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L'Italia del vino: tre Grillo che sarebbero piaciuti a Ernest Hemingway

Ernest Hemingway, eroe di guerra e Premio Nobel per la Letteratura, amava l’Italia e la Sicilia. Arrivato come volontario in Prima Guerra Mondiale, soggiornò a Taormina e scrisse il suo primo racconto. Amante del Marsala, apprezzava il vino Grillo. Tra i migliori esempi: il Vurria di Di Giovanna; il Diliziusu di Marchesi di Rampingallo e "Il Salinaro" di Carlo Pellegrino

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
30 novembre 2024 | 10:00
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L'Italia del vino: tre Grillo che sarebbero piaciuti a Ernest Hemingway

Ernest Hemingway, eroe di guerra e Premio Nobel per la Letteratura, amava l’Italia e la Sicilia. Arrivato come volontario in Prima Guerra Mondiale, soggiornò a Taormina e scrisse il suo primo racconto. Amante del Marsala, apprezzava il vino Grillo. Tra i migliori esempi: il Vurria di Di Giovanna; il Diliziusu di Marchesi di Rampingallo e "Il Salinaro" di Carlo Pellegrino

di Eros Teboni
Miglior sommelier del mondo Wsa 2018
30 novembre 2024 | 10:00
 

La vita avventurosa di Ernest Hemingway lo condurrà anche in Italia, tra le Dolomiti e la Sicilia. Premio Nobel per la Letteratura, eroe della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, appassionato di Africa e di corride, è stato tra coloro che più hanno influenzato la scrittura del '900, ma era anche un cultore di grandi bottiglie e cocktail che oggi portano il suo cognome.

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Vigneti di Grillo in Sicilia

Tuttavia, leggendo il romanzo autobiografico “Addio alle Armi” del 1929, ci accorgiamo che c’era anche il Marsala fra le sue preferenze, e scopriamo che conosceva e apprezzava il glorioso vino siciliano prodotto con uve Grillo, forse prediligendo la versione secca. Un rapporto intimo con l’isola non così noto, suggellato da uno dei primissimi racconti di Hemingway, concepito dallo scrittore americano nel 1919 proprio in Sicilia.

L'Arrivo in Italia di Hemingway : Volontario nella Prima Guerra Mondiale

Ancora diciottenne, era arrivato in Italia insieme alla Croce Rossa americana, per unirsi volontario alle truppe italiane impegnate sul fronte della Prima Guerra Mondiale. Guida le ambulanze e consegna posta, merci e cioccolata ai soldati italiani impegnati al fronte, ma durante la disfatta di Caporetto viene ferito alle gambe dal colpo di un mortaio austriaco nei pressi di Fossalta di Piave. Riuscirà a mettersi in salvo pur soccorrendo e portando in spalla un soldato italiano anch’esso ferito. Dopo le prime cure, verrà ricoverato in ospedale a Milano per una lunga degenza, ricevendo la Croce d’argento.

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Ernest Hemingway

Un Soggiorno a Taormina e la scrittura de “I Mercenari”

I medici gli consigliano di recarsi al mare per fare lunghe passeggiate, e trascorre un periodo a villa Nelson (Taormina), ospite del Duca di Bronte, Alexandre Nelson-Hood, pronipote del celeberrimo ammiraglio inglese Orazio Nelson, insieme a due ufficiali dell’esercito americano. Qui scriverà il suo primo racconto “I Mercenari”, fino a pochi anni fa un inedito, ambientato nel giardino di un ristorante, dove due uomini si sfidano a duello per ingraziarsi un'affascinante signora siciliana. Un documento dove si parla anche di cucina e vini, che verrà alla luce fortuitamente 68 anni dopo, grazie all’appassionata ricerca del giornalista e scrittore Gaetano Saglimbeni.

Lo scrittore americano porterà sempre un po' di Sicilia con sé, tanto da acconsentire a redigere una delle sue rare prefazioni, quella al volume “Conversazioni in Sicilia” di Elio Vittorini, e conserverà sempre il ricordo del vino Marsala, conosciuto negli anni in cui è al fronte e si trova degente all’ospedale di Milano. Quel Marsala che storicamente viene prodotto con uva Grillo, a cui si deve acidità, aromaticità, grado alcolico e facilità di ossidazione.

