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“Di Gavi in Gavi” fa ancora centro Antonino Cannavacciuolo ospite d'onore

 
30 agosto 2018 | 12:25

“Di Gavi in Gavi” fa ancora centro Antonino Cannavacciuolo ospite d'onore

30 agosto 2018 | 12:25
 

Il territorio del Gavi, in provincia di Alessandria, vanta una posizione strategica. Proprio qui, in passato passava la “Via del sale” e in seguito divenne feudo di grandi famiglie, come i Malaspina o i Grimaldi.

Vale la pena passeggiare tra i vigneti, a soli trenta chilometri dal mare, dove si alternano zone boschive e dolci vallate. Il Consorzio Tutela del Gavi, fondato nel ’93, anno dopo anno ha conquistato prestigiose tappe, tanto che il Gavi vanta una diffusione in 70 Paesi del mondo e un export pari all’85% della produzione.

Nicoletta Rachele Albano e Antonino Cannavacciuolo (Di Gavi in Gavi fa ancora centro Antonino Cannavacciuolo ospite d'onore)
Nicoletta Rachele Albano e Antonino Cannavacciuolo

Dal 2013 Il Consorzio affida all’Ais, Associazione italiana sommelier, alla cieca alcuni campioni di vino, per selezionare quello più rappresentativo. Il Gavi è prodotto al 100% da uve Cortese: si abbina perfettamente alla cucina locale, fatta soprattutto di prodotti semplici, che troviamo nella torta di riso, focaccia, farinata, ravioli o amaretti.

Le ricette tradizionali si ispirano alla cucina ligure, infatti la zona produttiva del Gavi si estende in un lembo di territorio unico, compreso tra Liguria e Lombardia.

Complice il tempo sereno, il 26 agosto il pubblico è accorso numeroso a Gavi per festeggiare i vent’anni Docg del Consorzio. Calici in mano, “Wine-lovers” single o intere famiglie si sono accalcati per entrare nelle corti a sorseggiare le proposte dei produttori del grande bianco piemontese. Come di consueto l’ultima domenica di agosto il Consorzio Tutela del Gavi organizza la manifestazione “Di Gavi in Gavi”, che riesce ad attirare l’interesse di un pubblico anche internazionale, grazie all’abbinamento con i sapori del territorio.

Ogni anno viene scelto un grande cuoc che veste il ruolo di giudice, per stabilire il migliore abbinamento tra 11 ricette: è toccato ad Antonino Canavacciuolo, che, con il suo sorriso accattivante, ha premiato i “Corzetti al pesto”, proposti dalla Pro Loco di Pasturana. La manifestazione si è conclusa per le strade con gli sbandieratori in costume e “I Calici sotto le stelle”, che prevedeva l’apertura straordinaria serale delle cantine.

La vicinanza con il noto outlet di Serravalle Scrivia o il golf Villa Carolina potrebbe spingere qualcuno a visitare qualche azienda vinicola.

Merita una visita l’Azienda Vinicola la Lomellina: 16 ettari su dolci colline, dove sono posizionate alcune opere d’arte contemporanee. La villa viene eretta nel ‘500 come palazzo di rappresentanza dalla famiglia Lomellini. Casa di villeggiatura, ma anche come investimento economico, perché circondata da terreni agricoli. Giacomo Lomellini nel 1816 mette il primo impianto di vigneti: una produzione vinicola che vanta duecento anni di storia. In seguito, la tenuta passa nelle mani dei Marchese Raggio, poi primo dopoguerra la famiglia porta l’azienda vinicola ad ottenere premi e riconoscimenti. Nel 2006 viene ristrutturata totalmente da Emanuela Croce Raggio, che la sta convertendo al biologico. Una viticoltura dal basso impatto in una terra dove il Cortese trova la sua massima espressione.

(Di Gavi in Gavi fa ancora centro Antonino Cannavacciuolo ospite d'onore)

Tre boccioli di rose gialle, accompagnati da un fiore più grande: è il logo dell’azienda biologica certificata La Mesma. Simboleggiano la mamma di Francesca, Paola e Anna Rosina, l’ispiratrice di questa splendida avventura, tutta al femminile. I vitigni de La Mesma si estendono per venticinque ettari, di cui quindici a Monterotondo e dieci a Tessarolo: due zone diverse con differenti caratteristiche. “Si va dal terreno calcareo a una terra più rossa, ferrosa dall’ acidità interessante”, sottolineano le sorelle Rosina. “È stata nostra madre, grande appassionata di vino, a spingerci a dedicarci totalmente all’azienda. Trascorriamo parte dell’anno qui, alternando brevi periodi a Genova. Ciascuna di noi ricopre ruoli diversi, ma che si integrano perfettamente: Paola, esperta di storia dell’arte, si occupa della parte creativa, Francesca, biologa, della produzione e Anna, avvocato, ricopre il ruolo amministrativo. Un’azienda giovane, che ha voluto dedicarsi completamente al biologico con ottimi risultati, tanto che l’80 per cento viene esportato.

(Di Gavi in Gavi fa ancora centro Antonino Cannavacciuolo ospite d'onore)

I Paesi? Stati Uniti, Russia, Olanda, Belgio e Germania. Tutto è iniziato nel 2001 con soli due ettari, per poi arrivare alla attuale estensione. La firma enologica è di Massimo Azzolini: “Aveva accettato di seguirci , a patto che noi sorelle ci occupassimo della produzione, proseguono,” Così da digiune abbiamo iniziato ad apprezzare e approfondire il mondo del vino. Abbiamo dato una connotazione particolare all’Azienda nel nome della natura: pensiamo che l’uva sana e matura sia alla base di un buon prodotto. Non usiamo diserbanti o concimi chimici, una pressatura dolce e pannelli fotovoltaici danno l’energia alla cantina”. Suggeriamo lo Spumante metodo classico brut, dall’etichetta gialla, seguito da Indi, che prende nome dal lievito indigeno, dal colore chiaro, apprezzato soprattutto dal mercato Usa. A nostro parere merita un particolare apprezzamento la Riserva Vigna della Rovere Verde (13 gradi): proviene da una vigna con scarsa resa, sovrastata da uno splendido rovere verde che dà il nome all’etichetta di questo vino dal colore giallo paglierino e nel palato sensazioni di fiori e frutta.

Per informazioni: www.consorziogavi.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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