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Il Tempranillo di San Miniato lo firma Beconcini

L’azienda toscana ha scoperto nelle sue vigne ceppi del vitigno autoctono spagnolo. Nel 2017 ha impiantato il primo vigneto clonale di Tempranillo da vigna storica su piede franco. Ed è partita la produzione

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
20 maggio 2022 | 17:49

Il Tempranillo di San Miniato lo firma Beconcini

L’azienda toscana ha scoperto nelle sue vigne ceppi del vitigno autoctono spagnolo. Nel 2017 ha impiantato il primo vigneto clonale di Tempranillo da vigna storica su piede franco. Ed è partita la produzione

di Gabriele Ancona
vicedirettore
20 maggio 2022 | 17:49
 

Entusiasmo, impegno e tanta passione. Con alle spalle una cronaca di famiglia che s’innesta in un territorio unico, quello di San Miniato (Pi), un crocevia di storia e microclimi. Leonardo Beconcini ed Eva Bellagamba, una coppia che si è conosciuta studiando il vino, guidano dal 1990 l’azienda che è di proprietà della famiglia Beconcini da quattro generazioni. I Beconcini lavoravano in queste terre già prima della Seconda guerra mondiale come mezzadri, alle dipendenze dei marchesi Ridolfi, proprietari di tutta l’area est di San Miniato. Il nonno di Leonardo acquista il podere e dà il via all’evoluzione che segna una vera svolta grazie al nipote, che impianta nuovi vigneti e amplia l’azienda che da 3 ettari passa a 14 ettari vitati e oggi bio. Non pago, Leonardo intraprende un’accurata selezione dei suoi vigneti, al fine di produrre vini che siano l’espressione e il cuore di un territorio.

iXe Tempranillo Campi Nuovi 2019 in degustazione Il Tempranillo di San Miniato lo firma Beconcini

iXe Tempranillo Campi Nuovi 2019 in degustazione

Dallo studio alla scoperta

Comincia a fare studi agronomici sui cloni di Sangiovese per la produzione del “Reciso”, il vino più rappresentativo dell’azienda. Durante le ricerche, tra le varie piante di Sangiovese, Canaiolo e altre tipiche della zona, risultano 213 ceppi di cui non si conosce la specie. Si avviano gli studi che Leonardo effettua in collaborazione con la facoltà di Agraria di Milano e con l’istituto sperimentale di Selvicoltura di Arezzo. Per distinguerli dagli altri ceppi presenti nel vigneto Leonardo li identifica con il nome “X”. Erano Tempranillo, fino ad allora apparentemente mai coltivato in Italia.

Eva Bellagamba e Leonardo Beconcini Il Tempranillo di San Miniato lo firma Beconcini

Eva Bellagamba e Leonardo Beconcini

Nuova risorsa e Albo toscano

Si tratta di un vitigno autoctono spagnolo e questa specie non risultava nell’elenco delle varietà coltivabili in Italia, perché a oggi nessuno l’aveva mai trovata. Da quel giorno il percorso produttivo dell’azienda si è arricchito di un’ulteriore grande risorsa territoriale. Grazie a questa scoperta, con il Decreto 2754 del 12 giugno 2009-11-12 codice 345 Tempranillo N. nero viene iscritto all'Albo toscano. Nel 2017 è stato impiantato il primo vigneto interamente clonale di Tempranillo da vigna storica su piede franco.

Vigna Le Nicchie nasce da una vigna di Tempranillo di 115 anni prefillossera Il Tempranillo di San Miniato lo firma Beconcini

Vigna Le Nicchie nasce da una vigna di Tempranillo di 115 anni prefillossera

Non scendere a compromessi

«L’uva Sangiovese si fa portavoce della territorialità e della tradizione, mentre il Tempranillo è senza dubbio il tratto innovativo della azienda, che ha sempre come filo conduttore la passione per la ricerca e l’amore per le proprie radici – ha spiegato Leonardo Beconcini nel corso di una degustazione che si è svolta ai tavoli del ristorante Illibertymilano - Il nostro territorio marca molto i nostri vini e, quindi, l'identità territoriale si conquista in modo molto naturale, semplicemente coltivando bene i nostri terreni, vinificando le uve con rispetto, senza scendere a compromessi».

Le bottiglie presentate a Milano da Leonardo Beconcini Il Tempranillo di San Miniato lo firma Beconcini

Le bottiglie presentate a Milano da Leonardo Beconcini

 

Degustazione di rango

La degustazione ha visto in primo piano cinque etichette di rango dell’azienda di San Miniato, che segnala una produzione annua di 110mila bottiglie e un forte orientamento all’export (70%). In prima battuta, Vea 2020 da uva Trebbiano; vino rotondo e corposo che matura in cemento per quattro mesi e in barrique per tre. A seguire, iXe Tempranillo Campi Nuovi 2019, vino morbido dotato di notevole acidità, che lo rende fluido. Maturazione 15 mesi, per metà in rovere francese e per metà in cemento. È stato poi il momento di Reciso, Sangiovese in purezza, 2017, un cru che matura per due anni in botti di rovere di Slavonia. Massima espressione del territorio. Austero con tannini intensi. Vigna Le Nicchie 2016 è un Tempranillo 100% da una vigna di 115 anni prefillossera. Cremoso, denso e setoso, matura in botte piccola di rovere francese per 24 mesi. Gran finale con il Caratello 2009 Vin Santo da Malvasia Bianca e Nera, Trebbiano, San Colombano. Dolcezza, eleganza, finale asciutto. Matura nei recipienti di fermentazione per 6 anni.

Pietro Beconcini Agricola
via Montorzo 13/A 56028 San Miniato (Pi)
Tel 347 2647861

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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