Nuovo terremoto in Oltrepò Pavese. Attorno alle 20 di venerdì sera l’assemblea di Terre d’Oltrepò ha approvato la mozione di sfiducia nei confronti della dirigenza e del presidente della storica cantina cooperativistica, la più grande della Lombardia. Un colpo forte all’assetto del mondo vitivinicolo oltrepadano che ora si ritrova la realtà più influente nel Consorzio Tutela Vini senza più una guida dopo l’uscita di scena di Andrea Giorgi sfiduciato a seguito di una richiesta avanzata a fine novembre da oltre 200 soci che gli contestavano la gestione e la remunerazione delle uve. Lunedì 24 gennaio, alle 17,30, presso la cantina di Broni, è stato convocato d’urgenza il Consiglio d’Amministrazione che andrà ad individuare la data della prossima assemblea in cui saranno eletti i nuovi consiglieri che, a loro volta, nomineranno il Presidente. L’attesa assemblea potrebbe essere già convocata, in tempi stretti, nei primi quindici giorni del mese di febbraio.
Terre d'Oltrepo', la cantina
«Negli ultimi sei anni, gli attuali amministratori non hanno saputo far altro che sbandierare trasparenza, promesse, promozione, ma di fatto, la parabola discendente del fatturato, l'aumento dei costi di gestione, della situazione debitoria, le scelte imprenditoriali e commerciali poco avvedute, si sono tramutate in un forte calo remunerativo delle nostre uve» hanno detto i soci firmatari della mozione di sfiducia.
Andrea Giorgi
L’assemblea di venerdì pomeriggio è stata particolarmente accesa, ricca di schermaglie: da una parte gli attacchi dei soci “dissidenti”; dall’altra le prese di posizione del Presidente Giorgi che ha cercato di scardinare le accuse. Poi la votazione arrivata poco dopo le 20: con 310 sì e 153 no è passata la sfiducia nei confronti dei vertici della cantina Terre d’Oltrepò. Con una maggioranza del 67% dei soci, l’assemblea ha deciso di sfiduciare il Cda che era stato riconfermato soltanto lo scorso anno. «Un salto nel buio che potrebbe essere l’inizio di uno sfacelo per la cantina ed il territorio» aveva commentato Andrea Giorgi in una lettera ai soci nelle ore precedenti l’assemblea. Ed ha aggiunto: «Stiamo lavorando per sviluppare i canali di vendita e vogliamo stringere un rapporto più diretto con i soci parlando anche di prezzi delle uve».
Bocche cucite, invece, all’indomani dell’esito della votazione. Al contrario i firmatari della mozione commentano: «Non era più possibile rimandare questo cambiamento, il Cda ha dimostrato di essere inadeguato per il vero rilancio della nostra cantina e per portare avanti lo scopo sociale per cui è stata creata».