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Villa Santo Stefano, un sogno nel cuore della Lucchesia

Wolfgang Reitzle e la moglie Nina Ruge hanno dato vita a un'azienda agricola che produce vino e olio, ma che può anche contare su otto camere destinate a un'accoglienza intima ed esclusiva

 
06 ottobre 2022 | 09:22

Villa Santo Stefano, un sogno nel cuore della Lucchesia

Wolfgang Reitzle e la moglie Nina Ruge hanno dato vita a un'azienda agricola che produce vino e olio, ma che può anche contare su otto camere destinate a un'accoglienza intima ed esclusiva

06 ottobre 2022 | 09:22
 

Ci sono le migrazioni classiche e le migrazioni al contrario. Il flusso può essere da sud a nord, dal meno al più sviluppato, dal vecchio al nuovo: e viceversa. La Germania è stata per decenni un punto d’arrivo, si sa, ma altrettanto noto è stato il movimento in partenza: forestieri che, attirati dalla bellezza, dalla radiosità e dalla biodiversità, hanno scelto una località italiana come punto di ri-avvio.

In questo senso la Toscana è da considerare il classico dei classici. Deve averlo pensato Wolfgang Reitzle che, dopo molti anni come manager delle più importanti case automobilistiche in Europa e negli USA, ha scelto di produrre il suo vino e il suo olio nello storico complesso di Villa Santo Stefano, immerso nel panorama arrotondato della Lucchesia. Nel 2001, insieme alla moglie Nina Ruge (volto noto della TV tedesca e autrice di best-seller), Wolfgang acquista la tenuta dalla famiglia Bertolli, uno dei marchi storici dell’olio extravergine in Italia, e subito comincia a trasformarla in un’azienda agricola, con annesso uno spazio di charme per l’ospitalità.

I vitigni di Villa Santo Stefano  Villa Santo Stefano, un sogno nel cuore della Lucchesia

I vitigni di Villa Santo Stefano

Un angolo di paradiso nel cuore della Toscana 

«Siamo a pochi chilometri dal mare,  nel bel mezzo dello straordinario paesaggio delle colline toscane, a quindici minuti d’auto dalla magnifica Lucca: è un angolo di paradiso, il nostro». Ne parla con entusiasmo Petra Pforr, responsabile marketing di Villa Santo Stefano, in occasione della presentazione dell’azienda, a Milano presso la storica Trattoria Arlati in zona Bicocca. 

«Villa Santo Stefano è stata acquistata per essere un luogo di relax e vacanza - spiega Pforr - ma il progetto per trasformarla in azienda agricola è partito subito, dato che le condizioni ambientali sono ideali: ad ovest le lunghe spiagge della Versilia sono vicine, a nord le Alpi Apuane e gli Appennini ci proteggono dai venti freddi. Questo permette a Villa Santo Stefano e ai terreni circostanti di beneficiare di un clima temperato. La rugiada della notte, il sole del giorno e la lieve altitudine (270 metri s.l.m.) sono le condizioni ideali per la maturazione di uve ed olive di primissima qualità. Più in generale, ci troviamo in una territorio dove ai borghi antichi immersi tra colline e vigneti si alternano ville nobiliari, giardini segreti con le camelie più rare d’Italia, terme per rilassarsi e un tratto della Via Francigena per un’esperienza di trekking o bici». 

Nina Ruge e Wolfgang Reitzle Villa Santo Stefano, un sogno nel cuore della Lucchesia

Nina Ruge e Wolfgang Reitzle

Vino, olio ed accoglienza 

Per essere più specifici, il vino targato Reitzle-Ruge si produce dal 2006, gli ettari a disposizione sono 12, la produzione ammonta a 50mila bottiglie di vino (distribuite su cinque etichette) e 1.500 litri di olio evo all’anno. Otto le camere, destinate ad un’accoglienza intima ed esclusiva in piena comunione con il contesto campestre, ideali per gli eventi business o per accogliere i turisti e i clienti della cantina, in modo da unire una visita in azienda a qualche giorno di scoperta del territorio.

