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Masterclass a Cà dei Frati con Armando Castagno

Nella Cantina verticale di sei Lugana con la presenza del celebre esperto di vini d’Italia e di Francia, con Igino Dal Cero, proprietario, e con l’enologo Carlo Callari. Sei i vini provati da 40 fortunati che hanno partecipato all'evento

 
03 maggio 2023 | 14:55

Masterclass a Cà dei Frati con Armando Castagno

Nella Cantina verticale di sei Lugana con la presenza del celebre esperto di vini d’Italia e di Francia, con Igino Dal Cero, proprietario, e con l’enologo Carlo Callari. Sei i vini provati da 40 fortunati che hanno partecipato all'evento

03 maggio 2023 | 14:55
 

Il 28 aprile scorso nella Cantina di Cà dei Frati di Lugana si è tenuta una storica verticale di sei Lugana con l’autorevole presenza di Armando Castagno, celebre esperto di vini d’Italia e di Francia, con Igino Dal Cero, proprietario e con l’enologo Carlo Callari. Un'occasione unica e speciale per 40 persone che hanno potuto degustare il nuovo Lugana 2022, confrontarlo con il Lugana 2021 e con il nuovo Privilegio di Famiglia Lugana I Frati 2017 (solo 5.000 bottiglie presentate a Vinitaly 2023) e tre annate storiche scelte dal produttore Igino Dal Cero e precisamente le annate: 2011, 2007 e 2004.

Masterclass a Cà dei Frati con Armando Castagno

In vigna

Incontro voluto, se ce ne fosse stato bisogno, per dimostrare le capacità di tenuta nel tempo di questi vini, che il territorio del Lugana può vantare al pari di tanti altri vini sia esteri (Alsazia, Mosella, Chablis, Cote du Rhone, Svizzeri e Austriaci) come pure i nostri dello stivale italiano a partire dall’Alto Adige, passando per il Friuli e poi scendendo nelle Marche con i Verdicchio di Bucci, in Toscana con la Vernaccia di San Gimignano, gli Umbri di Castello della Sala e i Trebbiani Spoletini dell’Orvietano, il Trebbiano abruzzese di Valentini, i Fiano e i Greco di Tufo (Benito Ferrara e Luigi Mojo), il vino Carricante dell’Etna di Salvatore Foti come pure la Vernaccia sarda di Contini. Tutti vini che hanno una capacità longeva nel tempo (mai riconosciuta!!!) che possono vantarsi di una giusta definizione: i bianchi italiani che fermano il tempo

Masterclass a Cà dei Frati con Armando Castagno

Bottiglie Cà dei Frati

Il Lugana Doc e il territorio della zona del Garda di Sirmione

Armando Castagno è partito da lontano raccontando che il territorio dove gravita il vino Lugana Doc è di una primaria importanza al pari di tante altre zone d’Italia pur se ci troviamo in una zona pianeggiante che alla vista dei più non potrebbe fornire uve atte a divenire vino da lunghi invecchiamenti al pari di tanti altri vini bianchi e rossi d’Italia e del mondo. Grandi movimenti idrogeologici hanno creato il profilo delle colline della zona del Garda bresciano e hanno determinato una varietà di terreni e microclimi singolari e che molto influiscono sui prodotti della terra. Le viti della zona del Garda di Sirmione albergano sulle colline della sponda occidentale del lago e rappresentano una curiosa cerniera di congiunzione tra i vitigni autoctoni e i vitigni importati dalle vicine regioni o dall’estero. Le favorevoli condizioni climatiche determinate dalla grande massa del bacino del Lago di Garda hanno favorito da sempre il rigoglioso sviluppo dei vigneti che si stendono sulle sue rive. Oggi, si attuano ben precise distinzioni tra i vini prodotti a sud, a nord, ad est e ad ovest del lago: un tempo, invece, venivano tutti definiti vini "retici", una generalizzazione avallata da autori importantissimi come Plinio e Virgilio. Il Lago di Garda, il più grande dei laghi italiani, con la sua luminosità crea le condizioni ideali per l’esaltazione dei frutti della vigna.

