Valentina, Francesca e Antonio, genitori di una nuova generazione, che non smettono di scommettere sul valore della terra e delle sue produzioni, investendo in formazione e confronto”. Una dinastia del vino che rappresenta un riferimento, un brand fortemente identitario, dalle radici solide e profonde, che nella grande casa tipica del Parteolla a Serdiana, dove è nato tutto, continua ad essere un baluardo nella promozione della cultura del vino e delle tradizioni dell’isola.
Is Argiolas Vermentino di Sardegna di Argiolas in abbinamento all' Anguilla caramellata in carpione di Ivan Maniago del ristorante Impronta d'Acqua
“Is Argiolas” è un Vermentino di rango, ottenuto con uve selezionate, che prosperano grazie al clima mite, alla brezza costante e ai fertili suoli calcareo-argillosi della località di Selegas, nel Sud della Sardegna, il granaio dell’Antica Roma, dove si va per i murales rinascimentali della pittrice Liliana Cano e per gli splendidi nuraghi dell’età del bronzo. Un Vermentino in purezza di notevole livello, che grazie a procedimenti accurati, rivela una stilistica di grande personalità. Il mosto fiore permane per alcuni mesi in acciaio, mentre una parte affina in piccoli fusti di rovere, la fermentazione alcolica viene indotta con lieviti indigeni e l’affinamento ha luogo tra i 40 e i 60 giorni su fecce fini.
Un super classico per aperitivi e piatti di pesce alla griglia, che al naso si caratterizza per un'ampia e intensa trama olfattiva, dove spiccano fiori bianchi, frutta gialla, mela, albicocca, clementine, papaia, mango. Al palato è morbido, fresco, intenso, molto sapido, con una parte citrica importante, note tipiche di mandorla amara e un finale lungo ed elegante, che lascia intuire di poter essere stappato anche dopo qualche anno.
Varietà: Vermentino 100%
Forma di allevamento: Controspalliera
Prezzo medio: € 13-19
Abbinamento consigliato: Anguilla caramellata in carpione - Ivan Maniago - ristorante Impronta d'Acqua di Cavi di Lavagna