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Grillo, otto annate di Lalùci L’eccellenza nel bicchiere

 
22 novembre 2018 | 11:09

Grillo, otto annate di Lalùci L’eccellenza nel bicchiere

22 novembre 2018 | 11:09
 

Una verticale d’autore, un Grillo tra i più buoni. La ricetta del successo di Lalùci è quasi banale: un territorio speciale, una famiglia di agricoltori con idee chiare, un grande enologo e grande capacità di comunicare.

Cominciamo dalla famiglia Bonetta, capostipite Angelo ormai ottantenne, i figli Domenico, che da poco ci ha lasciati, Carmelo Bonetta e nipoti vari. Famiglia di vignaioli, iniziarono vendendo l'uva, coltivata con grande maestria e attenta cura. All’inizio del millennio decisero di fare il grande salto, diventando anche cantinieri e nel 2007 iniziarono a spillare i loro vini. Siamo a Campobello di Licata (Ag), 30 ettari a 250 metri d’altezza a 8 chilometri dal mare e un terreno esclusivo: calcare ricchissimo di gessi anche cristallini, suoli bianchi, sciolti, ricchi di sostanze minerali che infondono ai vini caratteristiche uniche.

(Grillo, otto annate di Lalùci L’eccellenza nel bicchiere)

Altra decisione fondamentale fu quella di coinvolgere quale consulente non un enologo qualsiasi, bensì uno di grande intuito, ottima preparazione, profonda esperienza, l’arcinoto Riccardo Cotarella. Una capacità di comunicare attraverso le etichette, tutte eleganti ed efficaci, con i nomi dei vini anch’essi intriganti e particolari (Lu Patri, Lu Syrah), nonché col nome dell’azienda, Baglio del Cristo di Campobello, che non è di fantasia ma prende spunto da un vicino grande Crocifisso, molto venerato nella zona, per cui la contrada è conosciuta localmente come “a cuntrada du Cristu”. Infine una grande passione ed umiltà che hanno portato l’azienda a partecipare ad eventi e banchi nonostante venda ogni anno tutta la produzione.

Carmelo Bonetta e Riccardo Cotarella (Grillo, otto annate di Lalùci L’eccellenza nel bicchiere)
Carmelo Bonetta e Riccardo Cotarella


A Taormina Gourmet, il mega evento di Cronache di Gusto, tra le masterclass si è tenuta un’affollata verticale di Lalùci declinato per la prima volta in 8 annate, dal 2017 al 2010. A illustrare la verticale, oltre al sommelier/giornalista Andrea Gori, Carmelo Bonetta e Riccardo Cotarella, che ha ribadito il legame affettivo più che professionale con i Bonetta affermando che in 52 anni di attività mai si era verificato che un’azienda raggiungesse un successo così alto in così poco tempo, merito principalmente di un territorio unico, privilegiato, che riesce a produrre vini eccezionali, tra cui proprio il Grillo, stupefacente per freschezza, mineralità e potenzialità di invecchiamento.

(Grillo, otto annate di Lalùci L’eccellenza nel bicchiere)

Cotarella ha spiegato che il Grillo proviene da un incrocio di Catarratto e di Zibibbo (Moscato di Alessandria), prendendo il meglio dalle due varietà. Negli anni la cura per fare il Lalùci è rimasta quasi invariata partendo da una maniacalità estrema in vigna, vendemmia a mano, pigiadiraspatura, raffreddamento a 8°, decantazione a freddo del mosto fiore, affinamento nelle fecce fini da 3 a 4 mesi in acciaio e di almeno tre in bottiglia.
Il colore per tutti i millesimi è giallo paglierino con riflessi quasi dorati, che solo nell’annata più vecchia assume tonalità più cariche. Queste le note di degustazione:

2017 annata caldissima con un’insolazione dei grappoli perfetta.
Naso con note di sambuco, anice, susina, frutto della passione, agrumi, fiori bianchi; intenso e profumato. Bocca fresca, sapida, di spiccata mineralità, con i sentori olfattivi che si rimanifestano al gusto.

2016 annata più fresca. Naso in cui il capostipite moscato sviluppa maggiori aromi. Bocca con una acidità più vivace, con note più suadenti.

2015 anno umido con piogge in agosto, buona per i profumi. Naso dove oltre ai precedenti sentori escono fuori trame iodate, di pietra focaia, si fa più complesso, più intrigante ma sempre di rara eleganza. Bocca anch’essa arricchita dalle note quasi affumicate, sempre vivacizzata da una mineralità ineguagliabile, ma oltremodo equilibrata.

2014 grande annata che ha permesso una maturazione perfetta. Naso che invita a scoprire i vari sentori, che si manifesta ancor più ricco, con gli odori iodati meno intensi permettendo un maggior respiro ai fiori e alla frutta. Bocca che raggiunge la perfezione per equilibrio e piacevolezza.

2013 anno umido ma regolare. Naso con un ritorno più marcata della pietra focaia. Bocca più suadente e morbida in cui l’acidità declina un poco.

2012 anno caldo e siccitoso. Naso con note iodate in primo piano ma sospinte da splendidi aromi.
Bocca che meraviglia in quanto se si può definire la perfezione ci troviamo in questo caso.

2011 millesimo caldo. Naso pregno di frutto aromatico. Bocca ancora fresca, giovanile, completa.

2010 buona annata ovunque. Naso che comincia a manifestare leggere note ossidative, ancora ricco di agrumi e di frutta candita. Bocca che non fa trasparire i suoi 8 anni, densa, sapida e vellutata.

La verticale ha confermato il buon diritto del Grillo ad essere considerato nell’élite dei grandi bianchi, dimostrando che anche in Sicilia si possono ottenere vini bianchi di razza e longevi nonché di questo Lalùci, che può vantarsi di meritare il successo ottenuto ma specialmente della piacevolezza che si prova nel berlo.

Per informazioni: www.cristodicampobello.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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