Sostanziale ottimismo per quanto riguarda le esportazioni ed in particolare il mercato americano, dove si prevede una ripresa dopo i leggeri cali degli ultimi due mesi che hanno visto peraltro un aumento percentuale della quota di mercato del gruppo.
Lo stand del Gruppo Santa Margherita a Vinitaly 2024
Attenzione e valorizzazione delle Doc storiche e nuove iniziative per sostenere lo sviluppo di nicchie di mercato strategiche come il metodo classico prodotto in Alto Adige («Kettmeir rappresenta delle tendenze più interessanti per le bollicine») e il Pinot nero («vino che offre molte prospettive di sviluppo per la leggerezza e il basso livello di alcool, pur essendo uno dei vitigni più pregiati a livello interazionale»). Andrea Conzonato, amministratore delegato di Santa Margherita dal novembre scorso, fa il punto su come il gruppo affronti oggi un mercato che vede la crescente domanda di vini meno strutturati e meno alcoolici, capaci di intercettare la domanda della generazione Z senza rinunciare alla qualità.
Quello di Santa Margherita è un osservatorio importante visto che è il sesto gruppo italiano per fatturato (oltre 260 milioni), terzo fra i privati e fra i primi per presenza all'estero (il 70% circa delle vendite), nonché primo brand di vino italiano presente negli Usa (grazie in particolare al Pinot grigio). Parliamo di una delle realtà vinicole più importanti e vera icona del made in Italy da decenni, nonché di un gruppo che da sempre anticipa le tendenze del mercato.
Di seguito l'intervista ad Andrea Conzonato.
Consumi di vino in calo: Santa Margherita resiste e punta sugli Stati Uniti
Da settimane si parla di un rallentamento dei consumi del vino, soprattutto nei mercati maturi, in particolare Italia, Francia e Stati Uniti. Gli States rappresentano il vostro mercato principale. Come valutate la situazione?
«Gli Stati Uniti sono sicuramente un mercato fondamentale per noi, perché non solo rappresenta circa il 60% del fatturato, ma è quello dove ci aspettiamo di continuare a crescere in futuro, perché le opportunità sono immense. Il nostro portafoglio lo troviamo particolarmente adeguato per quel tipo di consumatore. Ora il 2024 è un anno difficile, non c'è dubbio. Un anno complicato. Il primo trimestre dell'anno il mercato ha dato dei segnali di sofferenza».
Andrea Conzonato, amministratore delegato di Santa Margherita
Calano in consumi…
«C'è certo una componente legata al consumatore, ma non è ancora la componente preponderante. Ho visto i dati di consumo fino a febbraio: sembrano essere ancora decorosi. Con un segno meno, ma non drammatico. Quello che si sta vedendo, invece, è che tutta quanta la filiera sta soffrendo un po' del costo del denaro. In pratica non si sono rinnovati come di consueto i magazzini: gli importatori, la nostra stessa azienda, la controllata, il distributore, i retailer, ma anche lo stesso consumatore, hanno abbassato il livello di acquisti per avere meno denaro immobilizzato. Il mese di marzo è stato particolarmente difficile perché c'era la Pasqua e quindi c'era un'aspettativa più alta. Avrebbe dovuto essere un mese felice, ma così non è stato».
Di fatto non hanno rinnovato le scorte
«Si, hanno fatto meno scorte pur mantenendo comunque una presenza nei punti vendita. Non è che non ci fossero le promozioni, ma hanno utilizzato quello che avevano già in casa, anziché fare nuovi acquisti. Noi come Santa Margherita stiamo soffrendo meno del mercato: abbiamo un segno meno, ma non è così importante come quello del mercato in generale, cosa che ci fa ben sperare e un po' ci rassicura. La forza dei nostri marchi resiste e aumenta. Tecnicamente stiamo guadagnando quote di mercato anche se non abbiamo guadagnato in termini di volumi».
Quindi gli americani comprano un po' meno vino, ma nelle preferenze di acquisto cresce Santa Margherita?
«Assolutamente sì. I prossimi tre mesi saranno un po' la cartina di tornasole. La mia aspettativa è che se si tratta veramente di un fenomeno legato più ai magazzini e un po' meno al consumatore, i prossimi tre mesi vedranno una stabilizzazione dei consumi. Ne sapremo di più a giugno».
Santa Margherita punta sull'Oregon: investimenti in vigneti e cantina per il futuro del vino americano
Negli Stati Uniti continuate a investire…
«L'America per noi è importantissima. Non solo vogliamo sviluppare le nostre cantine italiane, ma vogliamo anche sviluppare business locali. Stiamo investendo in Oregon in maniera molto importante. Abbiamo acquisito una piccola winery due anni fa (Roco Winery) e abbiamo cominciato a comprare in maniera importante i terreni per rendere la Winery di dimensioni importante. Vogliamo anche investire sulla capacità di vinificazione per quando avremo le produzioni dei vigneti che stiamo impiantando».
La linea di imbottigliamento di Santa Margherita
Perchè siete andati in Oregon, stato che non ha grandi tradizioni vitivinicole?
«Volevamo investire negli Stati Uniti ed è bello che anche altri nostri concorrenti abbiano fatto la stessa cosa. Non sono le nostre aziende ad essere acquisite, ma siamo noi che investiamo negli Usa».
