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Maroni esalta i vitigni autoctoni di Piemonte, Liguria e Val d'Aosta

 
20 maggio 2019 | 16:39

Maroni esalta i vitigni autoctoni di Piemonte, Liguria e Val d'Aosta

20 maggio 2019 | 16:39
 

Torino ha accolto con grande entusiasmo Luca Maroni con “I Migliori Vini Italiani” che ha portato a Palazzo Saluzzo di Paesana le eccellenze vitivinicole del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta.

Ingressi da record hanno caratterizzato questo appuntamento, degustazioni affollate e piena di appassionati, migliaia i calici di vino versati per assaggiare vini (e formaggi) del territorio nord occidentale, per scoprire i sapori e i prodotti della Tuscia viterbese e per capire con Luca Maroni il suo metodo cioè il modo scientifico con cui confrontarsi in maniera piacevole con il vino e cercare di carpirne l’essenza. I principali protagonisti sono stati come sempre i produttori che, grazie al contatto diretto col pubblico, hanno avuto modo di raccontare le loro etichette d’eccellenza durante una tre giorni che è stata all’insegna di un continuo assaggio (sempre liberi e senza limiti durante le manifestazioni de “I Migliori Vini Italiani”).

Francesca e Luca Maroni (Maroni esalta i vitigni autoctoni di Piemonte, Liguria e Val d'Aosta)
Francesca e Luca Maroni

«Il grande passo fatto quest’anno - ha detto Maroni - sta nell’inizio della valorizzazione dei vitigni autoctoni italiani, benché ancora non pienamente consapevole: dobbiamo renderci conto che essi rappresentano la vera ricchezza del nostro territorio. La Francia ha un paio di decine di vitigni, noi raggiungiamo i 400 e tanti di essi non sono stati ancora individuati e catalogati pienamente. Per fare qualche esempio, il Sangue di Giuda, dal Piemonte (in verità è dell'Oltrepò pavese, Lombardia ndr), è una vera rarità; il grignolino è ancora un po’ oscuro nonostante la sua morbidezza di lampone, l’Alba Rossa che è un inserto tra Barolo e Barbera, è ancora una rarità. Inoltre, in questo periodo i produttori piemontesi si resi conto che il Nebbiolo si presta moltissimo alla spumantizzazione e sarà la novità dei prossimi anni. Questa ricchezza è, secondo me, il vero atout del vino italiano».
 
«Moltissimi anni fa, oltre 30 - ha chiuso Maroni - ero affascinato dal vino e, allora, completamente astemio, mi sono chiesto come fosse possibile approcciarmi a questo prodotto così magnificente. Mi sono posto la domanda di come arrivare a definire il gusto e l’aroma del vino in modo scientifico e oggettivo e ho compreso che la via principe era comprenderne le caratteristiche organolettiche chimico-fisiche. Attraverso un lungo percorso di studio, sono arrivato a capire che la chimica è tutto e, ora, già leggendo le analisi di un vino riesco a immaginare come sarà il suo sapore, e al contrario, quando assaggio un vino ne individuo le caratteristiche chimico-fisiche. Per esempio, la relazione tra sostanze amare, acide e morbide è determinata dalla composizione del vino: e la composizione chimico fisica ne determina il sapore. È un viaggio complesso e affascinante che ha cambiato la mia vita».

Per informazioni: www.imiglioriviniitaliani.com

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19/02/2020 20:01:12
1) Il Sangue di Giuda è un vino dell'Oltrepo' Pavese !
Luca Maroni, nell'intervista da voi pubblicata cita il Sangue di Giuda che nell'articolo sembra riferito ai vini piemontesi, liguri o valdostani, mi pare giusto chiarire che : Il Sangue di Giuda è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Pavia. Già considerato una tipologia della DOC Oltrepò Pavese, con DM 03/08/2010[2] ha ottenuto la qualifica di DOC a sé stante con la denominazione ufficiale di Sangue di Giuda dell'Oltrepò Pavese o Sangue di Giuda. Può essere prodotto solo in una delimitata microzona dell'Oltrepò Pavese orientale,[1] dove il suolo argilloso e calcareo conferisce particolari qualità organolettiche. È proposto nelle versioni: frizzante e spumante. Cordialità

Purtroppo è vero e ci scusiamo coi lettori. Nel riportare l'intervista questo particolare è sfuggito. Si tratta di Oltrepo' (pavese) e fose quell'area prima dell'unità d'Italia apparteneva al Piemonte, tanto ce la si definsice a volte "vecchio Piemonte".
red 
Remo Pàntano