Mentre il fervore di Vinitaly avvolge Verona, Villa Franciacorta ha scelto un percorso nettamente diverso per la presentazione delle sue ultime annate, distanziandosi fisicamente e filosoficamente dal chiasso della fiera. A soli 30 chilometri di distanza, nella pace rurale di Villa Ormaneto, l'azienda di Monticelli Brusati ha proposto un evento più riservato e immersivo con clienti ed amici.
Uno scorcio sulla sala di Villa Ormaneto
Villa Franciacorta rinuncia a Vinitaly per una presentazione più autentica
«Anche quest'anno, abbiamo deciso di non partecipare a Vinitaly» dice Roberta Bianchi, proprietaria e volto di Villa Franciacorta, figlia di Alessandro Bianchi, uno dei fondatori del Consorzio Franciacorta. Questa scelta, secondo Bianchi, è radicata in una filosofia aziendale profondamente orientata all'autenticità e alla sostenibilità: «Da sempre crediamo nell'importanza dell'esperienza diretta, del vivere il luogo, respirare appieno la nostra filosofia produttiva e toccare con mano il rispetto della natura e l'autentica sostenibilità».
Biodiversità e artigianalità: i segreti di Villa Franciacorta
Il borgo antico dove si trova la cantina, «valorizzato da terrazzamenti vitati che proteggono le cantine interamente ipogee ed è abbracciato da cento acri di terreni», gioca un ruolo cruciale in questa visione: sono luoghi, infatti, che «rifuggono l'omologazione della monocultura» e, «piuttosto, sono emblema di una biodiversità che è per lo sguardo, pura gioia» spiega Bianchi.
Roberta Bianchi, Gianluca Da Rin Perette e Angelo Divittini
«Un'esperienza immersiva, la visita a Villa Franciacorta, un viaggio nel metodo artigianale che in cantina non ammette deroghe e vede nelle pupitre il manifesto di un modus operandi ormai divenuto una assoluta rarità».
“Nel padiglione Franciacorta spazi inadeguati che non valorizzano i nostri vini”
Questa filosofia di esclusività e di cura si contrappone alla logistica e alla presentazione standardizzata di eventi come Vinitaly, dove Bianchi vede limitazioni significative: un format che, nel padiglione Franciacorta «soffre di spazi troppo angusti perché la proposta possa dirsi di livello, certamente non in grado di valorizzare i nostri vini, assoluti protagonisti e interpreti di un grande terroir».
Secondo la visione di Villa Franciacorta, i nuovi millesimi meritano una presentazione che rispecchi il loro prestigio «in un ambiente nel quale ricevere la giusta cura e attenzione, in un luogo dalla bellezza e dal fascino indiscutibili, dove il tempo si dilata, dove si respira la storia e la tradizione è valorizzata e innovata dalla continua ricerca».
Una serata esclusiva a Villa Ormaneto con i vini di Villa Franciacorta
Quel luogo, quest'anno, è stato Villa Ormaneto, un perfetto esempio di villa veneta risalente alla prima metà del 1300 di proprietà della dinastia degli Scaligeri. Storie che si incontrano, una villa che ospita un'altra, gloriosa Villa: quella di Franciacorta, in questo caso. Non solo un evento di lancio, ma un viaggio nel cuore della produzione vinicola della cantina accompagnato dalla cucina di tradizione (e di grande prego) dello chef Gianluca De Rin Perette, executive del Ristorante VI-OR.
Cucina d'autore e vini pregiati: la combinazione vincente
La serata inizia con un brindisi al Bokè Noir Rosè Pas Dosè 2019, un rosé perfetto per accompagnare una selezione di cicchetti veneziani, piccoli assaggi che introducono all'eleganza della cena. Segue il Mon Satèn Brut 2019, che si sposa magnificamente con la battuta di Sorana. Questa pietanza, servita con bernese al Soave, unisce sapori delicati con l'acidità bilanciata della salsa. Il percorso prosegue con l'Emozione Franciacorta Brut 2020, che viene abbinato a due piatti: il primo è il riso mantecato con Strachintunt, rosole di papavero e pesto di mandorle: un piatto ricco e cremoso che trova nel vino una contrapposizione vivace che ne esalta i sapori complessi e la ricchezza aromatica. Il secondo, è un tortellone ripieno di anatra e germano, un primo piatto sostanzioso e profumato.
L'esterno di Villa Ormaneto
Con il Cuvette Brut 2019, viene servita una coscia d'anatra cotta in onto con un tocco di arancia, che bilancia il grasso della carne con la freschezza degli agrumi, completata perfettamente dalla struttura e dalla freschezza del vino. Il climax della serata è raggiunto con l'Rna - Riserva Nobile Alessandro Bianchi, Extra Brut 2007, che fa da contraltare al reale di maialino allo stato brado servito con salsa Monferrina. La conclusione dolce è affidata al Briolette Rosè Demi Sec, che accompagna un babà con crema zabaione, un dessert classico che gioca con la dolcezza del Rosè e la cremosità dello zabaione per un ottimo finale di pasto.
RNA 2007: il vino omaggio ad Alessandro Bianchi, tra i pionieri del Franciacorta
Il protagonista della serata è stato senza dubbio il nuovissimo Rna - Riserva Nobile Alessandro Bianchi, millesimo 2007: 15 anni sui lieviti per un Extra Brut formidabile che è il risultato di una selezione accurata del 85% di uve Chardonnay e del 15% di Pinot Nero. La fermentazione termina in barriques e il vino matura per 15 anni sui lieviti, processo che intensifica la sua complessità aromatica e la sua fragranza eccezionale.
Il Rna 2007 di Villa Franciacorta
Nel bouquet si distinguono inizialmente note dolci, che evolvono verso sfumature di timo e origano disidratati, chiudendo con accenti di pepe verde. Questo vino si caratterizza per una freschezza pronunciata in bocca, accompagnata da una notevole sapidità e una persistenza olfattiva e gustativa di rara intensità.