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Le varietà resistenti in vigna Con la genetica si debellano le malattie

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
04 dicembre 2017 | 17:45

Le varietà resistenti in vigna Con la genetica si debellano le malattie

di Gabriele Ancona
vicedirettore
04 dicembre 2017 | 17:45
 

Alla scoperta del futuro del vino: tra varietà resistenti e nuovi modelli di viticoltura”. Questo il titolo del convegno promosso da Tenuta Sant’Antonio Famiglia Castagnedi di Colognola ai Colli (Vr).

«Abbiamo molto a cuore i temi della sostenibilità ambientale e della tutela della salute degli operatori, dei consumatori e dei cittadini, come dimostra la strada che abbiamo intrapreso negli ultimi anni nella produzione dei nostri vini», ha dichiarato presso Villa Aldegheri, sede del convegno, Tiziano Castagnedi, titolare con i fratelli Armando, Paolo e Massimo dell’azienda promotrice dell’iniziativa.

Armando Castagnedi, Tiziano Castagnedi, Fabio Piccoli, Mario Pezzotti e Eugenio Sartori (Le varietà resistenti in vigna Con la genetica si debellano le malattie)
Armando Castagnedi, Tiziano Castagnedi, Fabio Piccoli, Mario Pezzotti e Eugenio Sartori

Una casa vinicola - 100 ettari di vigneti in Valpolicella e Soave - che sa guardare oltre: la sua linea Tèlos, per esempio, produce senza solfiti aggiunti un bianco (Garganega e Chardonnay), un Valpolicella superiore e un Amarone. «Prodotti più salutari e naturali, che però mantengono inalterate tutte le qualità che fanno di un vino un grande vino, aggiungendone una: la purezza», ha annotato Castagnedi prima dell’inizio dei lavori.

«Le problematiche della viticoltura impongono riflessioni in merito a un rapporto più forte con il mondo della ricerca avendo anche il coraggio di rimettere in discussione qualche modello. Il futuro sarà inevitabilmente sostenibile», ha dichiarato Fabio Piccoli, direttore di Wine Meridian, introducendo i relatori. In sala Mario Pezzotti, professore del Dipartimento di biotecnologie dell’Università di Verona, e il direttore generale di Vivai Cooperativi Rauscedo Eugenio Sartori.

(Le varietà resistenti in vigna Con la genetica si debellano le malattie)

Pezzotti ha sviluppato il tema "Le nuove tecniche di miglioramento genetico nella vite per conciliare tradizione ed innovazione”, sottolineando il fatto che l’ingegneria genetica è efficace, precisa e poco invasiva. La genetica ha consentito inoltre un miglioramento di oltre il 50% delle produzioni. «C’è bisogno - ha puntualizzato - di innovazione per preservare la tradizione. E, tenuto conto che in una vite sono presenti 30mila geni, tramite la mutagenesi mirata, il Genoma Editing, si possono conservare e migliorare le diverse varietà».

In Italia negli ultimi 15 anni si è verificata una costante diminuzione della superficie vitata, pari al 19,6%. Il biologico cresce, siamo a 70mila ettari, ma da solo non riesce a frenare questo declino. La genetica, con le varietà resistenti alle malattie, può fornire risposte positive.

(Le varietà resistenti in vigna Con la genetica si debellano le malattie)
Vigneti Tenuta Sant'Antonio

“La viticoltura del futuro tra tradizione e innovazione” è stato infatti il tema affrontato da Eugenio Sartori, che ha posto subito l’accento sul fatto che le varietà resistenti possono dare numerose risposte positive, dalla sostenibilità ambientale alla salubrità del prodotto finale, alla riduzione dei costi di produzione. «Un vitigno resistente - ha spiegato Sartori - possiede un profilo aromatico e polifenolico di qualità comparabile o superiore a quello del genitore di vinifera o della varietà di riferimento e comunque in linea con le esigenze del mercato. Consente inoltre la realizzazione di vigneti a elevata sostenibilità ambientale abbattendo i costi dei trattamenti fitosanitari».

Costi per ettaro che nell’arco di 30 anni equivalgono a un risparmio tra i 30 e i 20mila euro dal nord al sud Italia. Una nuova frontiera che può essere di grande interesse per i comprensori viticoli a rischio di attacchi dei patogeni, per areali contigui a estesi insediamenti abitativi, per Paesi la cui viticoltura si è sviluppata su basi di elevata competitività del prezzo o per le aree Doc dove sono previsti i vitigni complementari.

(Le varietà resistenti in vigna Con la genetica si debellano le malattie)

I Vivai Cooperativi Rauscedo, leader mondiale in questo settore, hanno in “catalogo” nel 2017 90 milioni di piante, di cui 1 milione e 300mila barbatelle di 10 varietà resistenti. Per il 2018 è previsto un incremento di altre 8 varietà. «I Vivai, già agli inizi del nuovo millennio, hanno ritenuto opportuno investire rilevanti risorse per dare risposte certe alle nuove esigenze dei viticoltori e dei consumatori. Nel 2006, all’atto della costituzione dell’Istituto di Genomica Applicata di Udine, ne hanno preso parte come socio finanziatore ai fini della valutazione dei vari vitigni resistenti e alla creazione di nuovi a uva da vino e da tavola», ha spiegato Eugenio Sartori avviando la degustazione di 5 vini provenienti da varietà resistenti: Soreli, Sauvignon Rytos, Cabernet Volos, Cabernet Eidos, Merlot Khorus. Tutti prodotti di grande struttura ed estremamente gradevoli alla vista, all’oftatto e al palato.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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