Direste voi, bella forza, facile tessere le lodi di un Sassicaia, siamo buoni tutti! E no. Prima di darvi conto di questa esperienza, devo raccontarvi brevemente da dove nasce un vino così iconico. Tenuta San Guido, fondata nel 1940, è quella del “duplice filar” di cipressi di cui scriveva Carducci.
Sassicaia 2015, dal finale vanigliato e mentolato
Sassicaia, da uve Cabernet in prevalenza, con un piccolo ma determinante apporto di Cabernet Franc, lo inventa Mario Incisa della Rocchetta, l’artefice della razza equina Dormello Olgiata, che, con Federico Tesio a capo, allevò tra i tanti cavalli da corsa un certo Ribot. Nicolò continua con intelligenza e umiltà a curare l’azienda bolgherese che ha dato risalto internazionale a questo territorio.
Il paragone tra Ribot e Sassacaia calza alla perfezione. Ribot cucinava i suoi avversari a fuoco lento, con uno scatto devastante negli ultimi 100 metri. E questo
Sassicaia 2015 è così. Delicato in partenza, con un naso di ribes nero e arancia rossa, accenni di tabacco e menta. Allunga il passo con lievi note di pepe e cacao. Piazza lo spunto vincente con un finale lunghissimo dal tocco vanigliato e mentolato. Come Ribot.