Nel 2019 due località italiane saranno Capitali europee. Matera della Cultura e il Sannio (il territorio compreso tra Castelvenere, Guardia Sanframondi, Sant'Agata dei Goti, Solopaca e Torrecuso), Capitale del Vino.
Il prestigioso riconoscimento, ufficializzato lo scorso 10 ottobre, è stato assegnato da Recevin, la rete europea delle 800 città del Vino. La nobile finalità, a fronte della quale si ottiene il riconoscimento, è mettere in risalto l'influenza della cultura enologica ed enoturistica nella società, nel paesaggio, nell'economia, nella gastronomia e nel patrimonio e il suo valore per l'Unione europea. Fervono dunque i preparativi affinché il riconoscimento venga degnamente celebrato sul territorio e pertanto, al fianco dei 5 comuni del Sannio sta lavorando, portatore di idee e di competenze, il
Sannio Consorzio Tutela Vini. Piacevole ed interessante, su questo prestigioso riconoscimento, è stato l’incontro con il presidente
Libero Rillo.
Libero Rillo
Presidente, ci dica innanzitutto com’è andata la vendemmia 2018.Con luci ed ombre, ma per fortuna con molte più luci che ombre, in particolare sui nostri vini bianchi. Qualche ombra, a macchia di leopardo, su alcuni rossi. Nel complesso l’andamento è stato soddisfacente. Si tratta di compiere ulteriori sforzi per irrobustire le competenze sulla componente “viti” della nostra vitivinicoltura. Va bene quanto divenuto patrimonio del viticoltore in funzione di esperienza accumulata nei decenni, ma ancora meglio se ad essa si affianca la padronanza di tecniche oramai consolidate, frutto di attenti studi e non solo di empirismo.
Pronti per celebrare il Sannio Capitale Europea del Vino 2019?A dirle il vero, non posso affermare che siamo pronti. Ma posso tuttavia affermare che siamo “quasi” pronti e siamo ben consapevoli che il tempo stringe e che alacremente ci si deve imporre un’accelerata.
Ecco, appunto, chi sono gli attori protagonisti?Abbiamo pensato ad includere, piuttosto che ad escludere. In altre parole, noi abbiamo voluto realtà che hanno ben titolo a collaborare. Pertanto, oltre ai 5 comuni, con Guardia Sanframondi capofila, e al Consorzio, che già bene stanno cominciando ad agire in team, abbiamo anche la presenza dell’Università del Sannio, della Camera di commercio, delle associazioni di categoria, e saranno benvenuti anche gli operatori privati.
Mi consenta, presidente, ma siete consapevoli della sfida alla quale siete chiamati? Per certi versi è il vostro momento, pressoché irripetibile almeno nel breve periodo, per mostrare il Sannio in tutta l’Europa.Stiamo acquisendo consapevolezza giorno dopo giorno e la sfida ci appare ardua. Siamo tutti ben certi che è l’impresa è ardua e che in gioco non c’è il Sannio, bensì il valore con il quale il Sannio sarà percepito. In altri termini si tratta di cogliere questo riconoscimento di capitale europea del Vino anche per elevare la percezione del valore che il Sannio sa esprimere in termini complessivi, con il vino posto a pietra angolare. Per noi, ripeto, è una grande assunzione di responsabilità e non possiamo agire da soli. Basti pensare al correlato fenomeno dell’enoturismo: si tratta di rendere il Sannio attrezzato per gli enoturisti, con ricettività e ristorazione ad alto livello. E ci vuole il coinvolgimento di tutti gli operatori dell’accoglienza.
Saranno previsti eventi particolari durante l’anno?Sono in corso di definizione ci stanno lavorando i 5 comuni in autonomia. Alla fine, si arriverà a un momento in cui, collegialmente, si stilerà un calendario, evitando sovrapposizioni e tempi morti. Ad ogni modo, con il chiaro intento di concorrere a destagionalizzare i flussi turistici, saremo ben attenti a non concentrare tutto nella stagione estiva. Di certo pensiamo anche ad eventi che abbiano un coerente respiro europeo, prevedendo dunque presenze dagli altri Paesi dell’Unione. Paesi che costituiscono anche i nostri principali mercati di consumo dei nostri vini, insieme al Nord America e alla Cina.
Lei sa bene che oggi, nella società reticolare, è vero che chi non sa comunicare non esiste. A tale riguardo, ci dica, come vi state attrezzando per comunicare?Ovviamente individuiamo la rete, e per essa i social media, come il canale prevalente mediante il quale non solo comunicare, con ciò intendendo la vetero one way, bensì relazionarsi, ovvero la necessaria two ways: parlare sì, con storytelling accattivante ed adeguato, ma anche, forse dovrei dire soprattutto, ascoltare ed interloquire. Si tratterà di acquisire competenze, lo sappiamo, e lo faremo tempestivamente.
Per concludere, cosa vi aspettate da questo 2019 ? Per voi è un traguardo?Un traguardo assolutamente no; è piuttosto il punto di partenza di un percorso. E’ il modo di costruire una strada ed invitare tutti ad utilizzarla, ed utilizzarla bene. I miei avi dicevano, saggiamente, che la strada si fa camminando. Ecco, e noi ci stiamo mettendo in cammino sulla strada che man mano andiamo costruendo. Anno 2019, Sannio capitale europea del Vino non è da intendersi come segmento con un suo punto di inizio ed un suo punto di fine. Se in immagine di geometria piana vogliamo permanere, questo riconoscimento è il punto di origine di una semiretta: ne costituisce l’origine, appunto, ma non se ne vede termine.

Ci si accomiata avendo ben percepito, fiero e luminoso lo sguardo sannita del presidente, che gli operatori sapranno ben lavorare onde seminare, ancor prima che raccogliere, affinché il Sannio prenda il posto che gli compete nello scenario delle regioni europee ad altissima vocazione vitivinicola, con quanto ciò comporta, sia in termini di assunzioni di responsabilità, sia in termini di lusinghiere occasioni che il mercato europeo offre.
Per l'intero corso del 2019 è previsto un ricco programma di appuntamenti, eventi, manifestazioni culturali ed enogastronomiche che animeranno i cinque Comuni e con essi tutta la Valle del Calore, territorio dove si coltiva il 40% dell'intera produzione vitivinicola della Campania. Articolato e variegato il percorso di iniziative che proietterà questo territorio all'attenzione dell'Europa. Eventi mirati quindi, ma non vissuti come “spot” contingenti l’anno 2019, bensì tutti propedeutici ad un nuovo e necessario approccio alla risorsa territoriale, laddove i vigneti (ma anche gli uliveti) connotano non solo il paesaggio, ma l’economia e la rete di relazioni sociali. Se così vissuto, questo riconoscimento potrà davvero fungere da trampolino per lo sviluppo del Sannio. Opportunità assolutamente da non perdere, pertanto, anche ai fini di un fenomeno che è ancora quasi del tutto assente e che invece potrebbe (e dovrebbe) fungere da vettore trainante della rinascita del Sannio: l’enoturismo.
Per informazioni:
www.sanniodop.it