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Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

Il Nero d'Avola è uno dei simboli di un territorio che ha molto da offrire dal punto di vista vitivinicola e che lavora ogni giorno per migliorarsi. Ecco, allora, i frutti di questo lavoro e alcune cantine da non perdere

 
01 novembre 2023 | 13:30

Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

Il Nero d'Avola è uno dei simboli di un territorio che ha molto da offrire dal punto di vista vitivinicola e che lavora ogni giorno per migliorarsi. Ecco, allora, i frutti di questo lavoro e alcune cantine da non perdere

01 novembre 2023 | 13:30
 

Sette secondi. Un brevissimo lasso di tempo per decidere quale vino acquistare, come ha dichiarato Giovanni Di Giovanna dell'omonima cantina nel corso di un incontro dedicato alla promozione dei vini siciliani e alle loro peculiarità. Come può il consumatore orientarsi tra le centinaia di vini e le migliaia di etichette che può trovare a scaffale? Come può avere la ragionevole certezza di scegliere un vino buono, in ogni senso questo aggettivo possa essere declinato? Con qualche piccolo aiuto la scelta può essere indirizzata al meglio. Ad esempio, circoscrivendo la scelta ad una sola Regione, nel nostro caso la Sicilia. Allora tre secondi sono più che sufficienti per individuare senza ombra di dubbio il vino: un Nero d'Avola.

Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

Alcune etichette di Nero d'Avola

Nero d'Avola, un simbolo della Sicilia del vino

Stiamo parlando della prima varietà coltivata in Sicilia e probabilmente la più antica, dal momento che i primi vitigni vennero importati dai Greci fra il VIII e il VII secolo a.C.. Un vino rosso corposo, ad alta gradazione dal caratteristico color rubino intenso dai riflessi granati e dall'aroma fruttato e talvolta speziato. Un vino che racchiude colori ed aromi della Sicilia: i frutti a bacca rossa, la carruba, la liquirizia, la cannella, il peperoncino, sentori di spezie e ciliegie, note speziate pepe nero bianco cannella ribes cacao vaniglia, cioccolato china. Con più di 43 milioni di bottiglie prodotte nel 2022, il Nero D'Avola DOC Sicilia è uno dei vitigni più rappresentativi dell'isola. E questo grazie anche all'impegno, lo sforzo e la grande passione che ha messo in campo il Consorzio Vini Sicilia, creato nel 2012 per rappresentare il vino del territorio siciliano e promuovere la DOC “Sicilia”, attraverso azioni di promozione, tutela e vigilanza a difesa del consumatore e dei produttori. Oggi sono oltre 8.000 i viticoltori e più di 500 gli imbottigliatori promotori della Denominazione di Origine Controllata, per una produzione globale che nel 2022 ha superato gli oltre 86 milioni di bottiglie. Qualche dato: il vigneto siciliano è tra i più estesi d'Italia (97.080 ettari), tre volte più grande del vigneto della Nuova Zelanda, più grande di quello Sudafricano e in Europa è pari all'intero vigneto tedesco. «Il Nero D'Avola – ha sottolineato Antonio Rallo, presidente del Consorzio e amministratore delegato Donnafugata - è un prodotto che esprime in modo universalmente apprezzato caratteristiche territoriali e culturali proprie dell'isola e sta senza dubbio fornendo un contributo prezioso nel far conoscere sempre di più la Sicilia nel mondo con le sue eccellenze».

Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

Vini in degustazione presso l'Abbazia di Santa Maria del Bosco

Il vitigno è oggi è presente in tutte le province siciliane anche se le estensioni maggiori di vigneti si trovano nelle province di Caltanissetta, Trapani e Agrigento, dove abbiamo svolto un breve ma intenso viaggio alla scoperta di questo vino e di alcune grandi cantine che lo producono. Ogni provincia, ogni terreno, la cui composizione è profondamente diversa a seconda delle zone, l'altezza sul livello del mare, l'esposizione al sole, la raccolta anticipata o ritardata, le notti calde o umide, la poca o tanta pioggia, la vicinanza o meno dal mare… ciascuno di questi elementi soli o combinati insieme contribuisce a creare un prodotto unico dalle peculiari specificità  sempre espressive della Regione. Questo spiega le molteplici etichette, le cui caratteristiche organolettiche il sommelier identifica, distingue, elogia e apprezza, mentre il profano gusta sorseggiando lentamente e con godimento. Nero, bianco, rosè, bollicine, brut o più fruttato… Il Nero d'Avola ha mille modi di esprimersi, grazie alla costante ricerca, alla voglia di innovare dei produttori che hanno anche provato, con successo, i mix con alcuni vitigni veneti. Ogni cantina ha una propria personalità che trasferisce nei vini ed esprime anche attraverso le etichette, la cui grafica trasmette con immediatezza. 

