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L'Italia del vino: l'essenza del Nobile di Montepulciano in tre calici "super"

Il Nobile di Montepulciano è stato il primo vino italiano a fregiarsi della Docg. Da stappare in occasioni adeguate che ne valorizzino l’importanza, consigliamo tre etichette che renderanno il vostro calice super

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
 
10 febbraio 2024 | 08:30

L'Italia del vino: l'essenza del Nobile di Montepulciano in tre calici "super"

Il Nobile di Montepulciano è stato il primo vino italiano a fregiarsi della Docg. Da stappare in occasioni adeguate che ne valorizzino l’importanza, consigliamo tre etichette che renderanno il vostro calice super

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
10 febbraio 2024 | 08:30
 

Nei giorni in cui si svolge il “Bravìo delle botti”, Montepulciano si anima di visitatori che arrivano da ogni dove e a tutte le ore si incontrano i poliziani in costume tipico (così si chiamano gli abitanti della cittadina senese), mentre fervono i preparativi per il momento più atteso, la sfida plurisecolare che mette a confronto le 8 contrade, un percorso in salita di oltre un chilometro che impegna gli atletici concorrenti a spingere barili di circa 80 Kg ciascuno, per conquistare il “Bravìo”, il panno dipinto con l’immagine di San Giovanni Decollato, patrono della Città, che sarà assegnato alla contrada vincitrice.

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L'essenza del Nobile di Montepulciano in tre calici "super"

Montepulciano, tesori storici e cucolici nel cuore della Valdichiana

Tra le cittadine più suggestive della Valdichiana, Montepulciano vanta radici antichissime ed estimatori eccellenti fin da epoche lontane,  quando la valle era ancora punteggiata da paludi. Qui da sempre si pratica una vigorosa agricoltura, che tra '700 e '800 hanno goduto di un notevole impulso, in virtù del buongoverno dei granduchi lorenesi che bonificarono coraggiosamente l’area, mutando profondamente il paesaggio e le condizioni di vita dei suoi abitanti.

Da sempre questi territori hanno ispirato viaggiatori, poeti e scrittori, a partire dal sommo Dante Alighieri, che ce ne parla nell’Inferno e nel Paradiso, soffermandosi sul lento scorrere del fiume Chiana. E ancora Boccaccio, Machiavelli, Pirandello, fino al poeta Johann Wolfgang von Goethe, che nel 1786, rimane senza parole dall’operosa geografia della valle. “Non è possibile vedere campi più belli; non vi ha una gola di terreno la quale non sia lavorata alla perfezione, preparata alla seminazione. Il formento vi cresce rigoglioso, e sembra rinvenire in questi terreni tutte le condizioni che si richieggono a farlo prosperare…”

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(foto: www.braviodellebotti.com)

Un contesto bucolico nel quale Montepulciano si erge dominando la vallata del Chiana, con le sue torri medievali, i suoi vicoli e le sue piazzette, protetto da tre ordini di mura che risalgono al XIV secolo. Un borgo di origine etrusca la cui fondazione risale al IV-III secolo a.C., denso di bellezze storiche e architettoniche, che meritano alcuni giorni di tempo per essere apprezzate, perdendosi per il suo suggestivo centro storico.

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Montepulciano

Da vedere assolutamente il Palazzo Comunale costruito dall’architetto Michelozzo in stile tardogotico-rinascimentale, ispirandosi al Palazzo Vecchio di Firenze; l’imponente duomo rinascimentale, edificato intorno al XVII secolo; la monumentale Fortezza medicea originaria del 1200, ma riedificata più volte; e naturalmente il Museo civico di Montepulciano già palazzo Neri Orselli, che conserva cinque sezioni, compresa l’importante pinacoteca, con opere dei maestri delle scuole fiorentina e bolognese del ‘600 e ‘700, tra cui un ritratto attribuito al Caravaggio.

