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Prosit Group: cinque cantine per valorizzare il vino italiano nel mondo

Prosit Group ha portato a Vinitaly tutte le sue cantine in uno spazio unico. L'obiettivo del gruppo è valorizzare il vino italiano sul mercato globale, selezionando realtà radicate nel territorio e offrire una gamma premium

 
18 aprile 2024 | 15:44

Prosit Group: cinque cantine per valorizzare il vino italiano nel mondo

Prosit Group ha portato a Vinitaly tutte le sue cantine in uno spazio unico. L'obiettivo del gruppo è valorizzare il vino italiano sul mercato globale, selezionando realtà radicate nel territorio e offrire una gamma premium

18 aprile 2024 | 15:44
 

Prosit Group, innovativa realtà del comparto vitivinicolo è stata presente a Vinitaly in un solo spazio insieme a tutte le cantine del gruppo. Oggi l’azienda dispone di 800 ettari coltivati in cinque regioni diverse, nel 2022 ha prodotto oltre 26 milioni di bottiglie con un fatturato di 83 milioni di euro. E un’importante quota export, circa il 61%, più di 60 mercati coperti, con al primo posto gli Usa.

Prosit Group: cinque cantine per valorizzare il vino italiano nel mondo

Prosit Group dispone di 800 ettari coltivati in cinque regioni diverse, nel 2022 ha prodotto oltre 26 milioni di bottiglie

Un luogo simbolico, espressione di un concetto, quello di unione, che guida e guiderà il percorso di Prosit da qui in avanti. Un’unione di persone, territori e marchi vitivinicoli che amplifica l’identità dei singoli, i loro progetti e le loro potenzialità. Ciascuno con le proprie peculiarità, ma tutti verso l’intenzione di affermare il proprio brand attraverso una strategia precisa. Le cantine del gruppo: Cantina di Montalcino (Toscana), Torrevento (Puglia), Nestore Bosco (Abruzzo), Tenuta di Collalbrigo (Veneto) e Casa Vinicola Caldirola.

L'obiettivo di Prosit Group: valorizzare il vino italiano sul mercato globale

«Il progetto è nato grazie all'esperienza sviluppata in Caviro, di cui sono stato direttore generale per 17 anni - esordisce Sergio Dagnino, fondatore di gruppo Prosit -  sono stato anche vicepresidente di Unione Italiana Vini e questo mi ha consentito di conoscere realtà stupende in giro per l'Italia, ma la maggior parte di queste con il limite di non riuscire a fare il salto di qualità. Ed è un delitto vedere vini stupendi, buonissimi dal gran potenziale con grande amore dell'imprenditore, che però non riesce a far conoscere il prodotto. Prosit si è data la missione di valorizzare il vino italiano scegliendo alcune cantine fortemente radicate nel territorio per costruire una gamma di vini premium che possa essere forte all'estero. Tanto è vero che le regioni da cui attingiamo sono le cinque regioni che occupano 70% dell'export nazionale»

«Qual è il criterio di scelta? Alla base - continua Dagnino - c'è stata la volontà di non puntare solo su un modello di business in cui ci fosse la massima integrazione e valorizzazione dei brand, fondamentale è anche la posizione dei vigneti. Li abbiamo scelti tutti che fossero dai 350 metri d'altezza in su, perchè il cambiamento di clima non è una leggenda, c'è già in corso da almeno 15 anni. Il secondo criterio è stato quello di scegliere cantine che sapessero fare bene il vino grazie agli enologi e alla tecnologia di vinificazione, che si traduce in potenziale di crescita. Terzo requisito, l'allineamento di interessi con l'imprenditore, non abbiamo negoziato nè diventiamo soci di maggioranza. La prima è stata Torrevento, poi c'è stato Collalbrigo per il Prosecco, poi Nestore Bosco per l'Abruzzo. Poi abbiamo preso Votto Wines Importing, un importatore italo americano che fa un ottimo lavoro; in seguito la Cantina di Montalcino e Caldirola. Attualmente abbiamo in negoziazione tre cantine in altre regioni, quelle che ci mancano»

