«Siamo un'azienda giovane con 1.000 anni di storia alle spalle», così Francesco Loni, direttore della millenaria azienda vincola toscana Usiglian del Vescovo - le origini sono del 1078 - situata sulle colline della Valdera, all'interno del comune di Palaia, nel pisano. Terra di contese fra Vescovi, senza dimenticare Matilde di Canossa.
La tenuta Usiglian del Vescovo
Al Tartufotto di Milano, sono stati presentati i vini di punta della cantina che oggi produce fra le 100 e 130mila bottiglie nei vigneti sparsi in 23 ettari, sui 160 in cui si estende la tenuta storica, fra cui 15 a uliveto. Tutti piccoli appezzamenti di un ettaro. Vitigno principale il Sangiovese; in quantità minori Merlot e Cabernet Sauvignon. Produzione integrale per ettaro molto bassa, 60 quintali, raccolta tutta a mano. «Non compriamo né uva né vino, tutto nasce - ricorda il direttore - nei nostri terreni molto sabbiosi (oltre il 90%), di origine Pliocenica a poco più di mille metri di altezza che creano mineralità nel suolo, dando leggiadria ai vini».
Al Tartufotto, i bianchi e i rossi hanno accompagnato una interessante polenta al tartufo con burrata e salsiccia, e i sempre notevoli taglioni con ragù di anatra, mirtilli e funghi porcini. Abbiamo apprezzato con interesse Il Bruvé, un rosato fresco, giovane e brillante prodotto da una selezione di uve Sangiovese, ottimo per gli aperitivi; sorprendente poi il Ginestraio, un bianco ottenuto da uve Chardonnay e Viognier dal carattere fruttato. Due i rossi in tavola: Il Grullaio, molto accattivante e versatile, e il deciso Mora del Roveto con un bel carattere, come nella storica tradizione toscana. Gamma di vini insomma di sapidità, eleganza e freschezza, quelli di Usiglian del Vescovo che nel 2001 ha fatto il salto in avanti, all'insegna della massima qualità e della tutela del territorio