 Nobile di Montepulciano, una storia che passa per diverse epoche attraverso la vite

Tuttavia il vessillo più celebre della cittadina senese è senz’altro il Nobile di Montepulciano, un vino di pregio dalla reputazione planetaria, che vanta un Consorzio Tutela tra i più efficienti e vivaci. E non vi sono dubbi che sia un nettare prezioso, tanto da attrarre i Galli, che si convinsero a valicare le Alpi per impossessarsene, secondo le “Storie“ di Tito Livio.

Menzionato in un documento che ne regimenta il commercio e l’esportazione già nel 1350; viene celebrato con il nome di “Rosso Scelto di Montepulciano” da Sante Lancerio, storico e geografo, ma soprattutto cantiniere di papa Paolo III Farnese, che lo descrive come “perfettissimo”; verrà elogiato nel 1685, dal medico e naturalista Francesco Redi: “Montepulciano d’ogni vino e` Re”, insieme a una ampia letteratura densa di testimonianze che ci conferma il radicamento del vino di Montepulciano e la sua fama internazionale.

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I vigneti del Nobile di Montepulciano

La prima menzione come  “Vino Nobile’“ si palesa in una nota spese di Giovan Filippo Neri, Governatore del Regio Ritiro di San Girolamo datata 1787; la più prestigiosa, quella di Thomas Jefferson, presidente degli Stati Uniti d’America, che nel 1803 si fa inviare “123 bottiglie di vino a base Sangiovese proveniente da Montepulciano” e nel 1806 ordina ancora “473 bottiglie di vino di Montepulciano”.

Una reputazione che conferma l’unicità di questo straordinario prodotto della natura e dell’uomo, che condurrà alla definitiva consacrazione nel 1980, quando diviene il primo vino italiano a fregiarsi della esclusiva fascetta Docg. Difficile rimanere delusi, è una bottiglia sempre di livello, da stappare in occasioni adeguate che ne valorizzino l’importanza, la storia e il pregio, come le tre che vi suggerisco nel proseguo dell’articolo, che è stato un divertimento puro assaggiare.

Nobile di Montepulciano Madonna delle Querce 2018 - Cantina Dei

La suggestiva cantina in travertino ideata da Glauco Dei, figura di primo piano di una famiglia che da generazioni si occupa di estrazione e lavorazione del travertino, realizzando opere architettoniche nei cinque continenti, racconta i valori del consolidato brand di Montepulciano, che ha sempre coniugato nella sua filosofia, gli elementi presenti in natura e il vino. Un sentimento autentico, che parla di rispetto verso un ecosistema che il capostipite Alibrando ha saputo trasmettere come un mantra alle generazioni successive. All’ingresso, la rampa circolare in travertino, si incunea in profondità nel terreno richiamando le forme di una chiocciola, a ricordare le conchiglie fossili e l’arenaria presenti nel terreno, così preziosi in viticoltura, mentre la sala di affinamento è sorretta da colonne e si ispira ai templi dell’antichità, con le pareti vetrate dell’area imbottigliamento che guardano all’anfiteatro esterno.

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Il cinghiale, le mandorle e gli scalogni in abbinamento al Madonna delle Querce di Cantina Dei

Risale al 1964 il primo vigneto impiantato da Alibrando Dei, che rimasto colpito dalla bellezza di Bossona, ne acquisirà la proprietà, ampliando negli anni ‘70 la superficie vitata con l’acquisto di villa Martiena, dimostrando una visione prospettica lungimirante, ma occorrerà attendere ventuno anni, per vedere il sogno del fondatore divenire realtà, con le prime bottiglie di Vino Nobile di Montepulciano. Massima espressione dello storico brand, il monumentale Madonna Della Querce, che la figlia Maria Caterina, oggi alla guida dell’azienda, ha definito “la punta di diamante di tutta la nostra produzione” e ha dedicato al padre Glauco, un vino che rappresenta magnificamente il pensiero della famiglia poliziana, valorizzandone il ruolo di precursori. Nasce su un piccolo podere di un ettaro e mezzo, impiantato nel 2005 a 370 mslm, con caratteristiche pedoclimatiche uniche e suoli di origine pliocenica, che risalgono a 2,5-5 milioni di anni fa, con tessitura uniforme, alternando sabbia ad argille tufacee.

