Parlare e raccontare del Nebbiolo, vuol dire addentrarsi nella storia della vite e del vino del nostro Paese, perlomeno sicuramente di una parte. Si tratta di una storia che nasce, appunto, nelle nebbie del Nord Italia, in luoghi e terre che hanno qualcosa di magico. Visitare queste terre vuol dire sfiorare con l'emozione e con la vista una storia che viene da lontano da molto lontano. Le viti non sono state piantate qualche anno fa: stanno lì dai tempi dei Romani. Che erano conquistatori e guerrieri, ma avevano una dote speciale: insediavano nei territori conquistati non solo le loro abitudini alimentari, ma anche le tecniche di coltivazione. Oltre alla vite diffusero per esempio l'uso e il consumo di olio d'oliva, alimento a quel tempo sconosciuto nelle regioni del Nord. La disposizione per esempio delle piante, delle viti, ha una conformazione precisa, la pergola, adottata poi quasi ovunque, cioè la disposizione delli tralci della vite, è una costruzione romana. Quando i soldati andavano in pensione, i Romani offrivano 30 ettari di vigneto solo a quelli che si fermavano, e questo dava loro la possibilità di vivere in quel territorio. Per i Romani era importante, perché la cultura romana si insediava nei luoghi dove arrivava la viticoltura per contrastare i lupi.
La Piemontina ha festeggiato il suo secondo compleanno
Nebbiolo, una storia antica
Il Nebbiolo è un vitigno autoctono a bacca nera originario del Piemonte, riconosciuto per la sua capacità di produrre vini di alta qualità, destinati a un lungo invecchiamento. Si coltiva principalmente nelle colline delle Langhe e del Roero, estendendosi anche ad alcune zone del Monferrato, Canavese, Astigiano e nelle aree del Vercellese e Novarese, dove prende il nome di Spanna. In Val d'Ossola, nell'estremo nord del Piemonte, è conosciuto come Prünent. La coltivazione del Nebbiolo è autorizzata anche in alcune regioni limitrofe del Piemonte, come la Lombardia, in particolare nella Valtellina, dove viene chiamato Chiavennasca, e nella provincia di Varese, con la denominazione IGT Ronchi Varesini. In Valle d'Aosta è noto come Picotener, Picotendre o Picotendro, mentre in Sardegna, soprattutto nell'area di Luras, è diffuso con il medesimo nome. Esistono anche piccole coltivazioni del vitigno in Umbria, nella zona di Marsciano. Inoltre, il Nebbiolo è utilizzato, seppur in maniera limitata, per l'assemblaggio di alcuni vini in Abruzzo e Basilicata. Sebbene il vitigno sia stato impiantato in diverse aree internazionali, i risultati ottenuti sono generalmente meno soddisfacenti rispetto a quelli delle regioni piemontesi di origine.
Il Nebbiolo è un vitigno autoctono a bacca nera originario del Piemonte
Il Nebbiolo è noto anche con numerosi sinonimi, tra cui Nebiolo, Prunenta, Brunenta, Marchesana, Martesana e Melasca, oltre ad altri cloni che portano denominazioni come Lampia, Michet, Rosé e Bolla. L'etimologia del nome Nebbiolo è oggetto di discussione: alcune teorie suggeriscono che derivi dal termine “nebbia”, riferendosi alla caratteristica pruina che appanna l'acino, conferendo un aspetto nebbioso, o in riferimento alla maturazione tardiva del vitigno, che coincide spesso con il periodo delle nebbie autunnali. Le prime citazioni storiche del Nebbiolo risalgono alla fine del Duecento, quando il vitigno veniva già coltivato in varie zone del Piemonte, in particolare nell'Astigiano e nelle Langhe. Nel 1431 il Nebbiolo viene menzionato negli statuti di La Morra, accanto al Pignolo. Tuttavia, è solo a partire dal XIX secolo che il Nebbiolo inizia a essere frequentemente documentato nelle opere degli ampelografi più noti.
