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Il Nero d'Avola '18 di Feudo Arancio Dna intatto in un'annata particolare

di Alberto Lupini
direttore
 
16 maggio 2019 | 14:52

Il Nero d'Avola '18 di Feudo Arancio Dna intatto in un'annata particolare

di Alberto Lupini
direttore
16 maggio 2019 | 14:52
 

Feudo Arancio, cantina del Gruppo Mezzacorona, ha partecipato da protagonista a Sicilia en Primeur che si è tenuta dal 6 al 10 maggio, per parlare dei suoi vini e del proprio business.

Feudo Arancio coltiva le uve con le quali produce i vini in Sicilia, in particolare nella zona di Sambuca di Sicilia (ad Agrigento) e Acate (Ragusa). A fare gli onori di casa nel corso della manifestazione siciliano, Maurizio Maurizi, enologo dell’azienda.

(Il Nero d'Avola '18 di Feudo Arancio Dna intatto in un'annata particolare)

«Dopo En Primeur - ha detto Maurizi - presentiamo il Nero d'Avola che sarà il prossimo imbottigliamento che faremo. Adesso abbiamo sul mercato il 2017 e stiamo presentando a en primeur il 2018. Un'annata completamente diversa dal 2017 che però deve rispecchiare quello che è lo standard Feudo Arancio. Un'ottima qualità, un ottimo frutto, un'ottima bevibilità, assaggiata en primeur si capisce ancora meglio la provenienza dell'uva».

(Il Nero d'Avola '18 di Feudo Arancio Dna intatto in un'annata particolare)
Maurizio Maurizi

Nei vini di Feudo Arancio si respira la Sicilia, i suoi profumi, i suoi gusti, la sua filosofia, la sua terra. Cambiano le annate, il clima sta radicalmente cambiando, ma quello che non viene modificato è il dna delle bottiglie.

(Il Nero d'Avola '18 di Feudo Arancio Dna intatto in un'annata particolare)

«Come etichetta - prosegue Maurizi - avremo Inzolia, il Grillo, come single variety - cioè varietà 100% di un solo tipo di uva - poi avremo le nostre riserve che sono il Dalila e il Canto d'Oro, due blend che più ci rappresentano con una varietà autoctona all'80% che è il Grillo (per il bianco) e il Nero d'Avola per il rosso accompagnate da un internazionale per arricchire l'autoctono, ovvero il 20% di Viognier insieme al Grillo per il bianco e il 20% di Cabernet insieme al Nero d'Avola per il rosso».

(Il Nero d'Avola '18 di Feudo Arancio Dna intatto in un'annata particolare)

Nero d’Avola e Grillo guidano il business dell’azienda: «Il Nero d'Avola e il Grillo pesano per più del 60% - spiega l’enologo - eravamo partiti con l'azienda nel 2001-2002 con meno del 50%, ma adesso gli autoctoni sono quelli che ci rappresentano di più anche perché sono anche quelli che spingiamo di più sul mercato». Dalila, il Grillo, è un vino all'insegna della lunga durata mentre Hedonis, il Nero d'Avola, è prodotto senza solfiti ed è all'insegna della freschezza.

Quanto alla distribuzione, Maurizi spiega che «vendiamo per l’85% all’estero e per il 15% in Italia, non tanto perché ci piace di più esportare, ma perchè fuori dai nostri confini abbiamo maggiori possibilità di vendere quantità superiori di vino rispetto all’Italia. Tra Gdo e Horeca infine, dividiamo le vendite al 50%».

La tenuta del gruppo Mezzacorona comprende circa 2mila ettari, un tempo tutti ad aranceti, di cui 280 vitati e 15 ad oliveto. I terreni sono tutti coltivati all'insegna della sostenibilità, senza trattamenti chimici, secondo protocolli ormai in uso in gran parte della Sicilia. Il mercato principale dei vini è costituito dagli Stati Uniti.

Per informazioni: www.feudoarancio.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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