Il ruolo del Consorzio e delle cantine storiche

Ritornando al Consorzio, è significativo che vi abbiano aderito con grande entusiasmo le cantine storiche siciliane come Duca di Salaparuta, Florio, Donnafugata, Planeta o Tasca d'Almerita o l'immensa cooperativa Settesoli: segno che l'interesse comune, il desiderio di promuovere la vitivinicoltura siciliana nella sua interezza sono venuti prima dei singoli marchi ed interessi. Ma il desiderio di realizzare vini “ancora più buoni” non si è fermato alla creazione del Consorzio, perché oggi la parola d'ordine è sostenibilità, ovvero “soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura”.  Ai coltivatori è infatti richiesto un ulteriore sforzo di attenzione e cura dell'ambiente, di sensibilità a tutela delle terre: ce lo chiede il Pianeta, ce lo chiede il nostro futuro.

Il Consorzio ha cosi varato insieme ad Assovini Sicilia e alla Fondazione SOSta un programma di sostenibilità per la vitivinicoltura in Sicilia. Se ne è parlato a Sciacca, nella splendida cornice dell'Hotel Torre del Barone affacciato a strapiombo sul mare azzurrissimo, durante il Simposio Internazionale “Interazioni Sostenibili”, promosso dalla Fondazione SOStain Sicilia e dedicato quest'anno alla vitivinicoltura green e alla diffusione di buone pratiche in ambito multidisciplinare. Temi profondamente sentiti soprattutto da chi ogni giorno ha a che fare con la terra dalla quale, oggi con mezzi tecnologici avanzatissimi e strategie all'avanguardia, trae il proprio sostentamento, come avviene da secoli. Da sfruttatori a custodi della Terra e dell'ambiente: per dare concretezza a questa filosofia anche in ambito vitivinicolo è stato creato un rigido protocollo che permette alle cantine di misurare il proprio impatto sull'ecosistema.

I 10 requisiti per la certificazione di sostenibilità

Sono 10 i requisiti minimi che le aziende devono tassativamente rispettare per ottenere la certificazione:

  1. Nella produzione delle uve sono tenute a soddisfare almeno uno dei seguenti disciplinari: Disciplinare del Sistema di Qualità Nazionale; Produzione Integrata (SQNPI); Disciplinare regionale di Produzione Integrata; Metodi di gestione delle aziende eco-sostenibili (PSR Sicilia 10.1.b); Disciplinare di produzione biologica.
  2. Divieto di praticare il diserbo chimico.
  3. Le aziende con superficie > 15 ettari, devono mantenere zone naturali per almeno il 5% della superficie aziendale.
  4. Per la realizzazione dei nuovi vigneti vengono esclusi tutti i materiali che non siano riciclabili o biodegradabili.
  5. Il 100% delle uve e dei vini eventualmente acquistati devono essere di provenienza regionale.
  6. Le aziende sono tenute a calcolare, a livello di organizzazione, gli indici proposti dal programma VIVA (Aria, Acqua, Vigneto) e a soddisfare l'indicatore TERRITORIO.
  7. Nella vinificazione sono considerati efficienti i processi che consentono di produrre vini con un consumo energetico inferiore a 0,7 kwh/l di vino.
  8. Il peso medio delle bottiglie di vino fermo prodotte nel corso dei due anni deve essere inferiore o uguale a 550 g/0,75 litro.
  9. Entro il 31 marzo di ogni anno deve essere redatto un Report di sostenibilità
  10. Annualmente devono essere effettuate analisi su un campione di almeno il 25% delle referenze commercializzate per verificare l'assenza di residui di agrofarmaci nei vini.

Come ha illustrato presidente della Fondazione SOStain Sicilia, Alberto Tasca, le cantine che hanno volontariamente scelto di aderire tra 2022 e il 2023 sono passate da 26 a 40, quelle certificate da 15 a 24, la superficie vitata associata da 28.039 a 33011 ettari e quelli certificati da 4.425 a 5.703, e le bottiglie certificate da 19.201.643 a 21.342.093.

