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Webinar del Consorzio Vini Venezia: alla scoperta dell’allevamento Bellussera

Con la degustazione dei vini di tre aziende vengono messi a confronto varie forme di allevamento, tra tradizione e innovazione. A partire da quello ideato da Donato Bellussi.

 
11 dicembre 2020 | 18:43

Webinar del Consorzio Vini Venezia: alla scoperta dell’allevamento Bellussera

Con la degustazione dei vini di tre aziende vengono messi a confronto varie forme di allevamento, tra tradizione e innovazione. A partire da quello ideato da Donato Bellussi.

11 dicembre 2020 | 18:43
 

La Bellussera è una forma di allevamento della vite a raggera tipica della zona del Piave nata da un’idea di Donato Bellussi a fine Ottocento a Tezze di Piave, in provincia di Treviso. Con successive modifiche apportate dai figli di Donato va sostituire le alberate, un sistema ancestrale dell’Italia del Nord, per andare incontro alle esigenze di quel tempo: avere il tutore vivo per avere legna da ardere, veniva soprattutto utilizzato il gelso che  serviva per alimentare il baco da seta, sfruttare al massimo la terra nei corridoi del vigneto per le coltivazioni, combattere le malattie della vite tenendo lontano l’umidità del terreno dai tralci, e garantire una produzione abbondante.

Dagli anni Ottanta questo sistema di allevamento non era più adatto alle necessità del momento e fu incentivato il passaggio al filare con l’obiettivo di ridurre le spese per ettaro, promuovere il livello qualitativo delle uve e contenere le spese di gestione. La Bellussera rimane oggi patrimonio della viticoltura veneta, una vera operea d’arte, presente in alcune vigne storiche con vitigno Raboso.

Webinar del Consorzio Vini Venezia Storia dell’allevamento Bellussera

La Bellussera è una forma di allevamento della vite a raggera

Annate e stili diversi: potenza, morbidezza e carattere
Con la  degustazione dei vini di tre aziende storiche della zona vengono messi a confronto le varie forme di allevamento, tra tradizione e innovazione per un Raboso con una storia di 500 anni. Tre stili diversi, tre annate diverse che tutte esprimono potenza, morbidezza e carattere. In tutto 60mila bottiglie prodotte nel 2019. 

Malanotte del Piave docg 2015 16% De Stefani Fossalta di Piave nata nel 1886 a Refrontolo. Vigneti gestiti in maniera organica. Vigneto di Raboso su caranto, un tipo di argilla calcarea di origine alluvionale. Sistema allevamento guyot molto fitto, attenta gestione del vigneto, cloni con resa bassa. 30% delle uve in appassimento per circa 2 mesi, 70% vinificate in vasche di cemento.

Solo barrique nuove  di rovere francese zona Allier stagionato 40 mesi all’aria, alberi con 200 anni di età, da 18 a 36 mesi. E 18 mesi affinamento in bottiglia. Rubino molto fitto e  luminoso. Apre con note di prugne secche, erbe officinali che diventano chiodi di garofano, pepe nero ed accenni di goudron in chiusura. All’assaggio rivela  una solida struttura, tannino ancora vivace, buona spalla acida.

Malanotte del Piave docg 2013 Notti di luna piena 14% Cà di Rajo San Polo di Piave sulla sinistra del fiume. Conduzione famigliare, 100 ettari di cui 15  a bellussera con vigne di età media dai 35 ai 100 anni. Il nome viene da un’antica leggenda. Età media dei vigneti 50/60 anni su bellussera, operazioni manuali, 30% delle uve in appassimento per due mesi che vengono fatte affinare in barrique in 24 mesi, il restante 70% surmaturato in pianta e poi 36 mesi in botti grandi.

Fatto il taglio una ulteriore sosta in bottiglia. Rubino in evoluzione sull’arancio. Iniziale floreale di rose secche coperto dal frutto scuro con note di vaniglie. Ricorda il cioccolato e la ciliegia sotto spirito, morbido e tannino non invadente. Bella struttura avvolgente.

Malanotte del Piave docg 2010 Unno 15% Antonio Facchin San Polo di Piave conduzione famigliare,  80 ettari di vigneti nella Marca trevigiana. Azienda compie 150 anni. Unno viene sottoposto a lungo invecchiamento parte in acciaio e parte in botte di rovere da 15 hl, doghe miste, di Slavonia e francese.  I cloni sono di nuova generazione, allevamento Sylvoz stretto. Il nome del vino richiama il carattere forte di Attila e la leggenda che il re dgli Unni mentre conquistata l’Italia passò dal Borgo Malanotte. Granato trasparente, insolitamente giovane con grande alcolicità. Marasca, mora di gelso, alla fine cuoio, polvere di caffè. Trama tannica molto precisa, una fresca chiusura.

Il Consorzio dei vini Venezia, che ha organizzato la degustazione, è nato nel 2011 dalla fusione di due Consorzi storici, Consorzio volontario tutela vini doc Lison-Pramaggiore ed il Consorzio tutela vini del Piave doc; tutela 5 denominazioni: Doc Venezia, doc Piave, doc Lison-Pramaggiore, docg Lison, docg Malanotte del Piave per un totale di 47 tipologie di vini.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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