L’Ascesa del Grillo come vino di pregio

Tuttavia dagli anni novanta, grazie alla determinazione di alcuni produttori, il Grillo svela tutta la sua personalità, dimostrando di saper brillare di luce propria e di essere capace anche da solo di esprimere vini di pregio. Probabilmente nato dall’abilità dell’aristocratico viticultore Antonio Mendola, il Grillo si origina da un incrocio tra Catarratto e Moscato d’Alessandria (o Zibibbo), menzionato per la prima volta nel 1873, e si diffonderà dalla fine dell’Ottocento in poi nella Sicilia Occidentale.

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Le uve di Grillo

Il vino Grillo, la cui uva si utilizza sia a tavola che nella vinificazione, oggi viene prodotto per larga parte in purezza, ed esprime vini bianchi dalla notevole ricchezza aromatica e dall’interessante potenziale di invecchiamento. Ve ne suggerisco tre che ho trovato davvero singolari e intriganti.

Vurria Grillo Sicilia Doc Bio - Di Giovanna

Di Giovanna, 100 ettari guidati dai fratelli Gunther e Klaus, 65 destinati a vigneti, su rilievi tra i 350 e gli 830 m.s.l.m., 14 a oliveti e 21 a campi di grano e foreste. Cinque tenute di famiglia, ubicate tra le minuscole Doc di Contessa Entellina e Sambuca di Sicilia, antica cittadina dell’agrigentino, che conserva ancora la tipica struttura urbanistica islamica, costituita dai sette vicoli arabi e dal Castello di Al-Zabut. Non lontano l’incontaminata riserva naturale di Monte Genuardo, la cinquecentesca Abbazia di Santa Maria del bosco e ciò che rimane dell’antica città greca di Adranon.

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Vurria Grillo Sicilia Doc Bio di Di Giovanna in abbinamento al Carpaccio di gamberi rossi alla pizzaiola dello chef Francesco Gotti della Nazionale Italiana Cuochi

Produzioni certificate biologiche da oltre un quarto di secolo, internazionali e autoctone, a bacca bianca, come Chardonnay, Catarratto, Grillo e Viognier e a bacca rossa come Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Merlot e Syrah. Tra le etichette più interessanti, il bianco secco Vurria, che in italiano significa ‘desiderare’, ed è quello che abbiamo provato in attesa di stapparlo, trovandolo di grande personalità. Si origina nell’area della Doc Contessa Entellina, su terreni tufacei-argillosi, viene vinificato a contatto con le bucce per circa 8 ore, con pressatura soffice e affinamento per 6 mesi in acciaio su fecce fini.

Un Grillo in purezza che ha saputo entusiasmarci con un profilo olfattivo di buon naso e tanto fiore, intenso, ampio, fruttato, con sentori di fiori gialli, agrumi, papaia e melone Cantalupo. Convincente anche il sorso, capace di rivelare grande freschezza, aromi delicati di frutta, forse il meno minerale ma il più sapido dei tre vini, che chiude con un inaspettato finale lungo, da abbinare a piatti leggeri ed eleganti, come pesce azzurro e insalate di mare.

Varietà: Grillo 100%
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: €15
Abbinamento consigliatoCarpaccio di gamberi rossi alla pizzaiola - ricetta dello chef Francesco Gotti della Nazionale Italiana Cuochi

Deliziusu Grillo Bianco Sicilia Doc - Marchesi di Rampingallo

Un’interessante realtà produttiva del trapanese che vale la pena di scoprire, oggi guidata dalla famiglia Russo, dove i saperi antichi rappresentano un valore assoluto e sono le radici di un progetto che guarda all'uomo e alla terra, iniziato secoli fa. Tutto ebbe inizio con la famiglia catalana Di Simon, giunta in Sicilia dalla Francia nella seconda metà del 1500, ricordata tra coloro che più sapranno infondere impulso all'affermazione del Marsala. Nel 1811 l’inaugurazione della cantina nel baglio di proprietà, contribuendo ad ampliare la diffusione del famoso vino siciliano in Italia, in Europa e negli Stati Uniti.

Di qui è passata la storia. Un possente albero di ulivo e una lapide nei pressi della tenuta ricordano quando il Generale Garibaldi, dopo essere giunto alla fattoria la sera tra il 12 e il 13 maggio 1860, seguito dai Mille per trascorrervi la notte, sostò per rinfrancarsi dalle fatiche dello sbarco, meditando come fronteggiare le truppe borboniche.