Voi e Antinori…
«Si. Noi abbiamo scelto l'Oregon per un motivo molto semplice: il riscaldamento globale sta purtroppo portando difficoltà a territori come la California, che sono sempre stati il cuore della produzione vitivinicola negli Stati Uniti, quindi con gradazioni di vini che si stanno alzando, con problemi di sostenibilità, carenza d'acqua, problemi di incendi e comunque costi alti di acquisizione. Pensiamo, forse esagerando, ma non tanto, che l'Oregon sarà la nuova California perché da un punto di vista climatico ci sono terreno e clima ideali per sviluppare vino negli anni a venire. Sono alla stessa longitudine della California, ma più a nord. In più si tratta di aree che sembrano vocate per il Pinot Nero che stiamo impiantando».
Santa Margherita: il Pinot Nero è un vino più accessibile per le nuove generazioni
Perché il Pinot nero?
«Perché il Pinot nero, pur essendo all'interno della categoria Rossi che fanno fatica, è un vino che ancora funziona, specialmente per le generazioni più giovani. È un prodotto più accessibile, più facile, con una gradazione più contenuta. Quando si dice che il rosso è in difficoltà, è vero, ma questo vale soprattutto per i rossi di alta gradazione e strutturati. Per quanto riguarda il Pinot nero invece, noi crediamo che possa essere un elemento di successo negli Stati Uniti. Poi ovviamente penseremo anche ad esportarlo».
Il Pinot nero può avere un grande mercato anche in Italia…
«Certo. C'è molto da fare anche in Italia, ma il Pinot nero risponde a quello che dicevo prima. C'è una tendenza da parte dei consumatori ad avere prodotti meno difficili, meno strutturati. Non vanno molto i vini strutturati e ad alta gradazione alcolica, molto pesanti o con molto legno. Credo che il Pinot nero che oggi vedo in Italia sia ancora un po' per palati, come dire, più raffinati, ma la strada è questa. Ovviamente va spiegato il vino con del marketing corretto: è un rosso, ma più facile, soprattutto se giovane».
I vigneti di Santa Margherita in Toscana
In Italia quali altri vini possono darvi nuove soddisfazioni?
«Puntiamo a vini il più possibile eleganti. Nei Rossi, ad esempio, con l'Amarone, che esportiamo negli Stati Uniti, fa pate dei grandi vini classici italiani, non si può lavorare tanto sulla gradazione, ma sullo stile si può fare molto. In Toscana lavoriamo per profili più eleganti, meno dipendenti dei tannini o dall'affinamento in legno. L'obiettivo è di fare vini più accessibili anche per le nuove generazioni che si stanno avvicinando al mondo del vino».
In pratica puntate a vino importanti, ma senza porvi il problema di un vino troppo forte...
«Ci crediamo molto e stiamo lavorando in questa direzione»
Santa Margherita oltre i vini rossi: spumanti tra lusso e sostenibilità
E oltre ai rossi che novità immaginate?
Ci sono le bollicine. In particolare penso a quelle di Kettmeir in Alto Adige. È un vino che ci sta dando soddisfazioni importanti, specialmente nell'ultimo anno. Crediamo che possa avere uno sviluppo potenziale veramente di rilievo. Noi crediamo molto nel metodo classico dell'Alto Adige, territorio che ha tanti vini ottimi e che ha futuro in questo metodo di spumantizzazione. E il nostro prodotto ha avuto molti riconoscimenti (per due anni in Inghilterra ha vinto il premio come miglior spumante italiano). Non era mai successo a nessuno di vincere questo premio per due anni consecutivi. Il prodotto è straordinario e noi siamo ottimisti. Ci piace pensare che un giorno l'Alto Adige metodo classico possa diventare un fenomeno come è stato il Trentodoc. Non raggiungeremo quei numeri, però ci piace pensare che ci sia questo tipo di approccio».
I vigneti del gruppo Santa Margherita in Alto Adige
Ci sono investimenti nella cantina?
«Avremo un investimento importante in cantina per migliorare la capacità produttiva e per migliorare la qualità, anche in un'ottica di sostenibilità perché faremo un progetto molto efficiente dal punto di vista energetico. Nel periodo che andrà tra la vendemmia di quest'anno e quella del prossimo, amplieremo e faremo una sede che sarà anche bella e interessante da visitare».
Il Kettmeir Athesis Brut Alto Adige Doc
In realtà avete anche già altre bollicine di alta gamma…
«Abbiamo la cantina di Ca' del Bosco che per noi è un po' un “prodotto del lusso” e lo trattiamo come tale. Abbiamo una cura spasmodica della casa, del prodotto, della cantina, della promozione, dei dettagli, del packaging e anche della strategia distributiva, perché vogliamo che questo vino sia distribuito coi costi e con il posizionamento che desideriamo. Controlliamo ogni ordine e che questo sia coerenti con le nostre impostazioni. Sviluppiamo la più alta qualità e puntiamo all'eccellenza anche con prodotti dai lunghi affinamenti».
Il Roseri Limited Edition di Ca Maiol
C'è una qualche etichetta che per voi rappresenta una novità?
«Una è certo Cà Maiol, cantina che avevamo comprato in Lugana. Abbiamo rifatto la cantina (come vogliamo fare a Kettmeier). Questa cantina per noi è un motivo di grandissimo vanto perché crediamo nel Lugana e sappiamo che con quell'azienda siamo all'avanguardia, con un Pinot grigio un po' più accessibile e un Prosecco di cui stiamo facendo un nuovo packaging improntato alla sostenibilità, con l'alleggerimento della bottiglia e un isolamento veramente in linea con quello che è il concetto di sostenibilità, raccontando una storia di prodotto che ha un'attenzione importante verso l'ambiente».
Santa Margherita Spa
Via Ita Marzotto 8 - 30025 Fossalta di Portogruaro (Ve)
Tel 0421 246111