Quattro generazioni di grandi vini, dalla Toscana alla Basilicata fino in... Sicilia. È qui che nasce Torre Mora, con i suoi 13 ettari vitati nelle zone tanto fortunate dell'Etna a Denominazione controllata.
Per comprendere la viticoltura Piccini in queste zone è fondamentale risalire alle radici dell'azienda. Una realtà che può definirsi storia di famiglia: quattro generazioni che si sono trasmesse valori, passione e conoscenza del vino; quattro momenti diversi di crescita sempre sono rimasti legati al territorio e alle tradizioni toscane, da interpretare però come punti di partenza, non come limiti.

Ecco perché, accanto a Fattoria di Viliano, Tenuta Moraia e Villa al Cortile in Toscana e Regio Cantina in Basilicata, è nata
Torre Mora. Siamo tra Rovitello, Castiglione di Sicilia e contrada Torre, Linguaglossa.
Il suolo è chiaramente vulcanico, dalla grande fertilità; i vigneti sono disposti a notevoli altitudini sopra il livello del mare (intorno ai 650-700 metri) e tutti convertiti bio; le varietà selezionate sono due - perché la filosofia di Torre Mora è "un vitigno, una terra" - il Nerello Mascalese per i rossi (seguito dal Nerello Cappuccio) e il Carricante per i bianchi; la resa per ettaro è molto bassa, così da garantire al consumatore un alto livello di qualità.

Un suolo decisamente ottimale per la coltivazione della vite, quindi, unito a vitigni che in questo territorio hanno la loro ragion d'essere e alla filosofia e all'esperienza Piccini, sinonimo di garanzia, sono tutti pezzi di un puzzle che promette una produzione di alta qualità. Una produzione che dà quattro diversi "frutti". Due rossi. Il primo è lo Scalunera Etna Rosso Doc (Nerello Mascalese al 95% con un 5% in aggiunta di Nerello Cappuccio), un vino che dopo 24 mesi di affinamento in botti di rovere, si presenta con vestito di un rubino intenso, profumi di frutti rossi al naso con qualche terziario, come spezie e caffè, non certo carente di struttura. Ad affiancarlo il Cauru Etna Rosso Doc, con una blend a percentuale leggermente più elevata per il Nerello Cappuccio (15%); qui i mesi in botti di rovere vanno dai 12 ai 18, i sentori al naso sono più tendenti al fruttato e al floreale (ciliegia e viola).
Sempre Etna Doc lo Scalunera Bianco. Anche qui un blend di Carricante e Catarratto, in cui il primo è decisamente predominante (90%) rispetto al secondo, sempre per la filosofia "un vitigno, una terra"; colore giallo paglierino, forte mineralità, fiori bianchi e frutta gialla matura, un bel mix di freschezza e sapidità. Chiude lo Scalunera Etna Rosato Doc, con un blend di Nerello Mascalese al 95% e il rimanente 5% di Nerello Cappuccio: il colore è rosa tenue, frutti rossi e qualche spezia al naso, un buon equilibrio tra freschezza e sapidità in bocca.
Per informazioni:
www.tenutepiccini.it/tenutatorremora