Prosit Group: cinque cantine per valorizzare il vino italiano nel mondo

Sergio Dagnino, fondatore di gruppo Prosit

«Vogliamo dare un servizio al consumatore - conclude Dagnino - facendogli conoscere queste cantine che sono spiccatamente regionali. Non ci interessa solo la parte del brand. Cantine di Montalcino ad esempio era una cooperativa, l'unica di Montalcino ed abbiamo ritenuto giusto coinvolgerla per la qualitàl'innovatività della cantina modernissima, ma anche perché c'è una bella squadra di ragazzi»

Torrevento: preservare 130 anni di storia attraverso una nuova brand identity

Al Vinitaly l'azienda Torrevento ha presentato la creazione di una nuova brand identity. «Una nuova identità che va a tutelare e a salvaguardare oltre 120 anni di storia - commenta Francesco Liantonio, presidente di Torrevento - Una storia cominciata con mio nonno nel 1913. Mio nonno, a me piace raccontarlo, ma sarò brevissimo, è partito su una nave direzione America all'età di 13 anni, in cerca di fortuna. Dopo 13 anni è tornato con un bel potere economico. E questo è un po il mio orgoglio. Ed è anche un grande senso di responsabilità verso quell'uomo che fin da piccolo ha messo in moto tutta la sua energia, tutta la sua creatività. È tornato e grazie a quel viaggio è nato il progetto Torrevento, un progetto che tocca vari settori dell'economi. Oggi, tocca a me guidare quest'azienda a carattere familiare per poterla rilanciare al meglio».

Prosit Group: cinque cantine per valorizzare il vino italiano nel mondo

Francesco Liantonio, presidente di Torrevento

«Rebranding di Torrevento, non vuol dire annullare 130 anni - continua Liantonio - vuol dire prendere tutto ciò che di buono c'è stato e rilanciarlo sotto una nuova veste e cercare di comunicare al meglio ai consumatori quella che è la nostra identitàun'identità contadina, un'identità familiare, una coesione con il territorio. Torrevento cerca di coniugare perfettamente il concetto di terroir».

«Per quanto riguarda gli aspetti legati alla sostenibilità - commenta Liantonio - penso che solo oggi stiano diventando qualcosa di concreto. Si può iniziare a parlare della vera sostenibilità, e sotto questo punto di vista è in atto una vera rivoluzione. Quale sostenibilità? La sostenibilità che si regge su tre pilastri: sostenibilità ambientale, che a mio avviso deve essere qualcosa di scontato. Non puoi produrre un'ottima bottiglia di vino e distruggere un territori; sostenibilità economica, un'azienda che produce, che fa parte di un ciclo industriale, deve essere molto attenta agli sprechi e alla gestione delle sue risorse; il terzo pilastro, la sostenibilità sociale, per me il più importante. Bisogna stare attenti al prossimo, un'azienda che cresce in un territorio non deve creare il deserto intorno a sé, ma deve creare benessere e alzare la qualità della vita. Deve entrare nel sociale con le sue attività. Se siamo attenti a far tutto questo, creiamo i presupposti per una società migliore».

Prosit Group: cinque cantine per valorizzare il vino italiano nel mondo

Al Vinitaly l'azienda Torrevento ha presentato la creazione di una nuova brand identity

Il mondo del vino da oltre dieci anni - conclude Liantonio  - vista la lentezza delle istituzioni su questi argomenti, si è auto-regolamentato, ha implementato uno standard, lo Standard Equalitas, ormai molto conosciuto dal mondo intero, approvato dalle istituzioni, quindi un buon esempio virtuoso di come alla base ci sia la necessità di creare un futuro migliore per noi e soprattutto per le generazioni future».

Prosit Group
Via Enrico Mattei 102 - 40138 Bologna

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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