Masterclass a Cà dei Frati con Armando Castagno

La torre di Sirmione

Raccontare il Garda e i suoi vini è richiamare alla mente personaggi storici e moderni che hanno amato il lago e i suoi nettari prima di noi. Ai tempi di Pietro Aretino il Lugana era già considerato un vino eccellente. Più tardi il Bacci nella sua "De Naturali historia vinorum" definiva il Lugana "vino regale". Catullo amò profondamente il lago Benaco da dedicargli alcuni versi immortali; Kafka scelse il Garda come rifugio per il suo spirito inquieto; ne scrissero Goethe, Foscolo, Carducci, Byron, sino a D’Annunzio che ne fece la sua dimora al Vittoriale. Un vino “mitico” dunque, non necessariamente beverino, ma anche strutturato e longevo, da sfatare che andava bevuto giovane ed entro l’anno di produzione. Basta provare i nuovi vini dei produttori del Lugana per rendersene conto. Per numerosi giornalisti increduli e wine lovers poco convinti non è ancora troppo tardi per ravvedersi e fare atto di pentimento come lo fece il grande maestro Luigi Veronelli davanti ad una bottiglia di Lugana quando affermò: «I Lugana, cosa rara nei vini, hanno una straordinaria capacità di farsi riconoscere. Tu assaggi un Lugana e se sei un buon assaggiatore, non puoi dimenticarlo… Bevi il tuo Lugana giovane, giovanissimo e godrai della sua freschezza. Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza. Bevilo decenne, sarai stupefatto dalla completa autorevolezza».

Masterclass a Cà dei Frati con Armando Castagno

Un momento della masterclass

Ma è sempre Lui, il nostro Maestro “Gino” Veronelli a dire che: «La mia impressione è quella di essere in ritardo. Avevo visitato e camminato le terre di Lugana, almeno una ventina di anni fa molto bene, tant’è vero che segno nei miei libri alcuni vigneti ancora oggi famosi. Non mi sono accorto che con la capacità imprenditoriale di nuovi viticoltori sono andati moltiplicandosi, con l’acquisizione, nuovi cru che vanno naturalmente seguiti, soprattutto camminati e assaggiati nei nuovi vini. La Lugana e il vino Lugana hanno una straordinaria somma di ricordi in campo della letteratura che, penso, forse nessuna altra terra abbia avuto, che fanno parte del vino Lugana, e non è retorica: il vino è sempre l’espressione di quello che la terra ha sopportato o di cui ha gioito nei secoli. Ed io oggi, quando assaggio un Lugana, sento quel sapore, e guai se non lo sentissi, quel profumo che ti avvolge quando cammini quelle vigne mature. Nel Lugana sono molto presenti la limoncella, la rosa canina, la rosa spina e anche la mandorla, che l’avverti si, ma molto leggera…».

La qualità del vino, il terroir e il tempo degli aromi

Pertanto possiamo affermare che la qualità di un vino è strettamente legata al suo “terroir” cioè all’interazione delle caratteristiche ambientali di una zona con l’adattamento di un vitigno a queste. Da questo connubio scaturisce l’originalità e la qualità di un vino che, in altri “terroir”, potrà essere altrettanto elevata, ma sicuramente differente. Il risultato sono vini inconfondibili e di grande estro, che si contraddistinguono per razza e gusto fruttato, ma anche per l’accattivante densità e l’estrema longevità. La parola chiave in cantina è "tempo". Il cantiniere/enologo punta su una maturazione del vino lenta e lunga. I vini rimangono sul fermento spesso per anni prima di essere trasferiti, senza fretta, nelle botti e nelle bottiglie sino alla completa maturazione. Ciò che conta non è tanto stimolare gli aromi primari, quanto quelli secondari e terziari, che contraddistinguono i grandi vini di tutt’Italia.

Masterclass a Cà dei Frati con Armando Castagno

Vigneto Massent

La degustazione di uno solo dei 6 vini

Annata 2004: Ci piace ricordare il tocco di mimosa, percepito dal colto naso di Armando Castagno, insieme a note complesse di evoluzione ed eleganti sentori terziari dovuti al tempo di permanenza in bottiglia. Un bianco dal colore oro antico, lucido e brillante, evoluto ma non stramaturo, con sentori di frutta esotica, crosta di pane bruciato, mandorle tostate; in bocca è ancora fresco, strutturato, sapido, polposo, minerale con punta di idrocarburo che ad ogni giro di bicchiere offre sensazioni diverse. Un grandissimo vino in grado di fermare il tempo.

Cà dei Frati
Via Frati, 22, 25019, Sirmione (Bs)
Tel. 030919468

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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