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Bianchello del Metauro Eccellenza marchigiana

di Piera Genta
 
13 luglio 2019 | 10:46

Bianchello del Metauro Eccellenza marchigiana

di Piera Genta
13 luglio 2019 | 10:46
 

Vitigno a bacca bianca, dalle origini antiche ed incerte che sfociano nella leggenda. Le prime testimonianze sull’esistenza del vino omonimo risalgono al III secolo a.C.

Tacito suppone che il Bianchello sia stata la causa principale della sconfitta subita dall’esercito romano ad opera di Asdrubale Barca, fratello di Annibale, durante la battaglia del Metauro nell’estate del 207 a.C., uno degli scontri decisivi della seconda guerra romano-punica, che i soldati romani avrebbero affrontato, secondo lo storico, in stato di ubriachezza.

Uva Bianchello del Metauro (foto: claudiomorelli.it) (Bianchello del Metauro Eccellenza marchigiana)
Uva Bianchello del Metauro (foto: claudiomorelli.it)

Il suo nome deriva dal vitigno Bianchello e dal Metauro, uno dei fiumi principali delle Marche. L’area di produzione abbraccia 18 comuni della provincia di Pesaro e Urbino, nella vallata del Metauro, anche se la zona migliore è quella situata a nord del fiume dove si trovano i produttori storici. Secondo il disciplinare, per la sua produzione è previsto l’utilizzo della varietà Bianchello per un minimo del 95% e per il restante 5% può essere impiegata la Malvasia bianca lunga.

Vino fragrante e fresco, tenue e delicato sotto tutti gli aspetti, lo si apprezza soprattutto giovane; solo in particolari annate e in seguito ad accurate selezioni in vigna e lavorazioni in cantina può essere predisposto verso un moderato affinamento per evitare di spegnere il suo delicato spettro olfattivo. Colore paglierino con sfumature verdi, il bouquet richiama i prati in fiore e i frutti a pasta gialla maturi e ancora erba limoncina, salvia e timo, con un accenno minerale nel finale. Il corpo, pieno e appagante, ha con una discreta morbidezza. Interessante la vena sapida che finisce in un finale ammandorlato.

Il Bianchello del Metauro Doc dispone delle varianti Superiore, più strutturato e sapido, Spumante, frizzante e con toni agrumati più decisi, e Passito, derivato dalla disidratazione degli acini d’uva e caratterizzato dal sapore di miele e albicocche secche. Sulla tavola il Bianchello incontra egregiamente tutti i prodotti in cui vive la tradizione gastronomica marchigiana nelle più disparate preparazioni o il prosciutto di Carpegna Dop.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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