La trentunesima Rassegna del Müller Thurgau ha dimostrato le potenzialità del turismo del vino allorquando il valore aggiunto risiede nel modo in cui il territorio lo si sa raccontare al mondo intero.
Già il numero ordinale “trentunesima”, sì di trentunesima
Rassegna del Müller Thurgau parliamo, inequivocabilmente esplicita quanta lungimiranza, quanta tenacia e quale e quanta coerenza comportamentale ci sia nella comunità della Valle di Cembra. Siamo nel Trentino, quello più autentico, ancora pressoché esente dai grandi flussi turistici che assaltano le montagne quando in molti (lodevoli le eccezioni) si improvvisano sciatori d’inverno e trekkers d’estate.

Müller Thurgau, è una varietà a bacca bianca e qui in Valle di Cembra gli si è voluta dare l’idonea menzione suppletiva di Vino di Montagna. La rassegna, giunta alla trentunesima edizione, «è momento di riflessione tecnica e di degustazione oltre che un’opportunità per far conoscere e promuovere la Valle di Cembra». Sono queste le parole di
Mattia Clementi, il giovane e prode presidente del Comitato della Rassegna.
Rassegna che nei fatti è davvero un importante momento di confronto e di scambio di idee tra i vitivinicoltori del Müller Thurgau. Così facendo si innesca la “coopetition”, laddove il momento di leale concorrenza è sospinto in avanti a fronte dei tanti momenti di cooperazione volti ad arrecare vantaggi e benefici collettivi.
Eroico, e sia ciò detto senza eccesso enfatico, il lavoro in vigna: appezzamenti piccoli, terrazze e declivi, fatica manuale per forzosa assenza di ausili meccanici. Forte, preciso, validissimo il lavoro in cantina: grandi e crescenti le competenze. L’attuale mercato di riferimento del Müller Thurgau, la cui coltivazione in Valle di Cembra si sviluppa su 400 ettari, è dato dal mercato domestico. Interessante l’emergere di mercati promettenti, e qui si vede che comincia a dare i suoi frutti il lavoro volto all’export, verso i paesi del Nord Europa, gli Stati Uniti e il Giappone. Ne consegue che ancora più attenzione va rivolta alla comunicazione e con essa al racconto, il cosiddetto storytelling.
Mattia Clementi
Probabilmente non si tratta più di spiegare ulteriormente il vino in termini di caratteristiche insite nel prodotto, ma si tratta di raccontare e di far conoscere la Valle di Cembra. Nel momento cruciale di una vendita che non si rinnova perché al sell-in non ha fatto seguito il sell-out, non si rimedia riposizionando verso il basso il pricing (sarebbe l’inizio della fine), bensì arrecando valore di unicità al prodotto e questa unicità ancor prima che dalle uve, è data dal territorio della Valle di Cembra, suoi piccoli tesori nascosti, la sua potenzialità nell’abilitare gioiose e memorabili esperienze.
Ne consegue che un incremento del business correlato al vino che impatti sulla comunità della Valle di Cembra, passa ancor più ed ancor prima che su un incremento delle quantità prodotte, su un accresciuto appealing del territorio e sul conseguente avvio dell’enoturismo. Sì, ma quale enoturismo?
Ritorniamo alla menzione suppletiva del Müller Thurgau della Valle di Cembra. Ce la ricordiamo? Sì, Vino di Montagna. Orbene, e che si parli allora, nel senso che se ne faccia approccio consapevole e se ne disegni coerente strategia, di enoturismo di montagna.
Non la banale constatazione (banale davvero sarebbe!) che è un enoturismo a circa 600 metri di altitudine, bensì l’accorto e complesso dispiegarsi di quanto ciò significhi in termini di percezione e ricordo delle esperienze che in tale contesto è possibile vivere. Ambiti di cultura materiale che si assimilano andando per vigneti (magari in bicicletta) e soffermandosi senza fretta alcuna nelle cantine laddove la suddetta cultura materiale si trasmette mediante meditati e guidati assaggi delle eccellenze enogastronomiche della Valle di Cembra. Il sano enoturismo di montagna: i tempi lenti.
Per turisti che naturalmente dismettono l’abito del viaggiatore frettoloso per indossare quello ben appropriato di temporary citizen. Il sentirsi, dopo poco tempo un abitante, seppure temporaneo, della Valle di Cembra. Avanti così, dunque, a fungere da best practice per ideare, progettare e realizzare quanto oggi nel contesto della digital society è il nuovo indicatore: il Piq piuttosto che il Pil. Piq ad intendere il Prodotto interno qualità.
Questi i vincitori della Rassegna 2018
Azienda Agricola Unterortl - Castel Juval
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Alto Adige Val Venosta Müller Thurgau DOC 2017
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Hans Rottensteiner
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Alto Adige Müller Thurgau 2017 DOC
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Cavit
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Müller Thurgau Zeveri Trentino Superiore DOC 2017
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Winzerverein Hagnau
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2017 Hagnauer Sonnenufer Müller Thurgau trocken secco
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Cantina Produttori Valle Isarco
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Alto Adige Valle Isarco Müller Thurgau Aristos DOC 2017
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Cantina Produttori Cortaccia
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Alto Adige Müller Thurgau Graun DOC 2016
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Vivallis
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Trentino DOC Müller Thurgau - Vigna Rio Romini 2017
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Villa Corniole
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Trentino DOC Superiore Valle di Cembra Müller Thurgau Pietramontis 2016
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Abbazia Di Novacella
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Müller Thurgau DOC Alto Adige Valle d'Isarco 2017
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Winzerverein Hagnau
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2017 Hagnauer Burgstall Müller Thurgau Fass 247 secco
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Weingut Anselmann
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2017 Anselmann Müller Thurgau Rivaner troken - Edesheimer Ordengut secco
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Gaierhof
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Trentino Müller Thurgau DOC 2017
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Fondazione Mach
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Trentino DOC Müller Thurgau 2017
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Azienda Agricola Francesco Moser
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Müller Thurgau IGT Vigneti delle Dolomiti 2017
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Cantina Sociale Di Trento
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1339 Müller Thurgau Trentino DOC 2017
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Cantine Monfort
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Trentino DOC Casata Monfort Müller Thurgau 2017
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Società Agricola Fratelli Pelz S.S.
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Müller Thurgau Vigneti delle Dolomiti IGT 2017
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Cembra - Cantina Di Montagna
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Trentino DOC Müller Thurgau Cantina di Montagna 2017
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Per informazioni:
www.mostramullerthurgau.it