La Milano Wine Week ha messo sotto i riflettori anche l’Oltrepò Pavese, che con i suoi oltre 13mila ettari costituisce il 60% di tutta la superficie vitata lombarda, e in particolare può essere considerato la culla italiana del Pinot Nero: un territorio, l’Oltrepò, che risulta al primo posto per estensione coltivata proprio con questo storico vitigno. La cui notorietà mondiale è dovuta alla tradizione millenaria e alla diffusione in quattro continenti, ma anche alla versatilità: la produzione infatti si estende a tutte le possibili vinificazioni, dal bianco al Metodo Classico e Martinotti, fino al rosso e rosso riserva, senza escludere nemmeno il rosato.
Bosco del Sasso esordisce con Extra Dry 19 09
Bosco del Sasso, una novità in Oltrepò
Una nuova sfumatura di Pinot Nero prende il lancio proprio da una delle ribalte della Milano Wine Week, la Terrazza Duomo 21: stiamo parlando di “19 09 Extra Dry”, lo spumante metodo Martinotti ultimo (nonché primo) nato in casa “Bosco del Sasso”. Anch’essa una neonata, trattandosi di una start-up che va ad arricchire il panorama delle cantine dell’Oltrepò pavese. Alla base della nuova azienda l’iniziativa di due amici che da anni condividono esperienze di vigna e passione per il territorio: Manuela Elsa Centinaio e Marco Maggi, che all’ultima edizione del Vinitaly ha ricevuto il premio “Angelo Betti – Benemeriti della Viticoltura 2022”, quale migliore vignaiolo della Lombardia per la sua azienda “Maggi Francesco” di Canneto Pavese.
Manuela Elsa Centinaio e Marco Maggi
Progetto in mano a Michele Zanardo
“Bosco del Sasso” fa capo a quattro ettari di vigna, un casolare e un filare di cipressi, collocati nella frazione Roncole di Canneto Pavese, tra le Valli Versa e Scuropasso, terra di Buttafuoco e di etichette pregiate. Tra colline ripide e terreni impervi che costringono ad un faticoso lavoro manuale, qui nascono vitigni che beneficiano del terreno sabbioso e argilloso e identificano al meglio il territorio oltrepadano: Pinot Nero, Croatina, Barbera, Uva Rara e Ughetta Vespolina.
Nel campo delle bollicine, per inerpicarsi sui terreni scoscesi della concorrenza italiana e mondiale Centinaio & Maggi hanno scelto l’esperienza preziosa dell’enologo veneto Michele Zanardo, membro del “Comitato nazionale vini Dop e Igp”, competente in materia di tutela qualitativa dei vini a denominazione e della loro valorizzazione commerciale.
Un "vino d'ingresso" di pronta beva
«Non è casuale - racconta Marco Maggi, - che Bosco del Sasso esordisca con questo Pinot Nero 100% spumantizzato col metodo Martinotti; abbiamo voluto focalizzarci su un cosiddetto ‘vino d’ingresso’, di pronta beva, che si adatti bene a una larga fetta di consumatori già familiare con prodotti simili, come il Prosecco. Sarebbe stato molto più difficile iniziare con un rosso fermo, affinato in legno, come potrebbe essere il Buttafuoco. Il nome di questo Extra Dry è ‘19 09’ perché in quella data abbiamo deciso di partire con questo tipo di progetto. Seguirà un altro Pinot Nero da spumantizzare col Metodo Classico, con sboccatura a diciotto mesi; il terzo vino sarà quasi sicuramente un rosso, il Buttafuoco, un padrone di casa storico, importante per il nostro territorio. I nostri quattro ettari sono ovviamente la prima mossa, ma la prospettiva è quella di allargarsi nelle vicinanze».
«Un territorio unico e speciale»
«Abbiamo scelto di investire su questo territorio unico e speciale - dichiara l’unica donna in azienda, Manuela Elsa Centinaio - sia per la sua storia enologica sia per la bellezza dei paesaggi. Che ci hanno ispirato lo slogan ‘Esperienza di vigna’: volevamo richiamare l’idea di un viaggio sensoriale ed emozionale che coinvolga tutti e cinque i sensi. Abbiamo investito a Roncole di Canneto per amore dell’Oltrepò Pavese, che merita di essere valorizzato al meglio; ma anche per il piacere di creare dei vini da ricordare, come l’esordiente ‘19 09 Extra Dry’, che stiano al centro delle occasioni di festa e sappiano accompagnarci nei momenti più belli della nostra vita».