Una Doc tra le prime italiane ad essere nate che nell’ultimo triennio ha registrato una crescita del +30% a volumi attestandosi a circa 28 milioni di bottiglie prodotte nel 2022 pari a 209.181 hl imbottigliati. Il Lugana, celebre vino bianco emblema del Lago di Garda che abbraccia due regioni, Lombardia e Veneto, naviga con il vento in poppa e si presenta in grande spolvero con il suo Consorzio a giornalisti e operatori con un tour per la penisola, portando in degustazione le migliori etichette. La prima tappa di “Lugana on tour” si è tenuta a Roma, nel Giardino d’Inverno di Villa Laetitia, aristocratica residenza al cui interno è ubicato il ristorante bistellato Michelin, Enoteca la Torre.
Tavolo degustazione
«Si prospetta un 2023 intenso»
A scattare una fotografia sullo stato dell’arte, Edoardo Peduto, il direttore del Consorzio Tutela Lugana DOC: «Si prospetta un 2023 intenso alla luce delle soddisfazioni registrate l’anno scorso che ha visto esportare ben il 70% della produzione fuori dai confini. Principalmente la Germania, mercato d’eccellenza vista la contiguità storica con il nostro territorio e poi anche Nord Europa, Stati Uniti, Canada, Svizzera, Olanda, Gran Bretagna. Il nostro è un consumatore attento, appassionato che cerca un vino di qualità, fortemente identificabile nel territorio di appartenenza, il Lago DI Garda dove nasce il nostro vitigno Turbiana. È un cliente che guarda alla tradizione ma anche contemporaneo con uno sguardo rivolto al futuro. Il Lugana mi piace dire si presta non solo agli abbinamenti classici di pesce ma è estremamente versatile perché è un vino con una grande struttura ed una grande longevità. Si sposa bene con molte cucine, non solo quella italiana, rivelando piacevoli sorprese con piatti internazionali. Al Vinitaly si è registrato un grandissimo interesse di visitatori e consumatori verso le nostre bottiglie. Quest’anno avevamo una area dedicata dove si sono svolte masterclass riservate a buyers e giornalisti da tutto il mondo. Attenzione puntata sulle degustazioni di annate longeve di oltre dieci anni».
Vini in degustazione: Montonale, Cà Lojera, Perla del Garda, Bulgarini
Marketing territoriale ed enoturismo: comunicazione senza filtri
Il Lugana rappresenta anche un importante strumento di marketing territoriale. «Noi siamo a cavallo tra le province di Verona e Brescia – evidenzia Peduto - l’enoturismo è un asset straordinario per far conoscere ad un pubblico internazionale, non solo le aziende ma anche il territorio in maniera diretta. Il turismo del vino non è solo uno strumento economico a disposizione delle imprese del vino, ma anche uno dei migliori mezzi di comunicazione. Una comunicazione senza filtri e barriere che ci consente di fare conoscere il territorio, le aziende, nella modalità più autentica, quella in grado di far apprezzare e comprendere le nostre unicità, che hanno reso il Lago di Garda e il Lugana celebre in Italia e nel mondo. Il nostro tour inoltre non poteva che debuttare a Roma, per poi proseguire a Milano e Firenze. L’obiettivo è potenziare il mercato interno divulgando questo prodotto nelle grandi città italiane e non solo nelle regioni di produzione. Stiamo svolgendo una intensa attività promozionale, con esiti soddisfacenti grazie al supporto delle istituzioni a partire dall’ICE che ci supporta nei mercati esteri. Se si riesce a fare sinergia si guadagna quella competitività che è fondamentale sugli scenari internazionali».
La Doc Lugana sulle sponde meridionali del Lago di Garda
La Doc Lugana si estende in soli cinque comuni fra le colline delle sponde meridionali del Lago di Garda, una vera regione gioiello dal punto di vista vitivinicolo. Questo microclima mediterraneo, unito alle caratteristiche del vitigno autoctono Turbiana, una particolare varietà di Trebbiano, dà vita a un bianco unico in Italia per personalità, caratteristiche e versatilità. Del Consorzio Tutela Lugana fanno parte 210 produttori associati che vendono al 90% Lugana Doc, che è un po’ il motore produttivo del territorio. Ma stanno cominciando a guadagnare notorietà ed estimatori anche il Lugana Superiore, Lugana Riserva, il Vendemmia Tardiva ed anche il Lugana Spumante, la versione sparkling di questo bianco fermo. Il Lugana fresco, d’annata, “base”, è il suo mattone fondamentale: il suo volano produttivo copre quasi il 90% della Doc. Un vino con un colore giallo paglierino tenue e riflessi verdognoli; i profumi sono delicatamente floreali, con un accenno di note di mandorle, mentre al gusto si presenta fresco, piacevolmente agrumato e lungo.
Introdotto nel disciplinare di produzione a partire dal 1998, invece il Lugana Superiore ha un affinamento di almeno un anno a partire dalla vendemmia. Per questo il suo profilo sensoriale si presenta più complesso della versione base: il colore ha riflessi più dorati, i profumi, più articolati, offrono sentori di erbe di campo, di clorofilla, di mela matura, di agrume maturo mentre il palato, di maggior struttura, è sorretto da un’acidità viva e tonica, ed è attraversato da una sapidità di matrice minerale che sa conferire al vino intriganti sfumature “salate”.
Il Lugana Riserva è la naturale evoluzione della tipologia Superiore, Invecchiamento o affinamento per almeno 24 mesi, di cui 6 in bottiglia, ha toni cromatici più accesi, profumi più evoluti e complessi, con note di pietra focaia e sentori balsamici, una mineralità più calda al palato, ma parimenti avvolgente, sapida e persistente. La Vendemmia Tardiva è un Lugana diverso, più sperimentale, lontano però dalla dolce viscosità di un passito tradizionale. Questo Lugana viene infatti ottenuto con una surmaturazione in pianta attraverso una raccolta tardiva delle uve tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, senza ulteriori appassimenti in fruttaio. Queste uve più ricche e concentrate conferiscono al Lugana un profilo più morbido e denso, ma non eccessivamente dolce, perché il residuo zuccherino viene efficacemente bilanciato dall’acidità sul modello delle Vendange Tardive alsaziane, o delle Spätlese tedesche.
Vini in degustazione: Brunello, Citari, Cascina Le Preseglie, Cà Maiol
Ultima versione, quella più esigua in termini produttivi, bollicine, prodotta sia con il metodo Charmat o Martinotti sia con il metodo classico. Nel primo caso il quadro organolettico è improntato a una maggior semplicità e freschezza, con profumi primari di agrumi e un perlage più cremoso e generoso, mentre nel secondo il profilo diventa più raffinato e complesso, con un bouquet più elegante e dinamico, e un perlage più aggraziato. Nella tappa romana sono stati proposti in degustazione otto bottiglie: Etichetta Nera 2022 (Brunello), Conchiglia 2022 (Citari), Hamsa 2021 (Cascina Le Preseglie), Molin 2021 (CàMaiol), Orestilla 2021 (Montonale), Riserva del Lupo 2019 (Cà Lojera), Riserva Madre Perla 2018 (Perla del Garda) e Superiore Cà Vaibo 2016 (Bulgarini).