Corciano, suggestivo borgo medievale situato in Umbria, poco distante da Perugia e dal lago Trasimeno è noto per le sue antiche mura, le vie acciottolate e una storia che si intreccia con quella etrusca e romana. Oltre al suo carattere storico, Corciano ospita anche diversi eventi culturali, tra cui “Corciano Castello di Vino”, una manifestazione enogastronomica nata per promuove i vini locali e la cucina umbra. Arrivata alla sua dodicesima edizione che si è svolta a inizio ottobre, “Corciano Castello di Vino” è stata anche occasione di scambio e confronto per raccontare lo stato dell'arte della viticoltura della regione Umbria; la manifestazione si è infatti aperta con la tavola rotonda dal titolo: "Stati generali del vino in Umbria: la voce dei territori", che ha visto coinvolti i rappresentanti dei consorzi vinicoli dell'Umbria, che hanno condiviso idee su temi cruciali come la sostenibilità, l'innovazione tecnologica e la promozione dei vini umbri per consolidarne la presenza sia a livello regionale sia globale.
Corciano, suggestivo borgo medievale umbro
Emanuele Bizzi, presidente del Consorzio tutela vini Colli del Trasimeno, ha sottolineato che la collaborazione è essenziale per posizionare i vini umbri su un palcoscenico più ampio, riflettendo una visione condivisa per il futuro del comparto. Inoltre, l'incontro ha evidenziato l'importanza di pratiche sostenibili nella produzione vinicola, che comprendono sia la gestione delle risorse che l'adozione di tecnologie innovative. Questo approccio ha l'obiettivo di migliorare la qualità dei vini umbri e di proteggere il territorio, mantenendo l'autenticità locale. Il convegno ha rappresentato un passo importante verso una maggiore coesione e sviluppo del settore vinicolo umbro, con iniziative che mirino a valorizzare il territorio, migliorare la qualità produttiva e aumentare la competitività dei vini umbri sui mercati.
Stati generali del vino in Umbria: focus sul Gamay
Non solo discussioni, ma “Corciano Castello di Vino” è stata anche occasione per focalizzare l'attenzione sui vini della zona del Trasimeno, attraverso l'anteprima dei Vini del Trasimeno 2024 e momenti di approfondimento e di scambio con i produttori. La manifestazione ha dato spazio a una ricca panoramica delle nuove annate del Trasimeno Doc, con una particolare attenzione al Trasimeno Gamay, un vitigno autoctono affine alla Grenache. Interessanti le due masterclass guidate dal critico enogastronomico Antonio Paolini, che hanno permesso di esplorare le caratteristiche uniche delle versioni rosse e rosate del Trasimeno Gamay, enfatizzando l'equilibrio tra freschezza e complessità aromatica, che rispecchia le tendenze attuali verso vini di maggiore bevibilità e autenticità territoriale.
La zona di produzione della Doc Trasimeno comprende per intero i Comuni di Castiglione del Lago, Magione, Paciano, Panicale, Passignano sul Trasimeno e Tuoro sul Trasimeno e parte dei Comuni di Città della Pieve, Corciano, Perugia e Piegaro. L'area è quella attorno al lago Trasimeno, da cui la Doc prende il nome, in provincia di Perugia, dove la coltivazione della vite ha una lunga storia. Luogo della battaglia del 217 a.C. tra i Romani e i Cartaginesi di Annibale, questa parte di territorio umbro è stata per molto tempo abitata dal popolo etrusco. La conformazione delle colline, la ridotta superficie pianeggiante e soprattutto la presenza del lago hanno dato vita a un terroir che rende l'area del Trasimeno particolarmente vocata alla coltivazione della vite e dell'olivo.
Il Trasimeno Gamay: un vitigno autoctono in ascesa
Il Gamay del Trasimeno, che appartiene alla famiglia delle uve Grenache (o garnacha, in spagnolo) ed è lo stesso vitigno da cui derivano il cannonau sardo, la granaccia ligure e il tai rosso dei Colli Berici, in provincia di Vicenza, viene coltivato principalmente sulle colline del lago e ha trovato un'espressione unica e identitaria nella zona, rispondendo a una crescente richiesta di vini rossi freschi e fruttati ma con carattere territoriale. Quello che emerge dagli assaggi è proprio la personalità che questa varietà esprime grazie alle condizioni e alle caratteristiche pedoclimatiche di questo areale. In occasione delle due masterclass è stato interessante avere una panoramica dello stato dell'arte della produzione, non solo per la tipologia rossa, ma anche per la variante in rosa, sia nella versione ferma sia spumantizzata. Il futuro dei vini del Trasimeno presenta sia sfide che opportunità interessanti; oggi il Consorzio sta sicuramente vivendo una fase di rinnovamento e consolidamento delle produzioni più identitarie, anche grazie alla revisione del disciplinare.
Gli assaggi dei Trasimeno rosso
Negli assaggi dei Trasimeno rosso dell'annata 2023, emerge proprio questa contemporaneità dei vini, della loro gradevolezza, rivelandosi vini gioviali e snelli. Emerge quindi una direzione comune tra i produttori e la voglia di dare un passo diverso e meno caricaturale a questa varietà. Questa varietà ha trovato in questo territorio un'espressione identitaria, contraddistinta da freschezza, frutto e piacevolezza di beva, rispondendo alla crescente domanda di rossi contemporanei, capaci di coniugare corpo, territorialità e bevibilità. Tra i vini in assaggio vanno menzionati il Trasimeno Doc Trasimeno Gamay Giovanotto 2023 di Montemelino, azienda a corpo unico dove producono vino e olio e lavorano a rese basse. Un vino dall'olfatto succoso di ciliegia, molto floreale e dalla leggera balsamicità, slanciato e fresco nel sorso.
La batteria di rossi in degustazione a “Corciano Castello di Vino”
Lo segue il Trasimeno Doc Trasimeno Gamay Opra 2023 di Madrevite, interpretazione fatta con rispetto e modernità da Nicola Chiucchiurlotto, titolare dell'azienda. Un vino che parla del territorio di Vaiano, dove i terreni argilloso-sabbiosi incontrano la benefica influenza del lago. È un vino che non cerca sovrastrutture, ma punta dritto all'essenza del Gamay del Trasimeno; profuma di grafite, frutti rossi croccanti, accompagnati da una delicata nota di viola che ricorda i fiori spontanei dei campi e da sottili note speziate che gli donano profondità. Al sorso è un vino di immediata piacevolezza, dove la freschezza e i tannini gentili lo rendono agile e di grande finezza. Azienda storica quella di Duca della Corgna, con il suo Trasimeno Gamay Divina Villa 2022, un vino dalle tinte speziate con note di grafite e floreali di viola e rosa. Al palato i tannini sono giovani ma ben educati, un vino ben bilanciato, piacevole e di buona bevibilità. Azienda giovane quella di Giacomo Casaioli, che si racconta nel suo Fontinius 2020, un vino che profuma di frutti rossi maturi - ciliegia e prugna in evidenza - per poi aprirsi a sfumature più complesse, dove le note speziate si intrecciano con delicati accenni balsamici. Al palato si rivela un vino di sostanza piuttosto che di potenza, dall'acidità precisa e vivace, che dona ritmo al sorso mantenendo alta la tensione gustativa.