Il Consorzio tutela vini Oltrepò Pavese si ingrandisce e raggiunge i 21 membri all'interno del proprio consiglio direttivo. Una svolta, applaudita dai vertici della cantina Terre d'Oltrepò, che punta a una maggiore partecipazione del territorio nelle scelte determinanti.
Un vigneto nell'Oltrepò Pavese
Ventisei i candidati
Sono 26 i candidati (un numero altissimo rispetto alle altre volte) per 21 posti disponibili, come deciso a metà settimana dallo stesso consiglio che ha dato il via libera all’allargamento. Il consiglio, che sarà rinnovato a fine mese, resterà in carica fino al 2024.
Questi i candidati per le diverse categorie. In rappresentanza dei viticoltori si sono presentati Davide Scabini, Andrea Barbieri, Alessio Gaiaschi, Sara Zambianchi, Federico Defilippi, Daniele Passerini, Camillo Dal Verme, Davide Bonetti, Paolo Verdi, Emilia Maini, Ottavia Vistarino. Tra i vinificatori si sono presentati Gilda Fugazza (attuale Presidente del Consorzio), Marco Maggi, Mattia Nevelli, Andrea Giorgi, Valeria Radici Odero, Antonio Achilli, Francesca Seralvo, Stefano Dacarro. Renato Guarini, Quirico Decordi, Valeria Vercesi, Pier Paolo Vanzini, Massimo Ornaghi, Luca Bellani, Giovanna Fugazza sono i nominativi in rappresentanza degli imbottigliatori.
Ventisei candidati per 21 posti in consiglio, come detto, con l’evidente crescita dell’adesione delle aziende di filiera interessate a partecipare ai lavori Consorzio dei vini dell’Oltrepò. È quanto emerso al termine dell’ultimo consiglio di amministrazione prima dell’assemblea che dovrà approvare il bilancio 2020 ed eleggere il nuovo presidente per i prossimi 2 anni.
Un passaggio deciso lo scorso anno
Il passaggio da 15 a 21 consiglieri per allargare la base di rappresentanza era stato già deciso lo scorso anno, ma non era scontato che fosse confermato perché non era detto che vi fossero abbastanza aziende interessate a partecipare ai lavori per coprire tutti i posti. In realtà, se ne sono fatte avanti 5 in più del necessario. Rimane stabile il rapporto tra le tre tipologie di soci rappresentati: ci saranno 7 viticoltori, 7 vinificatori e 7 imbottigliatori.
Voto con sbarramento
Così come resta la recente introduzione del voto con sbarramento al 49% introdotto lo scorso anno, ovvero nessun socio, per quanto grande, potrà avere la maggioranza assoluta. Ad oggi il Consorzio di tutela conta circa 160 aziende vitivinicole associate, un numero basso rispetto alle oltre 1500 presenti in Oltrepò che però non deve trarre in inganno. Tra queste, per esempio c’è la cantina cooperativa Terre d’Oltrepò che rappresenta oltre 600 aziende agricole di ogni dimensione che conferiscono qui le proprie uve e, per effetto del sistema cosiddetto “erga omnes” che regola i consorzi in Italia, se le aziende associate sono sufficientemente rappresentative per un determinato tipo di prodotto, lo stesso consorzio può pretendere una piccola tassa anche dai non iscritti per svolgere attività di tutela e promozione della denominazione.
Giorgi: Inizia una nuova eraIn attesa del
nuovo corso del Consorzio che sarà chiamato ad esprimersi a fine mese, «sono convinto del fatto che inizia una nuova era per il territorio», ha affermato il presidente della cantina Terre d’Oltrepò,
Andrea Giorgi. «Abbiamo dimostrato con fatti concreti come la nostra cantina abbia lavorato per un
obiettivo comune a favore dell’Oltrepò vitivinicolo, ovvero aumentare la numerosità dei soci all’interno del Consorzio e, di conseguenza, la partecipazione. La nostra cantina, in questi anni del nuovo corso, è il luogo ideale del confronto fra tutti i viticoltori ed in particolare è il baluardo dei produttori di uve dell’Oltrepò Pavese», ha aggiunto Giorgi.
Ma il lavoro non si conclude qui: «Sistemata la
governace - ha spiegato Giorgi - occorre raggiungere nuovi traguardi circa il prezzo delle uve mentre la redditività delle
aziende agricole va sicuramente aumentata. Sono più che mai convinto che il valore aggiunto della filiera debba essere ridistribuito anche agli
agricoltori e non solo agli industriali».
Oltrepò, non solo Pinot NeroCon la commercializzazione della Selezione Cotarella di
La Versa, la cantina ha messo sul
mercato una serie di diverse tipologie di vino perché è convinta che l’Oltrepò non debba solo essere espressione del Pinot Nero. «Il
territorio deve investire anche sulle produzioni che da sempre lo hanno caratterizzato e possono costituire un trampolino di lancio sui mercati
internazionali. È giunto il momento di investire maggiormente sul nostro Pinot Grigio Doc che nasce da uve straordinarie che non hanno eguali in nessuna zona d’Italia. Può essere il biglietto da visita ideale per fare breccia nei mercati americani e inglesi. Non possiamo dimenticare poi il
Riesling Doc, un’uva vituperata da tutti ma che con il giusto investimento in comunicazione e in promozione può dare soddisfazioni in termini di mercato», ha ribadito Giorgi.
L’attenzione del
presidente Giorgi ricade poi sulle
uve a bacca rossa: «In questo contesto di valorizzazione dei
vitigni più rappresentativi non possono mancare Croatina e Barbera, le cui uve regalano
vini straordinari e moderni, in linea con le nuove tendenze del mercato e dei winelovers. In questa direzione deve andare essenzialmente anche una revisione dei disciplinari di produzione che dovranno avere la forza di valorizzare queste uve. Ritengo che questo sia l’
obiettivo primario che dovrà porsi il futuro consiglio del Consorzio».