£$L'Italia del vino$£: tre Grillo che sarebbero piaciuti a Ernest Hemingway

Deliziusu Grillo Bianco Sicilia Doc di Marchesi di Rampingallo in abbinamento agli Scampi, spinaci e basilico, pinoli e uvetta dello chef Antonio Romano del Ristorante Nove - Villa della Pergola Relais

Espressivo delle tradizioni vitivinicole locali, il Deliziusu si origina nei vigneti di Salemi - Marsala, Feudo di Rampingallo, a un’altezza di 180 mt, su suoli di medio impasto, in regime di riduzione fitosanitaria. La raccolta avviene in modo manuale tra fine agosto e la seconda decade di settembre, procedendo a pressatura soffice, con chiarificazione statica del mosto, fermentazione con lieviti selezionati e affinamento per 4 mesi in vasche di acciaio inox, sostando per ulteriori tre mesi in bottiglia.

Un Grillo in purezza capace di restituire tutti i profumi di questa terra straordinaria, con un ricordo di piccoli frutti rossi, pesca, albicocca, un accenno di frutta esotica e un florilegio di sensazioni floreali e speziate, tipicamente mediterranee. La beva è piacevolissima. Un sorso intenso, ampio, vellutato, secco, che denota struttura, morbidezza, eleganza, tannicità; in bocca bello pieno, leggermente minerale, poco sapido, con un bel finale che chiude sul citrico, da abbinare a piatti importanti, che colpisce per lunghezza e persistenza. Un grande vino da invecchiamento.

Varietà: 100% Grillo
Forma di allevamento: Spalliera con potatura Guyot
Prezzo medio: €20
Abbinamento consigliato: Scampi, spinaci e basilico, pinoli e uvetta – ricetta dello chef Antonio Romano del Ristorante Nove - Villa della Pergola Relais & Châteaux di Alassio (Sv)

“Il Salinaro” Grillo Sicilia Doc - Carlo Pellegrino

Carlo Pellegrino, un’azienda storica fondata nel 1880 dal notaio Paolo Pellegrino, viticoltore per passione che si caratterizza per un forte radicamento, una spiccata tradizione enologica e una cultura del territorio a tutto tondo. Un brand da visitare per scoprirne la storia, le metodologie di vinificazione, i vigneti, l’antica bottaia, la collezione di attrezzi agricoli e la collezione di carretti siciliani ottocenteschi, dove la sostenibilità è al primo posto, a partire dall’illuminazione, alla logistica, alla corretta gestione dei rifiuti e delle risorse idriche.

E il Salinaro incarna queste radici e ne è la più autentica espressione, un vino di pregio, con uve Grillo 100%, che ho trovato notevolissimo. Un vino che nasce a Petrosino in Provincia di Trapani, dedicato a coloro che per 365 giorni all’anno vigilano sulle saline insieme agli stormi e agli aironi, “ostinandosi a tirar fuori dall’acqua di mare il sale”. È tra i bianchi di punta di un brand che vanta oltre 135 anni di storia, frutto della dedizione di una famiglia giunta alla settima generazione, votata da sempre al Marsala e ai vini della tradizione siciliana più autentica.

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Il Salinaro Grillo Sicilia Doc di Carlo Pellegrino in abbinamento alla Ricciola, pappa al pomodoro e verdure marinate dello chef di Gian Marco Stefani del Ristorante Stefani dal 1888 di San Lorenzo a Vaccoli (Lu)

Si origina in un’area che rappresenta la più elevata superficie vitata d’Italia, grazie a una luce unica, al clima secco, asciutto, ventilato, alle forti escursioni termiche e alla passione di una famiglia che si riverbera in ogni singola bottiglia. Terreni calcareo-sabbiosi a 800m di distanza dal mare, uve vinificate in riduzione, con pressatura soffice, lunga fermentazione a bassa temperatura e affinamento in acciaio per 4 mesi.

Al naso una trama olfattiva intensa e lieve, con predominanza di fiori d’arancio, gelsomino e agrumi. Al palato esuberante, armonico, morbido, con una bella struttura e note intriganti di pompelmo, cedro, chinotto. Grande mineralità e sapidità, meno aromatico e più intenso, acido, fresco, croccante, perfetto con il pesce crudo, i gamberi o i piatti di carne bianca. Un vino decisamente verticale, con una stilistica squisitamente moderna, lungo e persistente.

Varietà: Grillo 100%
Forma di allevamento: Guyot
Prezzo medio: €12
Abbinamento consigliato: Ricciola, pappa al pomodoro e verdure marinate - ricetta dello chef di Gian Marco Stefani del Ristorante Stefani dal 1888 di  San Lorenzo a Vaccoli (Lu)

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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