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made in tramin

I vini di Elena Walch in rassegna a Milano nel ristorante “Aalto”

«Oggi Elena Walch è una nonna felice, mentre io e mia sorella Julia, sue figlie, siamo passate alla guida dell'azienda e andiamo a confrontarci con un mondo per lo più al maschile» ha raccontato Karoline alla presentazione

 
05 dicembre 2023 | 13:21

I vini di Elena Walch in rassegna a Milano nel ristorante “Aalto”

«Oggi Elena Walch è una nonna felice, mentre io e mia sorella Julia, sue figlie, siamo passate alla guida dell'azienda e andiamo a confrontarci con un mondo per lo più al maschile» ha raccontato Karoline alla presentazione

05 dicembre 2023 | 13:21
 

La famiglia è sempre al centro, quando si parla di vino, intrecciata alle storie delle persone, dei territori e dei vitigni: in Italia è questo il modello, in campo agroalimentare, per vivere da protagonisti il proprio tempo. E non fa eccezione l'azienda familiare Elena Walch con sede a Tramin (Bz), estesa su una superficie complessiva di 90 ettari di vigneti in zone e terreni estremamente vocati, situati tra i 250 e i 1000 metri sul livello del mare, tra i più rappresentativi del comprensorio vitivinicolo dell'Alto Adige. Si comincia a coltivare nel 1869 per arrivare al presente, e siamo alla quinta generazione: ma il momento di svolta si colloca negli  anni ottanta, quando l'architetta Elena si trasferisce in Alto Adige e sposa l'erede della storica azienda vitivinicola Walch. Il matrimonio fa maturare la passione per il vino, e così Elena comincia a farsi conoscere nell'ambiente altoatesino col suo primo vino, lo Chardonnay “Cardellino”, che insieme agli altri esordienti si conquista la stima di consumatori e degustatori professionali, come testimoniato dai premi conquistati. «Ed oggi Elena Walch è una nonna felice, mentre io e mia sorella Julia, sue figlie, siamo passate alla guida dell'azienda e andiamo a confrontarci con un mondo per lo più al maschile: ora non siamo al livello di trent'anni fa perché le situazioni cambiano, ma lentamente». Questa l'impressione di Karoline Walch, espressa durante la presentazione dei suoi vini presso il ristorante stellato Aalto di Milano, in zona Repubblica.

I vini di Elena Walch in rassegna a Milano nel ristorante “Aalto”

Le botti di vino di Elena Walch

Elena Walch, tutto quello che c'è da sapere sul “Beyond the clouds”

«Qui da Aalto - continua Karoline - vogliamo presentare “Beyond the clouds”, un vino nato nel 2000, che nelle intenzioni di mia madre doveva andare al di là (beyond) di tutto ciò che tradizionalmente si produce in Alto Adige. Un territorio dove un'estensione limitata di terreno coltivabile ospita moltissime varietà diverse: proprio qui, il nostro tentativo è quello di ottenere un unico assemblaggio che raccolga in un fascio una moltitudine di sentori. Come se si volesse spremere tutto l'Alto Adige in un solo bicchiere, come camminare in mezzo a un campo bagnato ed annusare tutto ciò che la natura ti regala. Nel “Beyond the clouds” lo chardonnay domina all'80%, la parte restante varia: non diciamo mai di che si tratta perché ogni volta prendiamo le annate migliori, vendemmiate nello stesso giorno. Quando lo chardonnay è pronto si parte,  gli altri vitigni dipendono da lui. Si sente che non è in purezza, la parte agrumata è molto presente, e il bello è che grazie alla cofermentazione delle uve il vino ha tutte le volte un'identità lievemente diversa. Qualcosa di simile a mettere bambini con diverse storie e personalità nella stessa classe, e vedere che succede».

«Ed anche il nostro gewürztraminer - prosegue Karoline - merita qualche minuto di spiegazione: un vitigno che non possiamo definire autoctono, ma sentiamo come nostro, perché fa parte della storia di Tramin, il mio paesello. L'uva proviene in esclusiva dalla vigna denominata “Kastelaz”, che presenta un pendio molto ripido, e difatti è tutta terrazzata: è difficile da lavorare, ma in compenso prende il sole tutto il giorno mentre di notte fa decisamente fresco. Grande escursione termica, quindi, che favorisce la creazione degli aromi primari mantenendo al contempo l'acidità, e per un vitigno aromatico la difficoltà sta proprio in questo. Ci aiutano molto anche i venti, uno proveniente dal lago di Garda, più o meno nel pomeriggio fino al tramonto; dopo subentrano le correnti montane, che contribuiscono all'escursione termica. Il terreno è molto calcareo e lo si avverte nei vini».

I vini di Elena Walch con i piatti di Aalto

Un po' tutta la selezione in degustazione (pinot noir, lagrein, gewürztraminer, sauvignon, pinot bianco) lasciava intuire che Karoline Walch è una donna del vino a cui le sfide piacciono, se no non si capisce perché abbia scelto di mettere i suoi prodotti a paragone delle cucine più stellate d'Italia, che l'hanno individuata come fornitrice: quelle de La Pergola, Da Vittorio, Dal Pescatore, Uliassi, Pierino Penati, tanto per fare degli esempi di prestigio. E pure qui da Aalto a MIlano la creatività senza sfarzo dello stellato Takeshi Iwai, giapponese ma ben intessuto nel tessuto della ristorazione italiana, è sembrata a suo agio nel viaggiare in parallelo alle ambizioni di Elena, Julia e Karoline Walch. Le animelle con la salsa al vino bianco erano veramente gustose, grazie all'equilibrio fra il ferroso delle frattaglie e il garbo del condimento vinoso. Il “Beyond the clouds” a base di chardonnay, che accompagnava il piatto, poteva spiegare tutta la sua complessità olfattiva, la rosa fresca, la frutta tropicale e due o tre tipologie di agrumi, lasciando in bocca un ricordo di legno e vaniglia abbastanza netto, ma non invadente. Stessa sorte per il wanton di hummus, curry e latte di cocco fermentato: tre annate di gewürztraminer hanno reso ancora più lucente questo gioiellino. Il celebre bianco altoatesino si presentava in una lussuosa veste dorata e poi al naso sfoggiava subito il classico repertorio di tutti i gewürztraminer: fiori freschi, litchi, miele, pasticceria appena sfornata, ma senza fermarsi lì. I diversi profumi non intaccavano le sensazioni di sapidità e soprattutto di acidità ben presenti, cosa abbastanza rara per questa tipologia di vino aromatico.

Ben venga dunque, l'orgoglio familiare delle tre Walch a vivacizzare il panorama enologico altoatesino, ancora decisamente maschile ma non per questo noioso. Un tocco di freschezza e qualche idea originale possono solo aggiungere eleganza e fantasia, qualità utili a tutti e a tutte, addirittura decisive quando si opera in un mercato altamente concorrenziale come quello che abbiamo sotto gli occhi.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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