Andare a trovare un produttore di vino in cantina è sempre la cosa migliore per conoscere meglio i vini, il territorio e le persone che creano quello che poi ci troviamo nel bicchiere. E andare da Marco Capra non è certo un’ eccezione. Siamo a Santo Stefano Belbo, il comune più orientale della provincia di Cuneo e della denominazione di origine Langhe Doc.
Marco Capra, in vigna e in cantina
La qualità del lavoro in vigna rappresenta la priorità dell’Azienda Agricola Marco Capra. La coltivazione della terra viene affrontata con un approccio che unisce tecnica avanzata e un profondo rispetto per la natura: la particolare conformazione geologica del terreno, insieme al microclima della zona, favorisce una maturazione ottimale dei grappoli e l’acquisizione delle caratteristiche organolettiche distintive di ogni vino. Parte dei vigneti aziendali (26 ettari totali) si trova su terreni con pendenze pari o superiori al 40%, dove l’agricoltura è del tutto priva di meccanizzazione: si tratta dei cosiddetti Sorì Eroici.
Marco Capra
L’azienda coltiva vitigni come Moscato, Pinot Nero, Chardonnay, Barbera, Nebbiolo, Nascetta e Dolcetto, che danno origine a vini unici, schietti, capaci di trasmettere emozioni autentiche e profonde. Tra i prodotti principali spiccano Seitremenda e Testanvisca, un Alta Langa e un Nebbiolo d’Alba, rispettivamente dedicati ai figli di Marco Capra.
La vista sulle Langhe dalla cantina Marco Capra
Il vino prende vita nel vigneto, ma è l’uomo a trasformare il frutto del lavoro in vigna in un prodotto d’eccellenza. Pur dotata delle più moderne tecnologie, la cantina dell’Azienda Agricola Marco Capra resta fedele ai metodi tradizionali della vinificazione. Ogni dettaglio viene curato con estrema attenzione, perché nella creazione di un vino di qualità nulla può essere lasciato al caso. Dall’arrivo delle uve alla fermentazione, dalla maturazione all’imbottigliamento, dall’invecchiamento fino alla spedizione, ogni fase del processo produttivo è seguita con estrema cura.
Bottiglie nella cantina Marco Capra
Dietro a tutto questo c’è quello che lo stesso Marco ci ha detto: «La mia idea di vino è semplice, diretta e senza fronzoli, come può essere buono, genuino e appagante un piatto di pasta al pomodoro ben realizzato, così mi piacerebbe che vengano percepiti i miei vini. Siamo sul confine delle Langhe, o come amo dire nel Bronx delle Langhe, una zona meno rinomata in un certo senso e meno fortunata a livello turistico - anche se le cose stanno migliorando - e qui mi piace fare quello che facevano i miei nonni. Con ovviamente tecniche moderne. Ma senza dimenticare la tradizione, tanto per fare un esempio, il nostro Moscato d’Asti si chiama Bricco delle Merende proprio perché le uve provengono da quella collina in cui andavo da bambino a fare merenda con i nonni».
I vini di Marco Capra
Una produzione che si attesta intorno alle 85mila bottiglie, suddivise in 9 etichette. Partiamo con i due prodotti più identitari della cantina, quelli dedicati ai due figli di Marco (Elisabetta e Riccardo).
Seitremenda Alta Langa Docg Extra Brut
Nel 2010, con la nascita della figlia Elisabetta, Marco Capra ha deciso di dedicarle una bottiglia speciale della sua produzione. In quegli anni era già in lavorazione un Metodo Classico, e nel 2015 l’azienda ha aderito al progetto Docg Alta Langa, creando un vino millesimato con 36 mesi di affinamento sui lieviti e una grande capacità di invecchiamento.
Seitremenda Alta Langa Docg
L’idea del nome, Seitremenda, è nata casualmente, ispirata sia ai 36 mesi (Sei e Tre) di maturazione sui lieviti sia alla vivacità e all’energia tipiche dei bambini, rappresentando così Elisabetta. Per l’etichetta, Marco si è affidato all’illustratrice Alice Lotti, che ha creato sei grafiche ispirate ai giochi dell’infanzia.
A rendere il progetto ancora più unico, è stato sviluppato un gioco da tavolo incluso in ogni confezione di Alta Langa: un modo creativo per avvicinare Elisabetta e, simbolicamente, i più piccoli al mondo del vino, trasformando la curiosità in un’esperienza ludica e istruttiva. Ottenuto da uve Chardonnay e Pinot Nero si presenta paglierino con riflessi verdognoli. Profumo ampio e fine al contempo. Note di mela renetta, fiori bianchi e leggere note vegetali, Crosta di pane appena accennata. In bocca è molto diretto e verticale, quasi citrico a tratti e con finale minerale.
Testanvisca Nebbiolo d’Alba Doc
Nel 2012, con la nascita del secondo figlio, Riccardo, Marco Capra ha voluto dedicargli un vino speciale: un Nebbiolo d’Alba, scelto per la sua longevità e accompagnato da un’etichetta dal nome piemontese, Testanvisca, che evoca sia vivacità che furbizia. Ispirandosi alla passione di Riccardo per i motori, l’illustratrice Alice Lotti, già collaboratrice per Seitremenda, ha creato sei etichette diverse che rappresentano il bambino come pilota di aerei, trattori, automobili, muletti, moto e con il suo orsetto preferito.
Testanvisca Nebbiolo d’Alba Doc
Come per l’Alta Langa, ogni confezione di Nebbiolo include un gioco da tavolo, Testanvisca, che simula le fasi di produzione di un grande vino rosso, dal vigneto alla cantina. Questa idea, sviluppata da Cristina Ciamporcero, combina la passione per il vino con il mondo dei bambini, rendendo il progetto un ponte tra lavoro, famiglia e gioco.
Testanvisca è un Nebbiolo in purezza che fermenta in botti grandi di rovere austriaco in cui sosta per circa 15 mesi prima di essere nuovamente assemblato in acciaio. Profumo complesso, elegante, di viola, con note evidenti di ribes nero, mirtillo, liquirizia e spezie. Al palato è persistente, leggermente tannico, con note di lampone e spezie. Una bella beva, complesso senza essere ridondante, diretto.
Marco Capra in cantina
Da citare poi tra i bianchi il Langhe Doc Chardonnay e il Conna Langhe Doc Nascetta (vitigno autoctono dell’albese quasi dimenticato). Tra i rossi il Dolcetto d’Alba Sireveris e i due Barbera d’Asti, il Doppiadi, affinato solo in acciaio, schietto, fresco e particolarmente diretto, forse uno dei vini che rispecchia maggiormente quella filosofia della “pasta al pomodoro” che citavo poco prima, e il Cinquantadue, il Superiore, che affina in botti di rovere di media capacità per circa un anno, più articolato e complesso, si lascia cullare nel calice e sorseggiare con calma. Chiudiamo in dolcezza con il già citato Moscato d’Asti Docg Bricco delle merende. Paglierino scarico, colpisce subito al naso per le note floreali e fruttate (pesca gialla). In bocca è ben equilibrato con le sensazioni aromatiche tipiche del moscato. Dolce senza essere stucchevole. Beva incredibile. Da provare con un panettone classico, ma può offire un’ottima compagnia durante la conversazione, con gli amici o al tavolo di un bar.
Località Seirole 40 12058 Santo Stefano Belbo (Cn)