L'attenzione per la sostenibilità e l'economia circolare non si ferma alle coltivazioni e alla produzione di vini, ma procede a tutto tondo allargandosi dal contenuto al contenitore: è in Sicilia che e nato il progetto O-I GLASS, cioè le bottiglie “cento per cento Sicilia”. Nel 2022 nel solo territorio siciliano sono state prodotte più di 86,5 milioni di bottiglie. Tutto parte dai cittadini, attivi nella differenziazione dei rifiuti e del vetro e prosegue con l'impresa SARCO che lo seleziona e ripulisce per renderlo disponibile allo stabilimento O-I di Marsala che lo trasforma nelle bottiglie “Cento per Cento Sicilia” che sono caratterizzate da un fondello personalizzato raffigurante un logo che esprime il concetto di economia circolare legata all'Isola. Una volta realizzate, grazie al supporto e alla partnership con la Fondazione SOStain Sicilia, queste bottiglie vengono consegnate ai produttori di vino della Regione, minimizzando quindi l'impatto sul territorio e riducendo ai minimi termini, l'impronta carbonica. In più queste bottiglie sono anche molto leggere (pesano solo 410g) e garantiscono un risparmio energetico anche dal punto di vista della produzione. 

Le cantine da non perdere vicino a Sciacca

Avendo come base Sciacca si possono visitare tre importanti cantine: Mandrarossa, brand del gruppo Settesoli, Feudo Arancio e La Giovanna. Ciò che immediatamente colpisce ovunque è la preparazione manageriale dei proprietari, unita all'istintivo calore dell'accoglienza isolana. Cantine e palazzi di famiglia sono contigui, i proprietari si muovono con dimestichezza lungo le vie del mondo, la conoscenza delle lingue è un must imprescindibile, e gli spostamenti ad ogni latitudine e longitudine sono frequentissimi. Come ha detto Klaus Di Giovanna proprietario dell'omonima cantina, «Le vendite sono in proporzione alle miglia volate e ai chilometri fatti. Il vino, ha proseguito - ha anche un'altra “magia”: porta alla tuizzazione, ovvero al darsi del tu, allo stabilire relazioni amicali che hanno un valore incommensurabile».

Mandrarossa

Mandrarossa è il marchio di punta del gruppo Cantine Settesoli. La cantina è in una posizione splendida, alta sul mare; non è un caso che abbiano scelto come slogan “La Sicilia che non ti aspetti”. Dalla terrazza lo sguardo si allarga per tutta la piana di Menfi, sino al mare, che lambisce i primi vigneti. I grandi fusti (serbatoi?) d'acciaio svettano imponenti mentre le enormi botti e barriques si scoprono lentamente all'interno dell'edificio seguendo un percorso alto sulla cantina che porta alla sala delle degustazioni. Una scelta precisa, spiegano i titolari, quella di voler svelare la cantina passo dopo passo. Un ricco percorso fotografico illustra la crescita del marchio e il suo sviluppo anche grafico, a partire dal logo rinnovato che trae ispirazione da una pianta tipica, la palma nana.

Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

Mandrarossa

Mandrarossa
Via Puccia 2 - 92013 Menfi (Ag)
Tel 092577128

Feudo Arancio

La prima cantina italiana ad ottenere nel 2002 la certificazione EMAS 2, Eco-Management and Audit Scheme, uno strumento volontario creato dalla Comunità europea per la gestione e certificazione ambientale. Tutta la filiera produttiva è all'insegna della sostenibilità, mediante la riduzione dei trattamenti chimici e tecniche alternative come rame e zolfo che sono ammessi anche nelle coltivazioni biologiche, lotta biologica agli insetti nocivi, la cura meticolosa e continua della pianta permette l'ottimale ventilazione e una naturale protezione fitosanitaria del grappolo. Attraverso l'inerbimento e l'interramento di piante azotanti è stato ridotto l'uso di fertilizzanti. La produzione di acqua calda è garantita dai pannelli solari mentre quelli fotovoltaici producono l'energia elettrica rendendo quasi totalmente indipendenti le strutture. Metà della cantina è interrata per mantenere un'adeguata temperatura nei locali riducendo il ricorso all'aria condizionata e all'energia elettrica. Feudo Arancio ha un sistema di raccolta e conservazione delle acque autonomo grazie a sette laghi artificiali interni alla tenuta mentre il sistema di irrigazione a goccia è computerizzato. le cantine sono costruite con la tradizionale struttura del baglio siciliano, un grande edificio bianco circondato da palme e vigneti, che nasconde al suo interno un fresco porticato sul quale affacciano gli ingressi degli ampi saloni e del tesoro più nascosto: la cantina, dove il preparatissimo ed esuberante enologo Lucio Matricardi è pronto ad illustrare i segreti e le caratteristiche di tutti i vini prodotti.

Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

Feudo Arancio

Feudo Arancio
C.da Portella Misilbesi - 92017 Sambuca di Sicilia (Ag)
Tel 0925 579000

Cantina Di Giovanna

Posizionata più all'interno la Cantina della famiglia Di Giovanna si raggiunge attraversando la Riserva Naturale di Monte Genuardo: costruita nel 2004 è situata in posizione centrale rispetto ai cinque vigneti di famiglia che si trovano tra i 400 e gli oltre 800 metri sul livello del mare. Non solo la produzione di vino ma anche di olio EVO, da 25 anni rigorosamente in biologico, perché per i Di Giovanna il biologico è uno stile di vita, un metodo di gestione globale dell'azienda agricola e di produzione basato sull'interazione tra le migliori prassi a salvaguardia dell'ambiente, mantenendo alto il livello di biodiversità e salvaguardando le risorse naturali. L'intero ciclo produttivo, dal vigneto all'imbottigliamento, è certificato biologico. Tutti i vini sono prodotti e imbottigliati in azienda, con una produzione annua di 250mila bottiglie. È Klaus Di Giovanna a dire che circa l'85% della produzione viene esportato nei cinque continenti.  Nonostante non sia posizionata su una strada principale la cantina Di Giovanna è una tra le mete preferite da enoturisti, semplici visitatori agli esperti più appassionati, tutti accolti con il medesimo calore e attenzione dai proprietari che, si comprende immediatamente, amano appassionatamente la propria terra, le uve, i vini.

Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

Cantina Di Giovanna

Cantina Di Giovanna
Contrada S. Giacomo - 92017 Sambuca di Sicilia (Ag)
Tel 320 658 3904

Dove mangiare e dove dormire

Il Ristorante Albergo “Da Vittorio” a Porto Palo di Menfi è proprio sulla spiaggia e la sua è una cucina di mare. Guardando dalle ampie vetrate i clienti possono immaginare i pesci e le reti tirate su di buon mattino; tra i tanti piatti davvero ottimi l'orata in crosta, la pasta con i ricci di mare alla Vittorio la cui ricetta si può trovare nel sito del ristorante, la ricca Grigliata mediterranea. Notevole la selezione di vini e di oli EVO tutti del territorio.

Da Vittorio Ristorante Hotel Beach Bar
Via Friuli Venezia Giulia 9 - 92013 Menfi (Ag)
Tel 0925 78381

Il Vigneto a Menfi era in origine una casa di campagna sita tra i vigneti e il mare, magistralmente trasformata in ristorante (nel 1983) e successivamente in resort.
dall'avvocato Marco Bursi che in pochissimi anni ha scelto di abbandonare la professione forense per indossare il grembiule da chef. Offre piatti tipici della cucina tradizionale siciliana e naturalmente piatti di pesce. Uno splendido giardino fa da cornice ai tanti eventi che ospita. Il Vigneto è consigliato dalle principali guide eno-gastronomiche.

Il Vigneto
Contrada Gurra di Mare - 92013 Menfi (Ag)
Tel 0925 195 5191

L'accoglienza di Menfi viaggia a tutto tondo. Come ha avuto modo di sottolineare il suo sindaco Vito Clemente, Menfi è stata dichiarata Città del vino 2023, le sue spiagge si fregiano da 27 anni ininterrottamente della bandiera arancione ed anche, dal 2021, della Bandiera Verde, che premia le spiagge a misura di bambino. Ciliegina sulla torta per un breve ma intenso tour nelle terre agrigentine è l'Abbazia Santa Maria del Bosco, splendido relais ricavato da un'antica abbazia benedettina del 1300 e immerso nel verde della riserva naturale del monte Genuardo. Raggiungerlo non è facile, perchè la lunga e tortuosa strada è a tratti sconnessa, ma è sufficiente percorrerla lentamente godendo dei panorami che offre assaporando la meta finale. Uniti ai loro vini, la cucina e l'accoglienza, come si suol dire, valgono il viaggio.

Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

L'Abbazia di Santa Maria del Bosco

Abbazia S.Maria del Bosco
Strada Provinciale 35 - 90030 Contessa Entellina (Pa)
Tel 091 619 8247

Adagiato in un immenso campo di olivi secolari e affacciato sul mare di Sciacca il Resort Torre del Barone è una splendida scelta per tutte le persone che desiderano godere una vacanza all'insegna della natura e della tranquillità. Offre una grande piscina, due centri termali e una SPA. La spiaggia privata e attrezzata si raggiunge in pochi minuti di passeggiata lungo un sentiero nella macchia mediterranea. Per chi si sente irrimediabilmente pigro è a disposizione un divertente trenino navetta. Servizio di prim'ordine, una cucina attenta ad ogni esigenza ma profondamente radicata nella sicilianità completano l'offerta di un luogo che è a buon diritto diventato meta del grande turismo internazionale.

Nero d'Avola, ma non solo: un viaggio nella Sicilia del vino

La vista da una delle stanze di Torre del Barone

Resort Torre Del Barone
Contrada Sovareto - 92019 Sciacca (Ag)
Tel 0917434100

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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