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Castello di Ama, una storia di primati fatta di passione per il vino e il territorio

Primi nel 1978 a introdurre in Chianti il concetto di cru con il vigneto Bellavista, nel 1982 a utilizzare le barrique, e nel 1983 a trasformare un vigneto con un impianto a lira; questo e non solo è Castello di Ama

 
15 novembre 2015 | 12:05

Castello di Ama, una storia di primati fatta di passione per il vino e il territorio

Primi nel 1978 a introdurre in Chianti il concetto di cru con il vigneto Bellavista, nel 1982 a utilizzare le barrique, e nel 1983 a trasformare un vigneto con un impianto a lira; questo e non solo è Castello di Ama

15 novembre 2015 | 12:05
 

Quella del Castello di Ama, a ben pensarci, è una storia di primati. Nato nel 1976, Ama è un piccolo borgo tra le colline, a circa 500 metri sul livello del mare, nel comune di Gaiole (Si), nel cuore del Chianti storico. È qui che per la prima volta nel 1978, si introduce in Chianti il concetto di cru con il vigneto Bellavista, seguito, nel 1982 da vigneto San Lorenzo, nel 1985 dal vigneto La Casuccia e, nel 1988, dal vigneto Bertinga.



Nel 1979, viene terminata la cantina di fermentazione (la prima termo condizionata) con criteri tanto all’avanguardia da essere considerata, tuttora, una cantina modello. La svolta inizia con l'arrivo di Marco Pallanti. Nel 1982 Lorenza Sebasti affida la gestione tecnica dell’azienda a questo giovane agronomo, che nel giro di qualche anno diventa uno dei più stimati enologi toscani. Una lunga fase di studio, durata dieci anni, porta a individuare con esattezza le potenzialità del territorio in modo da ottimizzare la produzione.

La divisione dei vari appezzamenti in parcelle omogenee e i controlli a tappeto sull’andamento della maturazione indicano la via da seguire: la superficie dove coltivare il Sangiovese che il disciplinare della Doc attribuiva all’azienda era troppo estesa, dovevano essere rivisti i confini, facendosi guidare dall’obiettivo della qualità. E, intanto, l’asticella si alza. Primi, nel 1982, a utilizzare le barrique; primi, nel 1983, a trasformare un vigneto, con un impianto a lira e a reinnestare merlot; primi, nel 1984, a sperimentare l’alta densità d’impianto (8.800 piante/ettaro) in Chianti.

Nel 1991, in Svizzera, l'Academie du Vin, durante una degustazione alla cieca, dedicata ai Merlot di tutto il mondo, elegge miglior vino L'Apparita 1987 che sbaraglia tutti i vini francesi. 1988 e 1990 sono grandi annate per il Chianti Classico Vigneto Bellavista. Si apre una decade di successi (annata leggendaria la 1992 per L’Apparita). Il nuovo millennio non è da meno e ci limitiamo a segnalare uno strepitoso Chianti Classico Vigneto La Casuccia 2004, premiato dalle Guide 2008 praticamente all’unanimità e il “semplice” Chianti Classico 2006, un’autentica delizia.

Ed è proprio nel 2006 che Marco Pallanti diviene l’ambasciatore del Chianti Classico ricoprendo per due mandati triennali il ruolo di presidente del Consorzio. Carica interpretata all’insegna della qualità, dell’innovazione e della continuità. Quelle che ritroviamo qui, in una sorta di moto perpetuo, rinnovato, per stare sulle ultime uscite, da una splendida versione di Chianti Classico Vigneto Bellavista (ora Gran Selezione), la 2011. Perché in fondo, per Marco e Lorenza, la parola giusta è Ama.


Castello di Ama
Località Ama - 53013 Gaiole In Chianti (Si)
Tel 0577/746031 - Fax 0577/746849
www.castellodiama.com
info@castellodiama.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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