Selezione accurata delle uve, pressatura soffice, fermentazione in acciaio inox e un mese circa di macerazione sulle bucce con rimontaggi, per poi maturare 20 e più mesi in botte grande e in bottiglia. Un grande Montepulciano, che al naso esprime un profilo olfattivo ampio e denso di sensazioni che conducono senza indecisioni verso la frutta rossa matura, il ribes nero, il lampone, la mora, a cui si aggiungono fini note speziate di macis, cannella, cerfoglio e achillea. Al palato altrettanto seducente, minerale, denso, profondo, elegante, con note di amarena, mirtillo, prugna, ricco di coinvolgenti sensazioni tanniche e di una appagante ed entusiasmante lunghezza, già pronto ma che prelude a invecchiamenti capaci di superare brillantemente il quarto di secolo.

Varietà: Sangiovese 100%
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 82-190
Abbinamento consigliato: Il cinghiale, le mandorle e gli scalogni, ricetta di Alessandro Gavagna, socio Euro-Toques Italia e cuoco della Trattoria Al Cacciatore de La Subida, 1 stella Michelin, a Cormons (Go)

Nobile di Montepulciano Riserva 2019 - Poderi Sanguineto

L’affascinante contesto della Valdichiana con le sue geometrie lineari, i suoi dolci rilievi e i suoi colori, deve aver davvero colpito Federico Forsoni, che vide lungo, quando nel 1958 in piena ricostruzione post-bellica, scelse di acquistare i primi 35 ettari di terreno tra Montepulciano e Acquaviva, inizialmente dedicandosi alla coltivazione di cereali, all’allevamento di bestiame e a qualche vigna per il consumo familiare. Nel 1983, venuto a mancare Federico, sarà sua figlia Dora ultimogenita di nove, a proseguire nell’attività di famiglia, in un ritorno alle sue radici, dopo aver fatto esperienza in vari ambiti.

Un appassionante nuovo corso verso una produzione vitivinicola sempre più importante, che porta l’estensione della tenuta Poderi Sanguineto a 50 ettari, di cui 6 vitati e punta sui vitigni autoctoni Prugnolo Gentile, Mammolo, Malvasia, Trebbiano, Grechetto e Canaiolo nero, tenendo sempre ben presente i preziosi insegnamenti ricevuti da papà Federico. Poi Dora coinvolge Patrizia, che dimostra altrettanta passione e capacità nella conduzione, con lei dividerà il lavoro in campagna e la parte gestionale, in un efficace approccio verso mercati internazionali, che portano il Nobile di Montepulciano nei cinque continenti e oggi rappresentano i maggiori volumi per il brand. L’attenzione all’ambiente e a produzioni virtuose è al primo posto, impiegando zolfo e rame, evitando trattamenti preventivi, concimazioni esasperate e prodotti sistemici ed antibotritici, orientandosi sulla tradizione e sulla fermentazione naturale con ceppi autoctoni.

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Filetto di maiale al caffè in abbinamento al Nobile di Montepulciano Riserva 2019 di Poderi Sanguineto

I procedimenti accurati condotti in vigna, sono favoriti dal microclima temperato, dall’esposizione dei vigneti al sole per l’intera giornata, da suoli dal medio impasto di origine pliocenica, dove i vigneti sono stati impiantati tra il 1963 e il 2017, con una densità di 2200-2400 piante per ettaro. La raccolta delle uve viene fatta a mano in cassette, limitando al minimo i tempi di trasporto in cantina, la fermentazione spontanea e naturale, si effettua senza aggiunta di lieviti, con due rimontaggi al giorno e affondamento delle vinacce, la vinificazione in vasche di cemento vetrificato e acciaio, mentre i tre anni di affinamento hanno luogo in botti di rovere di Slavonia e Allier da 18/25 ettolitri.