Tornando ora al prodotto del cuore, il vino, a circa vent’anni dai primi passi l’azienda si rinnova: si esce dal territorio d’origine e si approda a Manciano, in Maremma. Il nuovo acquisto è costituito da 11 ettari di vigneto, destinati alla produzione di Cabernet Franc in purezza. Le linee di produzione diventano quindi due: Villa Santo Stefano in Lucchesia e Villa Santo Stefano in Maremma. Due aree vitivinicole differenti per due diverse interpretazioni del terroir, ma sempre nel segno della toscanità e dell’attenzione alla biodiversità che caratterizzano il lavoro della cantina fin dalla nascita.

Una delle otto camere di Villa Santo Stefano  Villa Santo Stefano, un sogno nel cuore della Lucchesia

Una delle otto camere di Villa Santo Stefano

Cinque etichette da scoprire 

«Le nostre cinque etichette - prosegue Pforr - rispondono alle diverse esigenze degli appassionati: in omaggio ai litorali assolati e ai ristoranti di pesce mi piace citare Gioia, un bianco da Vermentino 100%, fruttato al naso e leggero al gusto, piuttosto secco quanto a zuccheri e caratterizzato da una piacevole acidità. ‘Gioia’,  un nome che rispecchia lo spirito positivo dei proprietari di Villa Santo Stefano, che hanno inseguito e realizzato il proprio sogno. Un omaggio al terroir lucchese è il Sereno, un rosso DOC di un bel rubino, invecchiato per dodici mesi in botti grandi di rovere francese. L’esame olfattivo rivela violetta e spezie, i tannini sono rotondi e accattivanti. L’immagine visiva delle etichette è la rappresentazione di due ali, a riprendere le sculture alate presenti sia nella barricaia che nel grande parco dell’azienda. Ma quello che consideriamo il nostro vino di punta è il Loto, un rosso IGT composto da Cabernet Sauvignon (50%), Merlot (40%) e Petit Verdot (10%), affinato tra i dodici e i diciotto mesi in barrique francesi e poi in grandi vasche di cemento. Il colore è rubino tendente al granato, la vaniglia e il legno sono presenti in forma attenuata, come i tannini, e nel finale si avverte la sfumatura balsamica. La scelta del nome prende spunto dalle ninfee cresciute in un laghetto all’interno della proprietà, del tutto diverse da quelle ammirate fino ad allora da Wolfgang e Nina: le foglie erano molto più grandi, alcune fino al mezzo metro di altezza, a tal punto da imprimersi nella loro memoria». 

I vini di Villa Santo Stefano  Villa Santo Stefano, un sogno nel cuore della Lucchesia

I vini di Villa Santo Stefano

Un sogno che continua

Da parte della direttrice marketing Petra Pforr la spiegazione dei nomi risponde bene a un impeto di zelo teutonico, che si aggiunge piacevolmente alla notevole struttura del “Loto”: un rosso corposo e generoso, ben equilibrato, da riassaggiare tra cinque anni per valutarne il grado di maturazione. Oggi come oggi ha saputo accompagnare degnamente i piatti semplici ed efficaci della milanesissima Trattoria Arlati, come l’antipasto di coppa di Zibello e salame cotto ovvero la tagliata di manzo con rucola e parmigiano a scaglie. A una cucina senza fronzoli ha voluto accostare tanta sostanza; e così, tranquillamente, tra maturazioni da attendere con pazienza e nuovi progetti in corso, il sogno di terra e mattoni di Wolfgang Reitzle va avanti.  Non è un caso, difatti, che la frase più rappresentativa del fondatore di Villa Santo Stefano sia la seguente: «Per la produzione del proprio vino solo i primi cento anni sono difficili».   

Villa Santo Stefano
Via della Pieve Santo Stefano 504/B - 55100 Lucca
Tel 0583395349

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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