La Piemontina tra mercato e Nebbiolo Day
Il mondo del vino, dicono gli analisti e gli esperti del settore, pare stia vivendo un momento di affanno, le vendite all'estero in qualche maniera sopperiscono ad un calo di vendite interno, soprattutto i giovani sembrano insensibili al consumo del vino, a cui le campagne antialcol sembrano attecchire a favore di altre bevande In Piemonte, nella provincia di Novara sul confine di Vercelli, nella zona denominata Colli Novaresi - precisamente nel territorio compreso tra Ghemme e Sizzano, città del vino -, è nata una nuova realtà vinicola che si prefigge lo scopo di migliorare questo storico territorio di vitigno Nebbiolo. Con piacere è da sottolineare un investimento straniero. La Piemontina è una nuova vita enologica nata nell'omonima regione del nord d'Italia, Piemonte. Un'azienda desiderosa di crescere nel e con il territorio, infatti anche quest'anno, ha voluto festeggiare il secondo compleanno dedicandolo al Nebbiolo Day. Un evento a cui abbiamo partecipato, scoprendo con meraviglia una azienda vinicola moderna ed anche bella, immersa e circondata dai vigneti
La Piemontina, l'anniversario
Liudmila Bobrova, titolare de La Piemontina, comunica l'entusiasmo e la sintesi di una giornata di successo. Con oltre 600 persone che hanno visitato e festeggiato l'azienda. «Ci è piaciuto tantissimo fare festa e condividere la felicità per il nostro secondo compleanno insieme a così tanta gente. Vedere la gioia negli occhi di tutte le persone presenti è stata per noi un'emozione grandissima. Ci attende un anno ricco di importanti novità e traguardi da raggiungere, ma noi vi diamo già appuntamento al terzo compleanno che sarà ricco di nuove sorprese». Con oltre 50 ettari di proprietà (24 vitati), l'azienda coltiva da anni in prevalenza nebbiolo. Il pubblico presente ha avuto l'opportunità di degustare diversi nebbioli, quello de La Piemontina ma anche le bottiglie delle cantine dei Colli Novaresi, del Piemonte, della Lombardia e della Val d'Aosta invitate a partecipare. Tante le opportunità di assaggio, oltre a una masterclass condotta da AIS Piemonte per far apprezzare le tante sfumature che il vitigno Nebbiolo sa dare ai grandi vini del nord Italia. Quelle stesse sfumature di Nebbiolo con cui l'EnoArtista Elisabetta Rogai ha creato affascinanti e raffinati dipinti.
La Piemontina può vantare circa 24 ettari vitati
Una nutrita selezione di aziende locali ha proposto gustose specialità gastronomiche. Una giornata in cui tra le decine di botti di affinamento, la cultura, l'arte e la gastronomia si sono unite in onore del Nebbiolo. «Siamo giovani - racconta ancora Bobrova - e per i viticoltori principianti la parte più difficile è unire l'esperienza e le conoscenze delle generazioni passate con le tecnologie moderne ed avanzate. E crediamo di riuscirci. Vorremmo scrivere una nuova ed interessante “favola” che parla dei nostri vini dell' Alto Piemonte. Il nostro obiettivo è di diventare non solo un'azienda vitivinicola che si occupa di degustazioni, ma anche un Centro di gravità, che attrae persone con uno stile di vita attiva e fanatiche dei propri interessi».
Nebbiolo, il legame col territorio
Non si può parlare de La Piemontina senza un accenno ad un luogo simbolo della produzione di vini prestigiosi in cui l'azienda sta investendo, la città di Ghemme, conservata e visibile ancora oggi. La parte storica è costituita dal castello. Il Castello-Ricetto di Ghemme, edificato tra l'XI e il XV secolo, fu eretto dagli stessi abitanti del borgo come misura di protezione contro le incursioni e i saccheggi provenienti dai Francesi e dagli Spagnoli. La sua funzione principale era quella di rifugio per la popolazione e per le derrate alimentari, garantendo sicurezza in tempi di conflitto. Un episodio storico rilevante del castello si verificò nel 1467, quando il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza vi si rifugiò per siglare la pace di Ghemme, risolvendo le tensioni tra il Ducato di Milano e il Ducato di Savoia. Molte aziende del territorio, affinano ancora oggi, i loro vini nelle cantine originali a diversi metri sotto terra che negli anni si sono realizzate. Una conclusione che collega il mondo del vino ai territori, alla storia, e alla cultura e Imprenditoria moderna che viaggiano insieme per conservare tradizioni di vigneti centenari. La Piemontina è la rappresentazione di tutto questo.
La Piemontina
Località Val. Mareschi - 28070 Sizzano (No)
Tel 0163 326544