Elementi che contribuiscono all’unicità di un Nobile tra i più interessanti dell’intero areale, che si conferma anche nel tasting. Un’autentica esperienza e un momento di rara suggestione, che esprime delicate sensazioni olfattive, grazie a sentori di frutti rossi scuri maturi, macis, ginepro, tabacco. In bocca è complesso, profondo, ricco, elegante, con un bel frutto maturo e una parte tannica importante, morbido, fine e persistente, un vino di grande beva, già pronto, ma che saprà certamente entusiasmare anche con lo scorrere degli anni.

Varietà: 80% Sangiovese (Prugnolo Gentile); 20% tra Canaiolo Nero e Mammolo
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 44/59
Abbinamento consigliato: Filetto di maiale al caffè, ricetta di Fabio Potenzano

Nobile di Montepulciano Le Caggiole - Cantina Poliziano

Un brand storico, ispirato alla figura di Angelo Ambrogini detto il Poliziano, ma anche a chi è nato o risiede a Montepulciano, l’antica Mons Politianus, che viene chiamato Poliziano. Originario della cittadina senese e considerato il maggiore tra i poeti italiani del XV secolo, Poliziano è stato un importante umanista, filologo, precettore della famiglia Medici e segretario particolare di Lorenzo il Magnifico.

I primi 22 ettari dell’azienda vennero acquisiti da Dino Carletti nel 1961, lasciandosi guidare dalle sue radici, intuendo le potenzialità di un territorio dalla tradizione vitivinicola antichissima. Alla fine degli anni settanta, sarà il figlio Federico, una volta conclusi gli studi in Agraria, a proseguire sulle orme tracciate dal padre, puntando fin da subito sulla vinificazione esclusiva delle uve di proprietà, ampliando la superficie vitata a 170 ettari, mettendo in atto metodologie moderne, che guardino al pianeta con rispetto, abbiano a cuore la tradizione, ma sappiano esprimere un approccio internazionale.

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Ravioli con ragù alla genovese, salva cremasco e mostarda in abbinamento al Nobile di Montepulciano Le Caggiole di Cantina Poliziano

Un’azienda che in oltre sessant’anni ha saputo distinguersi per l’attenzione alla naturalità, un ragionato uso del legno, l’eliminazione dei prodotti chimici, la scelta di un’agricoltura sostenibile, che nel 2021 ha portato alla certificazione biologica, ma anche per un’importante ricerca geologica sui diversi appezzamenti e per gli studi sul Prugnolo gentile (Sangiovese) e le varietà internazionali Cabernet Sauvignon e Merlot, portando a blend che hanno dato i risultati attesi, dando vita a nuove sfide e a due realtà produttive, in Maremma nel 1997 e a Cortona nel 2000.

Tra il 2019 e il 2021 sono entrati in azienda anche i figli Francesco e Maria Stella, per collaborare attivamente con papà Federico, alla conduzione del brand e affrontare insieme le sfide globali. Un brand che con il Nobile Le Caggiole raggiunge la massima espressione di Montepulciano Docg. Un grande vino da contemplazione, prodotto in sole 6.500 bottiglie, che si origina su una superficie di 14 ettari ad un’altezza di 350 mt su terreni esposti a est e suoli di origine marina tufacea con una piccola parte di argilla.

La vendemmia delle uve avviene in cassette, con ulteriore cernita manuale, a cui seguiranno una ventina di giorni di fermentazione e macerazione in tini tronco-conici e 18 mesi di affinamento in tonneaux di rovere francese da 600 litri. Un’esperienza che si palesa per una notevole piacevolezza già dal naso, rivelando un’ampia e complessa trama olfattiva che vira verso piccoli frutti rossi in confettura, insieme a delicate sensazioni di geranio, rosa, timo, tabacco, evidenziando al palato una straordinaria eleganza, una bella acidità, note di piccole bacche rosse, mirtillo, una parte di legno, insieme a una leggera chiusura balsamica, a tannini vellutati e a un finale lunghissimo.

Varietà: Sangiovese 100%
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: € 75/95
Abbinamento consigliato: Ravioli, ragù alla genovese, Salva Cremasco e mostarda, ricetta dello chef Michele Minchillo del ristorante Vitium di Crema (Cr)

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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